Recupero e bioedilizia, terra cruda nella villa tra gli ulivi

Via degli Ulivi, Cogorno (Genova). Salendo dalla Basilica dei Fieschi, tra antichi terrazzamenti di vigne, ulivi e zone boschive, si percepisce il segno della storia che anno dopo anno ha antropizzato l’intero paesaggio rendendolo quasi naturale agli occhi dei viandanti. Questo è il genius loci che ha motivato progettista e committente verso una bioedilizia di recupero e valorizzazione dell’esistente in primis, anziché prediligere il suo abbattimento per una nuova edificazione, magari più vantaggiosa economicamente o strutturalmente, ma che avrebbe cancellato per sempre un segno storico del paesaggio, una cultura materiale e il beneficio della poderosa massa termica fornita dalle murature esistenti in pietra.

Rinforzare muri di pietra
Rinforzi murature preesistenti in pietra

L’edificio mezzadrile trova una sua collocazione precisa tra la piazzetta sottostante, dove si apre l’edificio padronale, e i terrazzamenti superiori, dove si mimetizza il rustico in pietra precedentemente dedicato a stalla e ricovero attrezzi. L’aspetto sobrio, ma ben radicato al suolo con le sue murature rastremate verso l’alto, l’intonaco bianco scandito da piccole aperture in facciata e dal colore verderame del portoncino d’ingresso sono le caratteristiche esterne che hanno caratterizzato e ancora contraddistinguono l’edificio oggetto del recupero architettonico.

Lo studio del luogo e l’idea di progetto

Gli aumenti di volumetrie dovuti a incentivi e ad abbattimenti di corpi succedanei, che snaturavano la sobrietà del corpo, sono stati oggetto di un ricercato studio architettonico finalizzato all’integrazione mimetica con il tessuto orizzontale dei terrazzamenti scandito da muri in pietra (ripresi dal rivestimento dei nuovi corpi di fabbrica) e dal verde dei terrazzamenti (riproposto con i due tetti-giardino).

Bioedilizia con copertura fotovoltaica
Tetto giardino e copertura fotovoltaica integrata nelle falde rivestite in ardesia a spacco

Il distacco apparente tra i due corpi di fabbrica (esistente e di nuova costruzione) è stato risolto con la progettazione di un volume di connessione intonacato a piano terra e con la realizzazione di un terrazzo aperto al primo piano. L’intonaco a calce color nocciola riprende materia e colore delle stillature delle pareti in pietra faccia vista, che a loro volta si confondono con il colore della terra delle murature in pietra a secco.

Lo svuotamento di alcuni locali addossati, non solo ha permesso di ridefinire la pura sagoma del corpo di fabbrica originario, ma ne ha migliorato i requisiti di illuminazione e di umidità distaccando maggiormente dalle mura controterra. L’accesso al sito costretto da un’impervia e sconnessa strada, oltre a rendere molto difficoltose le logistiche e operazioni di cantierizzazione, ha portato verso una scelta più economica di realizzazione dei nuovi corpi di fabbrica in muratura rinforzata con stratigrafie proprie della bioedilizia, abbandonando il preliminare progetto che li prevedeva realizzati con strutture prefabbricate in legno con sistemi a telaio.

Meticolosa bioedilizia

Sia il recupero che i nuovi corpi di fabbrica sono stati oggetto di una progettazione di bioedilizia meticolosa nelle scelte dei materiali e con diversificazione delle tecniche costruttive a seconda dell’ambito d’intervento e della cultura materica locale. L’edificio esistente, destinato a uso prevalentemente estivo, ha prediletto il mantenimento della massa muraria in pietra con interventi di consolidamento in malta di calce idraulica fibrorinforzata applicati direttamente sull’apparecchiatura muraria lapidea preliminarmente stonacata. Anche le cordonature sono realizzate con la stessa malta, aggiungendo accorgimenti di ammorsamento della testa delle murature.

I solai lignei sono stati oggetto di interventi specifici e differenziati tramite sostituzione di travi a partire da quelle di recupero, affiancamento di nuovi travetti o rifacimento totale dei solai lignei qualora necessario. Tutti i solai interpiano sono stati oggetto di intervento di consolidamento anche tramite la giustapposizione di nuovo assito ligneo da 30 millimetri avvitato ai travetti e assito preesistente con posa a 45 gradi.

