M9 a Mestre: un museo per il recupero urbano, apertura prevista a fine 2018

A poco dalla sua apertura, il museo M9 di mestre un esempio di buona urbanistica

La costruzione del nuovo spazio espositivo M9 a Mestre avvia azioni di riuso urbano che integrano recupero e nuova costruzione senza consumo di suolo. Così l’M9 diventa un esempio di buona urbanistica. Da esporre come caso esemplare. L’International Council of Museums definisce il museo come un’istituzione permanente, senza scopo di lucro, al servizio della società e del suo sviluppo. Un museo è un luogo di conservazione della memoria, nel quale si raccolgono, si organizzano e si espongono testimonianze materiali e immateriali dell’uomo e del suo ambiente. In Italia il Codice dei beni culturali e del paesaggio definisce il museo come una «struttura permanente che acquisisce, cataloga, conserva, ordina ed espone beni culturali per finalità di educazione e di studio». Quello che queste definizioni non dicono è che un museo, nel caso specifico un nuovo museo, può essere un’occasione di recupero urbano, rivitalizzazione culturale ed economica di un centro cittadino e una opportunità di integrare recupero, conservazione e nuova costruzione secondo modelli di intervento che all’estero sono ben conosciuti ma solo oggi si affacciano nel nostro Paese. Il caso del museo M9 a Mestre, il museo del ‘900 che vedrà la sua apertura nel 2018, è un caso quasi unico ed emblematico nel panorama nazionale.

Museo m9 Mestre
Rendering del Museo M9 ultimato

M9: il progetto di rigenerazione urbana

Il museo nasce come polo culturale voluto dalla Fondazione di Venezia nel cuore di Mestre, in un’area che comprende un ex convento, un tempo utilizzato come distretto militare ma inutilizzato e abbandonato da molti anni. Il progetto dell’M9 (www.m9museum.it) in realtà è una ambiziosa e decisamente impegnativa, per dimensione e collocazione, operazione di rigenerazione urbana che ridisegna una parte consistente del centro di Mestre, aprendo gli spazi riqualificati dell’ex convento integrati dalle nuove strutture museali di nuova costruzione all’uso comune, con funzioni di fruizione pubblica e di permeabilità urbana. Il progetto vincitore del concorso che nel 2010 ha assegnato allo studio Sauerbruch Hutton la realizzazione del progetto (www.sauerbruchhutton.de) oggi è gestito da Polymnia Venezia, società strumentale della Fondazione di Venezia, ha l’obiettivo di realizzare una nuova istituzione culturale nella quale concentrare qualità architettonica, servizi innovativi e nuovi spazi collettivi. Il progetto dell’M9 struttura il complesso in parti espositive, aree retail e ricreative. L’iconicità dell’edificio, la sua impronta ecologica, i materiali usati, l’efficienza gestionale, la compatibilità ambientale, le connessioni urbanistiche, i collegamenti vari, la vicinanza ai servizi sono elementi che entrano con forza nella progettazione. Le aree espositive saranno ospitate nei tre piani del corpo principale di nuova costruzione, dove il primo e il secondo piano saranno dedicati a un’esposizione permanente sulla storia del Novecento italiano, mentre il terzo e ultimo piano ospiterà esposizioni temporanee di interesse nazionale e internazionale. Il Novecento è il secolo in cui la vita degli italiani si è trasformata di più e più rapidamente e rendere conto della profondità e della rapidità di questi cambiamenti sarà il filo conduttore dell’esposizione permanente di M9. L’esposizione farà leva sui contenuti dei principali archivi e teche storici, materiale inedito e profondamente attrattivo, e si integrerà con le aree retail, concepite dal progetto al fine di essere coerenti con il significato socio-culturale del progetto stesso.

Vista dall'alto del museo M9 di Mestre
Veduta d’insieme dell’area M9 nel 2009 Foto Alessandra Chemollo, M9 presskit. A destra, rendering della veduta d’insieme dell’area M9 a lavori ultimati Foto Archimation, M9 presskit

Un complesso intervento di recupero

I numeri relativi alle superfici coinvolte, associati alle immagini dall’alto che indicano la dimensione e l’estensione dell’area, indicano una consistenza molto significativa dell’intervento di riqualificazione, che comprende 4.650 m2 di innovation retail nelle aree dell’ex convento e 7.000 m2 complessivi nella parte museale di nuova costruzione, comprensiva di auditorium da 200 posti che si estende tra piano terra e interrato. Nell’ex convento, sede del distretto militare, in questi mesi è stata completata la posa della pavimentazione in trachite del chiostro ed è iniziata la realizzazione della struttura di copertura di questo spazio, che sarà restituito alla mobilità pedonale attraverso quattro vie di accesso. Il cortile interno del convento sarà così comunicante con le principali strade che circondano il complesso M9. I tre piani del convento saranno collegati da scale mobili su un lato del cortile. La copertura renderà lo spazio aperto del chiostro disponibile per eventi in grado di coinvolgere fino a 500 persone. Si tratta di un intervento di recupero molto atteso che restituisce al pubblico uno spazio architettonico di pregio rimasto fino ad oggi precluso alla cittadinanza, in quanto convento di clausura prima e distretto militare a partire dall’800. Entro l’estate si prevede la riapertura al transito pedonale del sottoportico che costeggia la passeggiata pedonale che collega l’M9 alle altre aree del centro città e in particolare piazza Ferretto, la piazza centrale della città.

Chiostro interno museo
Il chiostro interno dell’ex convento in corso di riqualificazione

Il progetto dunque, a ben sette anni dal concorso di progettazione, ha visto finalmente negli ultimi mesi una significativa accelerazione realizzativa, ormai prossima all’ultimazione delle parti strutturali.
In particolare, l’edificio dell’ex convento, la cui origine si colloca tra la fine del ’500 e i primi del ’600, è stato sottoposto a un’attenta opera di ristrutturazione e sarà finito entro l’estate del 2017, mentre il complesso museale di nuova costruzione, sede delle sezioni espositive, ha ormai raggiunto il terzo e ultimo piano. Dopo la realizzazione della copertura, nei prossimi mesi proseguiranno la posa delle parti impiantistiche e il completamento delle finiture architettoniche. L’apertura di M9, dopo le fasi di allestimento e collaudo, è prevista a fine 2018. Le aree che per prime verranno aperte al pubblico saranno le aree retail dell’ex convento/distretto militare. Il recupero degli spazi ha visto l’utilizzazione di materiali e soluzioni progettuali in grado di dare agli spazi non solo qualità architettonica, ma anche flessibilità d’uso e soprattutto integrazione con le strutture antiche dell’ex convento, in parte recuperate e in parte rinnovate con interventi che hanno dovuto tener conto della qualità delle strutture e delle opere realizzate dai militari nel tempo, che in alcuni casi hanno consegnato manufatti parzialmente o totalmente inutilizzabili. Un progetto che riusa lo spazio costruito, che ha agito con demolizioni e ricostruzioni, che punta sul recupero e il riuso integrando un nuovo edificio che nel disegno architettonico di Sauerbruch Hutton diventa una icona cittadina, un luogo di attrazione anche visiva e non solo per i contenuti. Contenuto e contenitore. Così nasce un museo.

(Federico Delle Puppa)

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