Quattro progetti di nuove architetture nel mondo selezionati dalla redazione di YouBuild: da Hong Kong a Milano, dall’India alla città di Ede, nei Paesi Bassi.
Il Giappone in Cina con 65 metri quadrati
La ristrutturazione in stile nipponico di un appartamento a Hong Kong
A Hong Kong, un appartamento di 65 metri quadrati, di proprietà di un praticante di medicina cinese, appassionato di cultura nipponica, e dell’anziana madre, è stato completamente ristrutturato in perfetto stile giapponese. L’intervento a cura dello Studio Hintegro, con un team coordinato dal titolare Keith Chan, ha saputo interpretare le esigenze del committente e caratterizzare con una precisa impronta stilistica l’intera abitazione grazie a un’attenzione rigorosa ai dettagli.
La ricerca di materiali provenienti direttamente dal Giappone, come il legno che si ritrova in tante componenti dell’abitazione, e l’inserimento di elementi d’arredo realizzati su misura hanno contribuito a realizzare un ambiente unico e armonioso. Dalla porta di casa, caratterizzata da un campanello personalizzato in legno Tochi, si prosegue nell’ingresso. Qui una shoji, la tradizionale porta scorrevole giapponese progettata su misura da Hintegro, fa mostra di sé: la parte inferiore è rivestita di legno massello proveniente da Kyoto, decorata a mano con un motivo esagonale strutturato, mentre la parte superiore è trattata con una vernice speciale.
Lo spazio viene poi definito da una scarpiera di forma curva, che funge da elemento di congiunzione e conduce verso il living. La zona giorno è stata studiata appositamente per consentire al proprietario e alla madre una totale esperienza comfort abitativo. La cucina è separata, ma comunque comunicante con il soggiorno grazie a una parete scorrevole, che consente di interagire con gli eventuali ospiti o più semplicemente di guardare la televisione mentre si sta cucinando.
Per completare l’atmosfera giapponese si è prestata molta attenzione all’ambiente bagno: una vasca con accessori spa domina lo spazio, con la volontà di ricreare un onsen, le tipiche terme giapponesi. Per la rubinetteria è stata scelta la collezione Diametro35 Inox di Ritmonio, caratterizzata da un design essenziale e dalla pulizia delle forme.
LA SCHEDA
Ristrutturazione abitazione privata
Luogo: Hong Kong
Progetto: Hintegro
Committente: privato
Foto credits: Keith Chan, Courtesy of Hintegro
Milano: l’ufficio è biofilico
Nell’ex area Rizzoli a Milano, Kengo Kuma firma insieme al botanico Stefano Mancuso ‘Welcome, feeling at work’, progetto che mira a diventare manifesto green per le città del futuro
Un nuovo modo di vivere il lavoro a Milano. Questo è Welcome, feeling at work, il progetto in corso di realizzazione nell’ex area Rizzoli, vicino al Parco Lambro. L’intento è quello di riqualificare l’intera zona e diventare un nuovo esempio di architettura organica, perfettamente integrata e modellata nell’ambiente che la ospita. L’ambizioso progetto promosso dalla piattaforma Ondipendente Europa Risorse e finanziato da un fondo gestito da PineBridge Benson Elliot, è firmato da Kengo Kuma & Associates e Stefano Mancuso, botanico di fama mondiale. Il cantiere verrà completato nel 2024.
L’ufficio biofilico di Milano mira a essere tra gli edifici più sostenibili mai realizzati, coniugando benessere della persona e rispetto dell’ambiente. La struttura vede l’utilizzo di tre materiali coniugati in maniera sinergica: calcestruzzo per le fondamenta e l’interrato, acciaio e legno per il fuori terra. Lo spazio architettonico è completamente integrato con la vegetazione e realizzato in materiali organici, per un totale di oltre 50 mila metri quadrati, strutturati in sei corpi inondati di luce naturale e flessibili, stratificati, ruotati e intrecciati tra loro, che digradano come anfiteatri naturali verso il Parco Lambro. Il complesso ospiterà uffici, auditorium, spazi di co-working, hall riservate agli incontri di lavoro, ma anche ristoranti e lounge, negozi, un supermercato, un’area wellness, luoghi per eventi temporanei e mostre.
