“Mi aspettavo un architetto, invece sul palco c’è un biologo“. Questa è la reazione comune durante la presentazione di Biosphera Equilibrium, che ha visto protagonisti Mirko Taglietti, ideatore e promotore del modulo abitativo, e il Professore Giuseppe Barbiero dell’Università della Valle d’Aosta, biologo appunto. Ma tutto si spiega dopo l’intervento del primo oratore: “Quando ci troviamo all’aperto in un ambiente naturale il nostro corpo e la nostra mente si rigenerano. È la nostra esperienza a insegnarcelo, e sono la genetica, la neurologia e la fisiologia a confermarcelo scientificamente. A questo progetto hanno lavorato biologi, psicologi, architetti, ingegneri, botanici, creativi, illuminotecnici, neuroscienziati, artisti, artigiani e visionari. Lo scopo è stato realizzare un edificio dove accadono i medesimi fenomeni di rigenerazione fisica e psichica“. Ora è chiaro, ma partiamo dall’inizio.
Promosso da Aktivhaus in collaborazione con numerosi enti, università e imprese, il progetto Biosphera, dopo le fasi 1.0 e 2.0, è arrivato alla sua terza versione: Equilibrium. Il modulo abitativo di 45 mq, con peso e dimensioni al loro limite fisico per la trasportabilità su strada, è costruito secondo i parametri del 2030 e quindi autosufficiente dal punto di vista energetico, ovvero è in grado di produrre 8000 kilowattora/anno e mantenere gli standard abitativi nel massimo comfort con soli 2000 kilowattora/anno, anche grazie a un sistema di pannelli fotovoltaici che sono declinati in una facciata di cristallo esposta a sud, e a scomparsa sul tetto. Usciti dalla standardizzazione i pannelli sono stati implementati e si sono resi adattabili a qualsiasi forma o disegno rispetto alla versione precedente del modulo.
Biosphera è un progetto certificato CasaClima Gold, il top di gamma, e Minergie, la certificazione principale della Svizzera, numero uno in Europa. Ma oltre all’efficienza energetica, l’altro importante obiettivo del progetto è rappresentato dal fattore di cui si parlava all’inizio: sostanzialmente, il comfort. Infatti, se Biosphera 1.0 era focalizzata sula modularità e Biosphera 2.0 sulle prestazioni energetiche, Equilibrium adotta nuove tecnologie e soluzioni allo scopo di portare a una reale rigenerazione psico-fisica che verrà studiata e monitorata. “Perché 42-48 anni della nostra vita, su una media di 75 di vita, li passiamo in un ambiente confinato”, dichiara Mirko Taglietti di Aktivhaus, che poi aggiunge: “Gli edifici di nuova generazione devono saper essere rigenerativi. Ogni tipo di edificio: dall’abitazione privata alla scuola, fino all’ufficio”.
“Il sistema vegetativo umano si è evoluto per rispondere a un ambiente naturale e selvatico”, dice il famoso biologo dell’inizio, il Prof. Giuseppe Barbiero. “Questa cosa dal punto di vista tecnico si chiama biofilia, ovvero il legame che abbiamo con la natura. E Biosphera ha a che fare con il sistema di progettazione biofilico, che si sta sviluppando soprattutto nel Nord America, ma che a Milano sta trovando un campo di sperimentazione importante”.
La ricerca in questo campo è stata implementata per l’attivazione dei cosiddetti interruttori sensoriali. Per quanto riguarda la vista, all’interno di Bioshera ci sono lampade che seguono il ritmo circadiano: l’intensità luminosa è più bassa alla mattina e raggiunge il grado massimo a mezzogiorno, per poi attenuarsi verso sera. L’udito invece è protetto grazie a un involucro costruito con materiali fonoisolanti e fonoassorbenti che isolano più di 60 decibel, mentre l’olfatto è soddisfatto da un’aria pulita, filtrata dall’esterno grazie a un sistema di ventilazione meccanica che recupera anche il calore, ma anche rigenerata dal legno di cirmolo o alla spatafillo, che migliorano la qualità dell’aria. Per quanto riguarda il tatto, è presente un impianto radiante, il sistema più veloce di trasmissione di calore, che interviene sul tatto termico, diverso dal tatto meccanico che invece subisce la ventilazione, presente all’interno del modulo con una pressione minima (0,15 m/s), percepita dai corpi in modo confortevole.
Questa tecnologia è sul mercato, non è fantascienza. I sistemi di Biosphera sono applicabili a qualsiasi edificio esistente e di nuova costruzione. Tutte le aziende che hanno partecipato al progetto producono il materiale che è immesso sul mercato a un costo tale per costruire una casa, che mediamente si aggira sui 1450-1500 euro al metro quadro. Per quanto riguarda gli infissi del modulo abitativo, l’apporto di Internorm, partner dell’iniziativa, è fondamentale, grazie a un’ampia gamma di modelli: l’ampio alzante scorrevole HS330 della zona giorno è in legno lamellare interno, con l’esterno in alluminio di protezione. Dove frangisole automatici consentono di controllare l’irraggiamento solare in estate. La vetrata della zona relax presenta invece il modello HX300 senza telaio a vista, per un moderno effetto tuttovetro. Mentre la portafinestra del bagno è una doppia finestra in PVC/alluminio modello KV350, con veneziana integrata alimentata da pannello fotovoltaico, novità 2018 nella gamma Internorm. Infine, l’ingresso al modulo consiste in un portoncino isolante HT410 e il vano tecnico degli impianti è isolato dall’esterno con un serramento fisso + apribile serie KF310, in PVC/Alluminio con vetro triplo incollato.