Casa Frida gioca tra liberty e minimal, puntando anche sulle porte filo muro

Da sede della vecchia bocciofila di paese a complesso residenziale: così una palazzina in stile liberty, in provincia di Verona, è tornata a nuova vita grazie a un intervento di recupero, che ha riguardato prevalentemente due delle quattro unità disponibili. I giovani proprietari hanno infatti deciso di creare un unico spazio abitabile pari a circa 150 mq e ricavarne una casa semi-indipendente: Casa Frida che prende simpaticamente il nome da una gattina nera trovata in concomitanza al trasferimento nella nuova abitazione.

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Casa Frida: il progetto dell’architetto Giulio Renzi

L’intervento, a cura dell’architetto Giulio Renzi di Deonstudio, ha visto la creazione di ambienti più consoni a uno stile di vita dinamico e moderno, pur preservando intatta la facciata esterna, risalente agli anni ’20, riccamente decorata e in buono stato di conservazione. «Era chiaro che la contrapposizione tra esterno ed interno dovesse essere netta, radicale e onesta testimonianza di un cambiamento di epoca. Abbiamo pertanto rimarcato le identità degli opposti, cercando di lavorare all’interno su una configurazione degli ambienti purista», dichiara l’architetto che ha lavorato a Casa Frida per circa due anni, dalla fase di progetto alla realizzazione.

Al contrario della facciata, gli ambienti interni sono invece sobri ed eleganti, senza risultare eccessivamente minimal. «Entrare in quella casa è stato un po’ come varcare una soglia, poiché la facciata principale testimoniava con orgoglio la sua origine ma la sua parte interna doveva necessariamente essere ripensata perché aveva perso qualsiasi carattere di riconoscibilità ed autenticità», spiega l’architetto.

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«I committenti desideravano spazi ampi, flessibili, luminosi, sobri quasi astratti, funzionali ed immediati, adatti ad uno stile di vita dinamico. All’interno non c’era nulla di autentico da preservare e non volevamo farlo attraverso l’inserimento di partiti decorativi classici rischiando di introdurre dei falsi storici e quindi degli anacronistici artifizi». Inoltre i proprietari avevano espresso il desiderio di un’abitazione il più possibile a impatto zero, risultato raggiunto attraverso l’installazione di un impianto con pompa di calore, VMC, riscaldamento a pannelli radianti, fotovoltaico, isolamento con cappotto interno e rivestimenti in cartongesso.

Cemento, legno e luce

All’ interno si è scelto di utilizzare prevalentemente tre materiali: cemento, legno e soprattutto luce. La resina è presente ovunque tranne che nelle camere dove è stato invece posato un parquet in rovere, mentre sulle pareti dei bagni è stato utilizzato un rivestimento in gres porcellanato effetto 3D.

Tutto il piano terra è destinato alla zona giorno, con una cucina spaziosa e ben attrezzata e un grande e luminoso open space che ospita il living. Un porta a scomparsa a doppia anta conduce ad un’area più riservata, adibita a studio. La porta a battente a lato invece conduce ad un piccolo bagno. Quando i pannelli porta sono chiusi, lungo tutta la parete si crea una perfetta continuità visiva, completamente priva di sporgenze.

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Il locale lavanderia è stata progettato ex novo nel pianerottolo del primo piano, partendo da uno spazio minimo con profondità di 70 cm, recuperando dello spazio utile dalla riprogettazione della scala centrale è stato ricavato un vano tecnico cieco contenente lavabo, lavatrice e asciugatrice, perfettamente nascosto da porte a soffietto. Dal primo piano si accede a due aree separate distribuite sul lato destro e sinistro rispetto alla scala: ogni camera da letto ha il proprio bagno completo e indipendente.

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Porte filo muro

Nel progetto tutte le porte interne sono state pensate per essere filo muro e hanno dunque previsto l’installazione di specifici telai e controtelai della linea Eclisse Syntesis Collection. Sia nella versione scorrevole come nella corrispondete a battente, le porte sono state laccate dal falegname e risultano perfettamente integrate con le pareti circostanti, sottolineando la purezza delle superfici e dei volumi.

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«I prodotti Eclisse assecondavano in maniere rigorosa la risposta a specifiche esigenze funzionali ed estetiche di cui eravamo in cerca e sono stati senza dubbio tra le componenti essenziali che hanno decretato la riuscita del progetto», dichiara Renzi. «Nel progetto Casa Frida abbiamo interpretato le soluzioni Eclisse Syntesis Collection filo muro sia battente che scorrevole nell’ottica di conferire la totale “mimesi” con le pareti per generare spazi sobri e luminosi al fine di enfatizzare la purezza delle superfici e dei volumi. Inoltre abbiamo cercato di utilizzarle come fossero cornici astratte e metafisiche che ci consentissero di inquadrare particolari e ben definiti scorci tra gli ambienti amplificandone le potenzialità spaziali, fruitive e percettive».

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LA SCHEDA

Progetto: arch. Giulio Renzi, Deonstudio
Falegname: Mutametam di Fabrizio Albanesi
Impresa edile: Edil78 di Samuele Fabbri, Olgiate Olona
Impresa termoidraulica: Hidrosystem ’77 di Leo Francesco e Galasso Massimo, Cairate
Prodotti utilizzati: Eclisse Syntesis Line ad anta singola e ad anta doppia, Eclisse Syntesis Line battente ad anta singola

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