Ogni elemento di Welcome, feeling at work è collegato da un filo verde: la Piazza, ricca di vegetazione e circondata da piccole colline; le Corti open air, destinate al lavoro informale e agli incontri; le Terrazze, concepite come estensioni degli spazi esterni, che ospiteranno orti, giardini fioriti, camminamenti; le Serre, luoghi speciali di lavoro, intrattenimento e svago. «Dimenticate le città prima del covid-19. Dobbiamo accettare un’epoca di sfollamento e ritorno alla natura», commenta l’architetto Kengo Kuma.
Il verde e le specie endemiche saranno dunque parte integrante del progetto architettonico: a questo aspetto concorrerà il prezioso lavoro del botanico e professore associato presso l’Università di Firenze, Stefano Mancuso, che darà un cruciale contributo affinché l’ufficio biofilico risulti tra i progetti più sostenibili mai realizzati. «La superficie occupata dalle città sul pianeta è intorno al 2% delle terre emerse. Da questa minuscola area provengono il 70% della CO2, all’incirca l’80% dei rifiuti prodotti dal pianeta e dunque comprendiamo all’istante che è l’idea della città che dobbiamo cambiare. Dobbiamo pensare a una città compatibile con l’ambiente e la mia opinione è chegrandi risultati possano essere raggiunti semplicemente utilizzando e introducendo le piante nei luoghi della vita urbana. La mia idea di città del futuro è questa: una città in cui qualunque superficie sia coperta di piante», dichiara il professore.
Zero emissioni CO2, energie rinnovabili, controllo dei consumi, recupero dell’acqua permetteranno di raggiungere la massima sostenibilità dell’intervento, realizzando un progetto che anticipa il futuro degli spazi di lavoro. Salute e benessere delle persone con target di certificazione Well Platinum; efficienza energetica Leed Platinum; rispetto delle linee guida anti covid19 (Ashrae, Rheva, Aicarr e Rapporto ISS); circolarità nei materiali da costruzione e nel loro utilizzo; nessun combustibile fossile;resilienza ai cambiamenti climatici per un futuro clima-neutro: è su questi pilastri che Welcome si propone come il più avanzato intervento ecologico in Europa.
LA SCHEDA
Welcome, feeling at work
Luogo: Via Angelo Rizzoli 2 , Milano
Progetto: Kengo Kuma & Associates
Committente: Europa Risorse Sgr spa
Fondo di investimento: PineBridge
Benson Elliot
Area: oltre 50.000 mq
Triangoli luminosi in India
A Nuova Delhi i progettisti dello studio Conarch Architects firmano un nuovo edificio per uffici, caratterizzato da una scenografica facciata geometrica
La composizione scultorea che caratterizza la facciata della JK House di Nuova Delhi spicca tra i palazzi di Pusa Road, in uno dei quartieri centrali più trafficati della città indiana. Progettato dallo studio Conarch Architects, l’edificio si sviluppa su sei piani e ospita spazi di lavoro open-space, sale conferenze e sale riunioni per 350 dipendenti. Opportunamente posizionato per beneficiare del sistema di trasporto pubblico della città, in crescente sviluppo, la struttura prevede un parcheggio di soli 25 posti auto. Questo ha permesso di ampliare le aree di servizio e le sale multiuso a disposizione dei dipendenti ai piani inferiori e interrati. Ai piani superiori, invece, sono stati realizzati workspace aperti e un tetto verde, in parte progettato come terrazza roof-top, da cui godere della vista panoramica sulla città.
Oltre al concetto di funzionalità, i progettisti dello studio Conarch Architects hanno prestato grande attenzione anche all’estetica. La facciata è composta da una composizione tridimensionale di forme triangolari retroilluminate a Led, realizzate interamente in pietra acrilica Hi-Macs, nella tonalità Alpine White. Posizionate agli angoli dell’edificio, queste particolari composizioni geometriche aggiungono un tocco scultoreo all’intera realizzazione, valorizzandone forme e rilievi. L’effetto è reso ancora più scenografico dall’illuminazione notturna che trasforma questo banale angolo di strada in un punto di interesse per i passanti.
