Ampie finestre Italserramenti per la casa nel parco del Cinghio

Le ampie finestre ricordano le strutture campestri e Italserramenti le ha esaltate dando personalità ad un casale nel parco del Cinghio.

Con lo scopo di migliorare la qualità della vita nel quartiere, aumentare le opportunità di socializzazione, incrementare la sicurezza e ripristinare edifici inutilizzate, è stato avviato l’intervento di recupero di uno spazio di grande valore legato alla tradizione culturale rurale proiettato nella contemporaneità: il Podere Cinghio.

Podere Cinghio
Italserramenti | Podere Cinghio

Spazio culturale e sociale

Il podere rinasce quindi come spazio polifunzionale confortevole, aperto e versatile, a servizio del quartiere Montanara. Un luogo di inclusione e comunità in cui operano diversi soggetti, e che inoltre promuove un dialogo intergenerazionale tra anziani e giovani per portare avanti progetti condivisi legati al tema dell’agricoltura urbana, intrecciando rapporti di collaborazione anche con le scuole e il quartiere; un luogo in cui costruire un pensiero critico che aiuti la città stessa a crescere.

Gli interventi hanno comportato il recupero di due fabbricati rurali del podere, dei primi del ‘900, abbandonati da tempo, il loro consolidamento e la messa in sicurezza del tetto, con un occhio vigile alla sostenibilità ambientale.

Podere Cinghio particolare del porticato esterno
Italserramenti | Particolare del porticato

Ideazione a più mani

Il progetto arricchisce l’offerta di un quartiere che ha già il vivace Centro Giovani Montanara, il Distretto del Cinema e la Biblioteca di Villa Ghidini. Un quartiere che per Parma è sempre più un modello.

Un progetto che nasce del resto da una proficua collaborazione tra diversi assessorati del Lavori Pubblici, Welfare, Cultura e Associazionismo, e atteso da molti anni. Il progetto architettonico, a cura dell’architetto Paolo Giandebiaggi, ha previsto la ristrutturazione di due rustici esistenti di 870 mq complessivamente, un tempo di proprietà dell’Ausl e poi ceduti al Comune.

Fabbricato 1

Il primo fabbricato, una struttura a due piani e sottotetto, con solai in legno con travi di rovere, pavimenti e scale in cotto e camini – ospita al piano terra la sede sociale degli orti urbani e un bar caffetteria, oltre ai servizi.

Mentre al primo piano vi è una zona indipendente dal resto dell’edificio, composta da una sala riunioni e relativo ufficio con servizi.

Fabbricato 2

Invece nel secondo edificio rustico, una volta adibito a pollaio e fienile, al piano terra sono ubicate sale per le attività delle associazioni e per l’amministrazione comunale.

Mentre al primo piano trovano collocazione vari uffici, servizi igienici e l’ampia sala conferenze, nuovo locale ricavato attraverso la chiusura con vetrate dell’ex fienile.

Altri spazi

All’interno del Podere trovano spazio anche il Centro sociale Orti Cinghio, il Centro giovani Villa Ghidini e altre associazioni di quartiere. Il sottotetto invece, attraverso minime pareti, ospita quattro locali destinati ad ufficio e alla terrazza impianti.

La porzione a nord-ovest infatti diviene oggetto di intervento attraverso la bucatura della copertura per creare una zona scoperta che va ad ospitare elementi impiantistici.

Il foro creato è stato quindi chiuso con elementi in acciaio corten perpendicolari alla struttura principale. Elementi architettonici aggiunti sono identificati nel percorso vetrato di protezione all’ingresso principale e nell’elemento aggiunto sul fronte ovest, serra solare chiusa da vetrata ed accessibile dalla doppia apertura sulla sala conferenze.

In esterno

Una stanza all’aperto, collegata da un passaggio pedonale al centro giovani, offre agli utenti uno spazio per l’attività esterno con vista sugli orti e il parco del Cinghio. Sotto la passerella, nella parte coperta, ecco ricavato un altro ambiente.

Uno spazio per le feste di quartiere o legato all’attività degli orti e la condivisione dei prodotti coltivati. Il tutto accessibile ai disabili, dotato di reti wi-fi, ecosostenibile, e con postazioni di car e bike sharing.

Materiali e finiture

Un intervento che rispetti le caratteristiche storiche degli edifici ed al contempo consenta grande flessibilità progettuale, ottime caratteristiche statiche, energetiche ed estetiche erano le richieste della committenza.

Podere Cinghio facciata con il portico
Italserramenti | Ampie vetrate per garantire luce naturale

Italserramenti, con il suo design che coniuga eleganza ed elevato isolamento termico, è stato in grado di rispondere ad ogni esigenza. Le finestre in alluminio Italserramenti con sistema Reynaers, scelte dall’impresa per questa realizzazione, sono caratterizzate da un’ampia superficie trasparente.

Inoltre, la finitura effetto corten, stesso materiale utilizzato nella progettazione della struttura, crea un elemento di continuità semplice ed elegante.

I robusti telai in alluminio garantiscono la facilità d’uso ed una ridotta necessità di manutenzione, sono leggeri, resistenti, e hanno una ottima durata nel tempo. Aspetti fondamentali e non trascurabili soprattutto quando si parla di strutture utilizzate da molti e differenti utenti.

Podere Cinghio il progettista, l'architetto Paolo Giandebiaggi
Paolo Giandebiaggi | Architetto

Paolo Giandebiaggi | Architetto

Due macrofunzioni che non escludono aperture ulteriori. Cerco sempre di mantenere i volumi e le destinazioni originarie degli edifici su cui interviene il nostro studio. I due edifici sono uniti da una passerella pedonale con profilati di corten e da una piazza pavimentata con porticati aperta ad eventi sociali, didattici o anche mercatali.

I 90 metri quadri di Villa Ghidini diventano 125 metri al primo piano del nuovo stabile.
A piano terra una grande sala aperta accoglie il Comitato anziani e una zona ristoro. A tutti i livelli, completamente accessibili per tutti, sale destinate a riunioni, eventi occasionali e spazi associativi con ingressi indipendenti.

Riscaldamento e raffrescamento sono ottenuti da una serra solare, i materiali utilizzati per il recupero sono riciclabili e a km zero.La nostra filosofia è che gli architetti non devono concludere i progetti, ma sono i fruitori che devono far vivere gli spazi.

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