Architettura mediterranea per Villa Daphne, sotto l’influsso di Gio Ponti

Margine | Vista del prospetto principale 

Il nostro viaggio per l’Italia, alla ricerca di architetti Under 40, si arricchisce di una tappa nel Leccese, precisamente a Melendugno. Ci troviamo nella campagna Salentina in un contesto dominato dagli olivi secolari e dalla bassa macchia di arbusti, principalmente laurus nobils ed erica arborea, limitata dai muretti a secco.

All’orizzonte si stagliano forme tondeggianti che in lontananza sembrano cumuli naturali di pietrame. A mano a mano che vi si avvicina per osservarli acquistano coerenza e ci si rende conto che anche in questi elementi del paesaggio c’è la mano dell’uomo. Sono i furnieddhi o pajare, tipici manufatti agricoli che sono una variante locale dei più noti trulli.

Margine | La villa si trova leggermente rialzata dal contesto

Lo studio Margine, con sede a Roma, è composto da Valentina Pontie, originaria della Calabria, e Giulio Ciccarese, pugliese doc, i due giovani professionisti, classe 1986, dicono di ispirarsi allo stile costruttivo della propria terra d’origine fondendolo alla cosiddetta “architettura mediterranea” teorizzata da Gio Ponti a partire dagli anni ’30 e poi messa a fuoco compiutamente dopo il suo incontro, nel 1949, con l’architetto catalano Joseph Antoni Coderch.

La base critico-scientifica diffusa sulle pagine di Domus, volta a dimostrare l’esistenza di radici comuni fra le architetture del sud Europa in contrapposizione all’international style, dopo oltre settant’anni appare un po’ scricchiolante.

Ma Ponti ha comunque l’indubbio merito di aver portato all’attenzione internazionale l’architettura Iberica in massima parte ignota a causa dell’isolazionismo della dittatura franchista.

Dagli esempi spagnoli anni Cinquanta

Margine quindi, guardando ad esempi spagnoli degli anni ’50, allo stesso tempo voluttuosi e autarchici, crea un volume puro fatto di linee nette e colori chiari. Le pareti dell’involucro, a un primo sguardo in massima parte opache, in realtà vibrano di un discreto chiaroscuro creato da un frangisole realizzato in conci di calcestruzzo; i medesimi conci sono stati utilizzati anche per creare la pavimentazione drenante della zona parcheggi.

Sul fronte principale, orientato a sud, lo schermo solare risulta incorniciato, sui quattro lati, da una fascia piena. L’abitazione, a un unico piano con un superfici di circa 140 mq, è quindi leggermente soprelevata rispetto al contesto e questo espediente aiuta il piccolo volume a sembrare più imponente tanto da richiamare, in modo molto stilizzato, un ordine classico.

Oltre che per proteggere gli ambienti dallo spietato sole pugliese, la gelosia è anche un efficace espediente per preservare la privacy.

La contrapposizione fra questa architettura e le pajare è evidente. Queste costruzioni rurali sono caratterizzate dalla massa delle pareti in pietrame montato a secco, molto di rado hanno finestre e l’unica apertura, e fonte di luce, è la porta d’accesso al vano interno.

Invece Daphne, è questo il nome dato alla villa, presenta un limite poco definito rispetto al contesto che sembra spingere per entrare negli spazi domestici con la propria luce, colori ed anche, grazie alla brezza marina, con i propri odori salmastri.

Sopraelevazione futura

La distribuzione è molto semplice e razionale. Nella zona centrale troviamo il living e la sala da pranzo, divisi da un arredo che integra la cucina, alcuni contenitori e un camino.

Specularmente rispetto all’area pubblica troviamo gli spazi privati. A destra l’ampia camera padronale, con bagno dedicato ed ampia cabina armadio. A sinistra una camera doppia, un bagno, posto a servizio anche della zona comune, e una lavanderia.

Le due aree private si protendono verso il giardino a formare una sorta di camera all’aperto, coperta e attrezzata con armadi ricavati in nicchia. La loggia è sfruttabile sia per i pranzi estivi che come area di filtro e passaggio per raggiungere la piscina privata, ora solo predisposta, presente nel giardino posteriore. La casa è pensata per una futura sopraelevazione. È stato infatti creato un lucernaio che permetterà in futuro di montare una scala interna.

Tecniche tradizionali e materiali locali

Sotto il profilo tecnologico sono state impiegate metodiche tradizionali e, ove possibile, materiali locali “a chilometro zero”. La struttura è un telaio in calcestruzzo armato tamponato con blocchi in laterizio porizzato. Internamente è presente una contro-parete in blocchi di tufo.

Il forte spessore del pacchetto, unito alla presenza di diffusi vacuoli d’aria sia nel laterizio che nella pietra, garantisce un’ottima inerzia e sfasamento sia in estate che in inverno.

Il solaio a terra è isolato mediante un vespaio areato in blocchi di polistirene, ad alta densità, integrati in opera con un getto in calcestruzzo. Completa la stratigrafia lo strato per il passaggio degli impianti e l’impianto radiante posto sotto pavimento.

Il solaio di copertura, con struttura in latero-cemento, è sub-orizzontale isolato con un adeguato spessore di polistirene e impermeabilizzato con una guaina liquida bicomponente.

La villa è scaldata e raffrescata da una pompa di calore elettrica collegata a un impianto fotovoltaico. L’acqua sanitaria viene prodotta da un pannello solare termico con relativo accumulo inerziale. Le pavimentazioni, sia interne che esterne, sono in pietra leccese, una roccia calcarea con una bella nuance mielata.

Villa Daphne è un oasi di pace che si confronta con il cielo terso dell’estate Salentina, un bell’esempio di architettura mediterranea, qualsiasi significato incarni questa definizione.

di Ilaria Bizzo e Stefano Cornacchini

Il commento di Margine
Margine | Valentina Pontie e Giulio Ciccarese
Margine | Valentina Pontie e Giulio Ciccarese

Daphne è il progetto di una villa privata nella campagna Salentina in prospicienza al paesaggio rurale dominato da ulivi secolari e resti di antiche costruzioni contadine. Lo studio ha reinterpretato gli stilemi dell’architettura mediterranea, caratterizzata da volumi bianchi e compatti interrotti da sistemi di ombreggiamento e di limitazione dell’introspezione che rimandano alle contaminazioni vissute da questi territori.

L’impianto, su un unico piano fuori terra, è simmetrico, organico ed essenziale, circostanza che affida alla casa una forma plastica e monolitica caratterizzata da una gelosia romboidale realizzata in blocchi di calcestruzzo, che dona all’immobile un complesso gioco di luci e ombre che modellano gli spazi durante l’arco della giornata.

Gli spazi interni sono scanditi dalla parete attrezzata che funge da diaframma di separazione tra la zona pranzo e la zona living su cui si aprono grandi vetrate che consentono di mettere in relazione gli spazi esterni con la casa e lasciano percepire la piscina e il paesaggio retrostante. Ai lati della zona giorno sorgono gli spazi privati.

LA SCHEDA

  • Committente: Privato
  • Progetto: Margine | Giulio Ciccarese e Valentina Pontieri Architetti
  • Strutture: Margine x Vizzino Group srl
  • Impianti elettrici: AND&OR Impianti srls
  • Impianti idraulici e termici: Idrotech srls
  • Impresa edile: Vizzino Group srl
  • Foto: Studio Daido

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