Caratterizzato da un andamento lungo e stretto, l’edificio della JK House poneva una grande sfida sul piano dell’illuminazione naturale, soprattutto per gli spazi di lavoro posizionati ai livelli inferiori e per le aree lontane dalle pareti esterne. Dato il ruolo fondamentale che la luce svolge sul benessere mentale e fisico degli occupanti, i progettisti hanno deciso di introdurre al centro un atrio di generose dimensioni per illuminare l’edificio dall’interno. Le pareti divisorie, le finiture in materiale leggero e le pareti divisorie in vetro a tutta altezza aiutano la penetrazione della luce nelle aree più lontane dalle finestre. Gli spazi di lavoro interni, realizzati in colori tenui e contrastanti, creano un’atmosfera elegante e non banale, a cui concorrono l’illuminazione personalizzata, i mobili integrati, il soffitto e il particolare design delle pareti.
LA SCHEDA
JK House
Cliente: J.C. Chaudhry
Location: 32, Pusa Road, New Delhi, India
Architetti: Conarch Architects
Architetto principale: S.K. Goel
Area: 40.000 mq
Turn-Key Builder: RP Realtech Pvt Ltd
Produzione: A.S. Interiors
Materiale: Hi-Macs Alpine White S028
Foto: ©Prashant Dubey, Nitish Goel
Questa casa non è (più) una caserma
Il recupero di un’ex infrastruttura militare ha trasformato gli ampi volumi dei fabbricati in accoglienti e spaziosi open space pluripiano
Siamo a Ede, Paesi Bassi, a pochi chilometri dal confine con la Germania. Qui sorge l’ex centro di addestramento militare dell’esercito olandese: una serie di piazze d’armi, fabbricati per truppe e armamenti e caserme per fanteria, cavalleria e artiglieria, disposte in ordinata sequenza lungo gli ampi viali alberati. Dismessi da anni, questi enormi edifici sono stati al centro di un interessante progetto di recupero voluto dalla municipalità che, invece di costruire nuovi quartieri residenziali, ha deciso di riqualificare le infrastrutture militari per trasformarle in open space pluripiano, con abitazioni, uffici, spazi commerciali e servizi collettivi. In progetto c’è anche l’apertura di un centro di documentazione e ricerca sulla storia militare della cittadina.
Il progetto di recupero e riqualificazione dell’ex infrastruttura militare ha interessato fra l’altro alcuni fabbricati della Caserma Arthur Kool, composta da due volumi principali e da numerosi depositi in linea. Curato dallo studio di architettura Casa23, l’intervento ha mantenuto l’austera estetica esterna caratterizzata da solidi muri in mattoni a pasta scura e ampi tetti a doppia falda, e modificato radicalmente gli interni. L’involucro edilizio è stato inspessito, aggiungendo materiale termoisolante per ridurre le dispersioni termiche, e le ampie aperture presenti lungo le facciate sono state sfruttate a vantaggio dell’illuminazione naturale e ventilazione degli ambienti domestici. Per le camere, gli studi e gli spazi connettivi interni, realizzati sotto le coperture, è stato previsto il massiccio impiego di finestre da tetto.
Lungo le falde, secondo un disegno regolare, sono stati infatti distribuiti 132 serramenti Ftw-V Fakro, di cui 25 equipaggiati con il sistema Z-Wave a comando elettrico per agevolare la movimentazione. Le nuove aperture hanno permesso di inondare di luce e aria i locali realizzati nei sottotetti, raggiungendo anche le zone giorno poste ai piani inferiori. Tutte le finestre sono dotate anche di tende avvolgibili esterne Amz Solar che, in caso di eccessivo irraggiamento solareo surriscaldamento degli ambienti, sono in grado di aprirsi e chiudersi automaticamente.
LA SCHEDA
Riconversione ex struttura militare
Luogo: Ede (Paesi Bassi)
Committente: Van Middendorp
Construction Company
Studio di architettura: Casa23
Finestre da tetto: Fakro Ftw-V U3
Z-Wave
Tenda esterna: Amz Solar