La copertura, pur mantenendo lo stesso andamento delle falde, è stata rifatta utilizzando la stessa cultura materica delle strutture lignee e del manto di copertura in ardesia, sfogliata a scalpello e sfrangiata ai bordi. L’intera copertura dei colmi mantiene l’antica tradizione del blocco di ardesia sagomata anziché il coppo in cotto, così come l’aggetto di gronda che ripropone lastre di ardesia faccia vista.

Il rifacimento della copertura ha permesso l’inserimento del necessario isolamento termico realizzato tramite la posa di materassini in fibra di canapa, la giustapposizione di membrane idrorepellenti a maggiore garanzia della tenuta all’acqua e un distacco del manto di copertura, per migliorare le condizioni estive, anche se non ventilate al colmo per motivi di piogge di stravento.

La bioedilizia caratterizza l’intero involucro che è stato re-intonacato con termo intonaci a base di calce e diatonite sulla parte esterna delle murature perimetrali e intonaci a miglioramento termico con finiture faccia vista in calcecanapulo sul lato interno. La facciata, anziché essere tinteggiata di bianco, ha mantenuto il colore naturale bianco calce con sfumature cromatiche suggerite dal colore delle sabbie contenute nelle malte di finitura della facciata. In questo modo è la materia stessa a dialogare con il contesto e non un velo di pittura che la maschera.

Linee sinuose per un’architettura naturale

Anche l’involucro interno dello stesso corpo di fabbrica mantiene e predilige l’aspetto semplice, naturale e materico proprio della bioedilizia sia nelle forme che mantengono l’andamento sinuoso delle pareti sia nei materiali ecologici scelti per i rivestimenti, le finiture e i trattamenti. A piano terra un battuto di coccio pesto si distribuisce come lava in tutti gli ambienti, senza porre confini. La maestria delle lavorazioni finali di levigature e trattamenti finali ad olii impregnanti, su un materiale non semplice da posare, conferiscono un aspetto quasi antico che mette in contrasto gli aggregati in cotto con gli impasti di calce tonalizzati con ocra.

Questo granigliato del pavimento dialoga con la «paglia di canapa» faccia vista di tutte le finiture in calcecanapulo realizzate in cantiere su ricetta della DL. Solo la tinteggiatura in tinta della fascia di zoccolatura sottolinea lo stacco tra le due superfici. Al primo piano le stesse finiture parietali a base di calce si affiancano al legno di rovere spazzolato dei listoni di pavimento e zoccolini e nelle mensole interne
delle finestre. I trattamenti naturali color tabacco del legno permettono di smorzare il contrasto con il legno preesistente delle vecchie porte interne in legno trattate con sabbiature, delle mensole delle nicchie e dei relativi sportelli, segni forti della memoria storica dell’edificio e della rusticità dell’abitare preesistente.

Intonaci e finiture parietali in calcecanapulo faccia vista e parquet continuo in listoni di rovere con posa a secco e trattamenti naturali caratterizzano tutto il primo piano del rustico della villa tra gli ulivi

Il parquet è realizzato con slanciati listoni posati a correre che forniscono anche al primo piano continuità degli ambienti. La posa a secco, secondo il metodo Tolin, permette di evitare colle, pericolose per la salute di posatori e abitanti, e permette al contempo anche stratigrafie isolanti e climatizzanti a irraggiamento. I pavimenti di connessione dei corridoi, delle soglie di tutte le pavimentazioni esterne e dei terrazzi ed anche di alcuni rivestimenti dei bagni riprendono la vecchia tradizione locale dell’uso dell’ardesia mantenuta con le sue pietre originarie nella scala interna che collega il piano terra al primo.

Bioedilizia: terra cruda e cura dei particolari

Nei rivestimenti dei bagni del primo piano si ripropone l’abbinamento di calce e cocciopesto, ma questa volta per rivestimenti impermeabilizzanti realizzati dal magister artis Danilo Dianti a partire da antiche ricette riproposte e perfezionate da un’alchimia contemporanea. I trattamenti finali a cere e saponi neri marocchini garantiscono l’idrorepellenza delle pareti.

Controsoffitto ondulato del bagno realizzato in terra cruda per la regolazione igrometrica

I soffitti dei locali adibiti ai servizi e il soffitto della cucina-soggiorno del corpo nuovo sono realizzati con impasti e materiali innovativi in terra cruda per accentuare la regolazione igrometrica di questi ambienti generatori di vapore acqueo. La bioedilizia attenta alla funzione micro ambientale in alcuni locali è resa tramite la messa in opera di intonaci di corpo a base di argilla rifiniti con rasature di terra e tinteggiati a calce, in altri casi l’intonaco di corpo e la finitura faccia vista in terra marrone, segue l’andamento ondulato del soffitto di un bagno sagomato attraverso costolature e stuoie di mezze canne palustri.

