Il secondo flagship store della Rinascente è stato aperto a Roma lo scorso ottobre in occasione del centenario dello storico marchio, inventato nel 1917 dal grande poeta ed esperto in comunicazione Gabriele D’Annunzio, per rinnovare gli storici Magazzini Bocconi di Milano.
Il nuovo intervento si colloca in pieno centro, a due passi dalla Fontana di Trevi. Per la delicatezza dell’area e la sua complessità strutturale ha richiesto tempi lunghi e grandi investimenti: 11 anni sono passati dall’acquisizione degli immobili e sono stati spesi circa 250 milioni in totale, 24 dei quali per le opere di urbanizzazione.
Centro dello shopping e area archeologica
A rallentare il cantiere – che ha avuto una durata complessiva di 1852 giorni – ha contribuito il ritrovamento di importanti reperti archeologici: resti di terme e domus romane, oltre a 15 arcate dell’acquedotto Acqua Vergine, voluto dal console Marco Vespasiano Agrippa nel 19 a.C., l’unico che a Roma è rimasto in funzione e ancora oggi alimenta le grandi fontane del centro.
Grazie alla collaborazione tra il Gruppo Rinascente e la Soprintendenza ai Beni culturali di Roma, questo impedimento è stato tramutato con lungimiranza in una speciale occasione per realizzare un’area archeologica all’interno dello spazio aperto al pubblico, quindi fruibile gratuitamente da tutti i visitatori. L’idea costituisce un eccellente valore aggiunto culturale e turistico per lo store, che lo utilizzerà per l’organizzazione di mostre ed eventi.
Le grandi dimensioni del progetto hanno richiesto l’acquisizione di diversi immobili, tra Via del Tritone e Via Due Macelli, che sono stati interamente ricostruiti preservandone in parte le facciate. La più rappresentativa è la lunga facciata su Via del Tritone, rivisitata formalmente dall’architetto Vincent Van Duysen e caratterizzata da 96 finestre e 7 vetrine.
Gli elementi architettonici e scenografici continuano all’interno, in una corte coperta che attraversa gli 8 piani della struttura inondandoli di luce: il piccolo palazzo ottocentesco presente sul sito è stato mantenuto autonomo nella sua sede originaria, ed è stato inglobato all’interno dalla corte come una sorta di matrioska architettonica.
I nomi del progetto
Nell’intervento sono stati coinvolti, oltre all’architetto belga Vincent van Duysen, Claudio Silvestrin e Giuliana Salmaso (1+1=1 Architects con sede a Londra), CLS Architetti, Retaildesign di Paolo Lucchetta, Lifschuntz Davidson Sandilands, India Mahdavi e Universal Design Studio. Alla qualità delle scelte architettonica si è affiancata anche la qualità delle scelte costruttive orientate all’efficienza energetica e alla sostenibilità.
Per l’isolamento termico delle strutture sono stati utilizzati circa 13.000 metri quadrati di pannelli STIFERITE in schiuma polyso di spessore 120 mm con diverse tipologie di rivestimento in funzione delle esigenze applicative delle diverse strutture. Per le pareti del cavedio, isolate con un sistema a cappotto, sono stati utilizzati i pannelli STIFERITE Class SK (U = 0,21 W/m 2 K e R = 4,80 m 2 K/W), specifici per questa applicazione, rivestiti su entrambi i lati in velo vetro saturato.
Per l’isolamento di alcune pareti perimetrali in intercapedine e per le coperture a falde sono stati impiegati i pannelli STIFERITE GT con rivestimenti gas tight triplo strato su entrambe le facce, che permettono di ottenere valori di conducibilità termica dichiarata estremamente bassi (λ D pari a 0,023 W/mK).
(Giacomo Casarin)