La dolce attesa, il progetto-installazione del regista Paolo Sorrentino per il Salone 2025 è un’esperienza che trasforma lo spazio in un controcampo di emozioni sospese, in un limbo di suggestioni visive e sonore, giocando sul confine tra due verbi.
Ce n’è uno, attendere, che non significa stare fermo. Attendere è volgere lo sguardo, tendere verso. Inseguire, senza correre. E c’è l’altro, quello sbrigativo, perentorio: aspettare. Che mette ansia. Il piede che batte nervoso, l’occhio sull’orologio, il tempo che non passa. Aspettare è lo stato d’animo dell’insofferenza.
L’attesa, invece, è una dimensione. Un luogo in cui qualcosa può accadere. Un tempo di transizione. Per questo (forse) il regista la chiama dolce. Perché l’attesa non è passiva.
È sì lenta, ma fertile. Incubatrice. Le serve tempo. Il tempo di trasformare il caos – quello fuori e dentro di noi quando aspettiamo in una clinica – in qualcosa di riconoscibile. Non subito. Al momento giusto.
Bisogna saperci stare, nel vuoto di quella sala. E allora come quello spazio viene progettato e realizzato può fare la differenza.
Se l’attesa è uno spazio sospeso, il suono deve saperla colmare mentre ne racconta il ritmo. Per questo, Paolo Sorrentino ha affidato a Max Casacci la creazione di un tessuto sonoro che ne scandisce lo scorrere.
Un battito sommerso, pulsante, che accompagna l’esperienza immersiva dell’installazione senza imporsi, ma penetrando nel respiro di chi la vive.
Musicista, produttore e ingegnere del suono, Casacci è noto per essere il fondatore e chitarrista dei Subsonica, una delle band più influenti della scena musicale italiana.
Salone del mobile | La proposta di Paolo Sorrentino
Con La dolce attesa parliamo dell’attesa di un responso medico. Quel tipo di attesa diventa una sospensione. Rimaniamo appesi. Fermi, tesi, nervosi. E angosciati. E la sala d’attesa, così come è stata concepita fino a oggi, è solo un’amplificazione dell’angoscia. Forse, allora, dovremmo ripensare l’attesa. Ingannarla. Viaggiare e perdersi nel viaggio come in un vago senso di ipnosi. Così, forse, aspettare può diventare meno penoso. Perché diventa altro. Un piccolo viaggio, come da bambini, su giostre rassicuranti. La vista si concentra su un coacervo di vetri smerigliati che occultano, deformano, l’unico elemento che, se continua a battere, ci allunga la vita. È il cuore. Nascosto, misterioso, eppure lui è lì, a ricordarci che non è ancora finita.
Villa Héritage, che si inserisce nel nuovo percorso espositivo A Luxury Way, riflette sul progetto come linguaggio universale in grado di connettere tradizione e innovazione, promuovendo il dialogo tra passato e futuro.
Più di un semplice spazio, più di un’installazione, Villa Héritage è un rifugio nel cuore del Salone pensato per invitare alla riflessione sul significato dell’abitare e della creazione artistica.
Perché alcune forme e proporzioni continuano a risuonare nel tempo? Cosa rende un oggetto un’icona senza età? Come si progettano ambienti capaci di emozionare e imprimersi nella memoria collettiva? Qual è il rapporto tra arte, design e materia?
La risposta prende forma in una scenografia multisensoriale, dove luce, colori, volumi e materiali trasformano il design in un codice percettivo, in una traccia viva che attraversa il tempo e modella le nostre esperienze. Villa Héritage non si osserva soltanto: si vive, si respira, si ascolta.
Il percorso si snoda partendo dall’ingresso e attraversando sale e saloni, stanze e bagni sino al Salone della Musica. Al centro del quale si trova il pianoforte Alpange, protagonista di un’esperienza sonora senza precedenti. Suonato da due maestri interpreti, Anne Lovett e Michael G. Jennings, accompagnerà i visitatori con una serie di concerti esclusivi.
L’eredità non è un vincolo; è una fonte di libertà. Comprendere e padroneggiare il lascito del nostro mestiere ci fornisce gli strumenti per reinventare e superare i confini del design. Villa Héritage celebra questa dinamica tra storia e creatività contemporanea e coinvolge tutti i sensi, offrendo un’esperienza in cui luce, texture e suono si uniscono per creare emozione. L’arte è la nostra eterna fonte di ispirazione, elevando il design a un dialogo senza tempo con l’umanità.
Paolo Sorrentino. La dolce attesa
8 – 13 aprile 2025 Fiera Milano, Rho – Pad. 22-24 Ingresso su prenotazione
Pierre-Yves Rochon. Villa Héritage
8-13 aprile 2025 A Luxury Way. Fiera Milano, Rho – Pad. 13-15