In altri casi sono stati impiegati gli innovativi pannelli prefabbricati in terra fibrata rasati con finiture in terra faccia vista o tinteggiate a calce. Questi pannelli a volte completano le campiture delle travature della copertura inclinata a mò di cassettonato, a volte nascondono parzialmente i travetti dei solai interpiano contenendo canali di illuminazione naturale. Tutte le travature a vista sono state trattate con aniline trasparenti o totalizzanti per creare velature bianche da affiancare elegantemente alle capate di soffitto tinteggiate a bianco calce.

Posa pannelli pfb in terra iperfibrata

Una villa a prova di scossa

I nuovi corpi di fabbrica, progettati inizialmente con strutture lignee, sono stati realizzati con muratura portante antisismica in cotto. La stratigrafia si differenzia tra corpo abitato e corpo di connessione. La muratura del corpo di connessione che risolve la liason architettonica è completato in esterno con termo-intonaci e finiture faccia vista e internamente con intonaci e finiture in calcecanapulo, simili a quelle realizzate nel rustico.

Le finiture in calcecanapulo si raffinano negli ambienti di servizio, dove le mescole sono composte da polvere di canapulo che pur essendo state lavorate lisce con effetto lamato ne lasciano un effetto finale scamosciato. In alcuni locali la finitura si è avvalsa di prodotti innovativi con colorazioni preliminari del canapulo secondo la tecnologia ET.

La stratigrafia complessa e organica della bioedilizia

Il nuovo corpo di abitazione, per integrarsi nel paesaggio, ripropone la stessa ardesia dei terrazzamenti meticolosamente recuperata e saggiamente tagliata per ottenere un rivestimento faccia vista. Questo rivestimento è solo l’ultima pelle di una stratigrafia articolata che propone un isolamento a cappotto in pannelli di sughero e la successiva posa di pannelli di protezione della facciata ancorati direttamente alla muratura.

Il lato interno della muratura è completato con intonaci e finiture in terra cruda che avvolgono tutti gli ambienti seguendo forme lineari nelle stanze o forme organiche come quelle del soggiorno ove la panca di seduta fa corpo unico con quella del termo camino abbracciando l’intero ambiente che si affaccia con ampie vetrate verso il mare e il paesaggio.

Soggiorno con cucina a vista e termocamino integrato nelle pareti organiche con seduta

La terra in spessore da un lato garantisce quella necessaria inerzia termica e regolazione igrometrica specifica di questo materiale usato al crudo, ma al contempo è anche materia simbolica, che dà memoria degli scavi scalfiti nella madre terra per ottenere gli opportuni spazi per le nuove volumetrie. La geologia di questi terrazzamenti presenta, infatti, un alternarsi di terre argillose e filoni di ardesia il tutto ricoperto da terra vegetale, quella terra vegetale che in miscele opportune è riproposta per i tetti giardino.

Queste coperture piane giardinate a sedum e phylia permettono un miglioramento bioclimatico estivo, un’integrazione nel paesaggio e, al contempo, una maggiore possibilità di utilizzo degli spazi esterni. L’aspetto di bioedilizia del nuovo corpo è studiato anche nel dettaglio del parapetto-pergolato rivolto verso sud, ove tiranti in acciaio, simili a sartie, scendono fino al terreno a supporto di rampicanti viticoli caducifoglie con funzione di schermatura solare per le grandi vetrate.

Materiali innovativi e impianti intelligenti

Nel corpo nuovo la terra cruda è scelta nei suoi colori più chiari dell’ocra per offrire luminosità e contrapponendosi al rosso del cotto fatto a mano delle pianelle dei pavimenti che anche in questo caso danno continuità ai vari ambienti proseguendo con tori stondati lungo la scalinata curvilinea del soggiorno e in formati più ridotti nei locali più ristretti.

Il colore rosso-rosato del cotto nocciolato del pavimento è riproposto anche nei rivestimenti in coccio pesto. I punti critici dei pochi muri contro terra nei locali abitativi, dei vespai contro-roccia e degli attacchi a terra degli isolanti naturali sono risolti con materiali impermeabili in vetro cellulare opportunamente posati e sigillati.

