Angaisa: Superbonus in 10 anni, no a norme retroattive

Lo tsunami Superbonus continua a fare discutere e a suscitare grandi preoccupazioni per il presente e il futuro del comparto edilizio, che aveva finora fatto affidamento su norme e modalità applicative ritenute certe e immodificabili.

Le recentissime anticipazioni del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, legate all’obbligo di spalmare i crediti fiscali su 10 anni anziché 4 o 5, sono state accompagnate da una serie di illazioni sulla possibilità che il Governo voglia introdurre questa disposizione con efficacia retroattiva, andando a toccare anche i crediti già maturati da aziende, operatori professionali e banche.

Con effetti estremamente negativi per i loro bilanci, accompagnati da un vero e proprio “colpo mortale” (forse definitivo) alla fiducia nello Stato e nella certezza del diritto.

Si tratta di misure che, come denuncia Angaisa (l’associazione dei distributori idrotermosanitari, aderente a Confcommercio e socio aggregato di Federcostruzioni), sono state preannunciate in una situazione di mercato già estremamente complessa, caratterizzata da una vera e propria fase recessiva che sembra destinata a protrarsi anche nei prossimi mesi.

Maurizio Lo Re | Presidente Angaisa

Il commento di Maurizio Lo Re | Presidente Angaisa

Sono decine di migliaia le imprese e i posti di lavoro a rischio e certamente le nuove misure preannunciate dal Governo non contribuiranno a rasserenare gli animi.

Il Superbonus aveva ormai da tempo perso il suo effetto trainante; quella che va scongiurata a qualunque costo è l’introduzione di norme retroattive che possano mettere in discussione i diritti già acquisiti, anche con riferimento all’anno incorso.

Comprendiamo perfettamente la necessità di salvaguardare i conti pubblici: ma questo obiettivo non può essere perseguito a discapito degli equilibri economico-finanziari delle nostre aziende. Rischiamo di andare incontro a un nuovo devastante corto circuito per l’intero comparto edilizio.

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