Le scelte impiantistiche vertono su soluzioni a pompa di calore abbinate a sistemi di riscaldamento a pavimento a bassa temperatura. La pompa è alimentata anche dal supporto produttivo di energia elettrica da parte dei pannelli fotovoltaici integrati su tre falde del corpo di fabbrica pre-esistente garantendo soleggiamento, mascheramento paesaggistico, complanarità e rispetto del disegno di falda.

Il raffrescamento estivo non è stato risolto a livello impiantistico, ma a livello bioclimatico e grazie alla massa termica delle murature. La predisposizione di bocchette di ventilazione naturale che sfruttano il refrigerio delle intercapedini contro terra, sarà attivata in caso di necessità.

Innovazione tecnologiche e tecniche tradizionali

Il nuovo corpo di fabbrica è accessoriato anche da un termo camino pensato per risolvere il clima interno nelle mezze stagioni senza dover attivare il sistema di riscaldamento centralizzato. Opportune canalizzazioni veicolano l’aria non solo nell’ambiente soggiorno, ma anche nel disimpegno del primo piano. Il plinto di fondazione per l’allestimento della gru di cantiere è stato progettato fin dalle origini per essere utilizzato a fine cantiere come cisterna di raccolta delle acque piovane, grazie alle opportune opere di completamento che ne garantiscono l’impermeabilizzazione e la capienza fino a 10 metri cubi.

Un plus valore del progetto di bioedilizia di Cogorno è anche l’aspetto di innovazione tecnologica che lo rende un cantiere pilota per la scelta applicativa di alcuni materiali quali: pannelli prefabbricati in terra iperfibrata, additivi naturali per mescole di corpo e di finitura in terra cruda, isolanti naturali a partire da sottoprodotti agricoli quali lolla, canapulo opportunamente mineralizzati, e tecniche giapponesi di bruciatura per la durabilità del legno (shou-sugi-ban).

Parete in legno con materiali bioedili innovativi

Questi materiali sono stati utilizzati in molti locali dell’edificio e tutti insieme sono presenti in una nuova parete perimetrale che separa il corridoio distributivo del primo piano al cortiletto esterno. La parete realizzata con struttura lignea a telaio è chiusa esternamente da pannelli in canapulo mineralizzato (canapalithos 1000) e rifinita in doghe orizzontali faccia vista in legno di larice bruciato. All’interno la struttura è completata da pannelli prefabbricati in terra rifiniti con rasature di argilla fibrorinforzata e da reti in fibre naturali. Ogni campata racchiusa tra i pannelli è riempita da getti in lolla vetrificata, blocchi e getti in calcecanapulo con diversi dosaggi e densità.

La bioedilizia come cantiere formativo

Il cantiere è stato inoltre luogo di formazione di alcune maestranze e professionisti e luogo di incontro e scambio tecnico-culturale tramite giornate a porte aperte organizzate da Retenergie in collaborazione con tecnici Anab e Plain Green. Alcuni approfondimenti
di ricerca su materiali, tecnologie e impatti ambientali specifici del cantiere, sono stati approfonditi e sono in corso di approfondimento c/o Politecnico di Milano.

Se la bioedilizia è considerata al pari della medicina preventiva nel loro intento comune di preservare la salute degli abitanti, ogni cantiere bioedile costituisce una testimonianza reale e un tentativo di volgere verso una sostenibilità applicata. Ma tutto questo è possibile solo grazie alle scelte della committenza, alle competenze dei progettisti e delle maestranze e a un lavoro congiunto di squadra.

(Sergio Sabbadini)

La scheda

Tipologia di intervento: recupero edificio abitativo esistente e ampliamento
Luogo: Cogorno (GE) – Via degli Ulivi
Anno di realizzazione: 2015-2017
Committente: privato
Progettista-DL: arch. Sergio Sabbadini (disstudio.it)
Progetto-DL strutturale, CSP, CSE: studio Cuneo
Progetto impianti: studio clima
Progetto e installazione impianti fotovoltaici: ecoriSOLuzioni – Alekos.net di Dario Sabbadini
Appalto opere edili: Gruppo Lmb snc di Lombardi Salvatore & F.lli
Appalto impianti: Dieffe impianti srl
Tetti verdi: Daku Italia srl
Appalto opere in ferro: Ferrodesign Milano srl
Arredo cucina: Zanotto Elia di Zarpellon M & Figli snc

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