di Gerardo Semprebon, Shanghai Jiao Tong University – Politecnico di Milano
La Chiesa del Buon Ladrone recentemente inaugurata a San Lazzaro di Savena (Bologna) è il risultato di un lavoro di partecipazione e condivisione tra cliente, progettista e comunità durato nove anni, orchestrata dall’azione congiunta di tre studi di architettura: INOUTtarchitettura, Lado architetti e Lamber + Lamber.
La titolazione della Chiesa al Buon Ladrone allude al messaggio di redenzione che si è voluto trasmettere e mettere in pratica coinvolgendo nella fase costruttiva alcuni detenuti del carcere La Dozza di Bologna. Il progetto recupera il manufatto esistente, precedentemente utilizzato come luogo di culto, e aggiunge il nuovo edificio della chiesa e due corpi minori dedicati alla parrocchia.
Il progetto
La disposizione volumetrica chiarisce fin da subito la duplice natura del progetto, che oscilla tra una componente pubblica, spirituale ed essenziale, e una intima, domestica, frugale. Da un lato, infatti, i volumi definiscono l’ambito protetto della corte, spazio archetipico nei complessi ecclesiastici, che qui reinterpretato come spazio vegetale alberato e risulta accessibile anche dal tetto verde dell’edificio che introduce al retrostante Parco della Pace.
Dall’altro, l’arretramento del volume principale rispetto alla strada di accesso disegna il sagrato e definisce il carattere pubblico della nuova chiesa. Tale rapporto dialettico si dipana in tutto il progetto, generando spazi che invitano il fedele a mantenere una relazione misurata con le dimensioni spirituale e corporale che contraddistinguono l’esperienza liturgica.
Una chiesa movimentata
Alla chiesa si accede da ingressi ricavati nelle pieghe dei muri perimetrali. Tali movimenti, rompono le geometrie perpendicolari che caratterizzano la rigidità formale degli altri edifici ed elementi del contesto, e generano gli spazi irregolari che ospitano le funzioni accessorie alla preghiera, quali il battistero, la cappella feriale e il coro. Sono illuminati zenitalmente da pozzi e tagli di luce. L’operazione è di particolare interesse tanto nell’esito spaziale quanto nel richiamo metaforico alle classiche sequenze di cappelle e nicchie che contraddistinguono le navate laterali degli edifici ecclesiastici.
È in corrispondenza della sala principale che lo spazio riacquista unitarietà, definendo un ambiente quasi quadrato che raccoglie gli scranni dei fedeli, in grado di accogliere 300 uditori, disposti a semicerchio attorno al fulcro della stanza: l’altare. Il gesto architettonico che contraddistingue la chiesa è il taglio di luce, da terra a cielo a terra, che corre continuo lungo l’asse dell’edificio e allude, come suggerito dagli autori, allo «squarcio nel velo del tempio» narrato nei Vangeli.
Candide superfici
Sia internamente sia esternamente le superfici della chiesa sono candide, finite rispettivamente con cartongesso, lamiera di alluminio verniciata e intonaco bianco. Costituiscono un’eccezione la matericità del pavimento in parquet di rovere e quella dei fuochi liturgici (l’altare, l’ambone, il fonte battesimale) elementi lapidei in selenite, un gesso cristallino caratteristico delle colline bolognesi. Illuminati da generosi pozzi di luce, sono gli unici, e pertanto preziosi, accenti progettuali, presentati come elementi puri estratti dalla Terra.
La Chiesa del Buon Ladrone propone un’architettura attenta e delicata che, insensibile alle mode del momento, traduce le richieste del programma in modo essenziale, sia nell’asciugare il proprio lessico espressivo, sia nell’introdurre un nuovo ordine di relazioni tra i materiali urbani nuovi e quelli esistenti. È grazie a questa sensibilità che il progetto riscatta il contesto e si appresta ad accogliere la vita della comunità.
LA SCHEDA
Chiesa del Buon Ladrone
Luogo: San Lazzaro di Savena (Bologna)
Cliente: Parrocchia di San Lorenzo del Farneto
Progetto: INOUTarchitettura; LADO architetti; LAMBER + LAMBER – www.inoutarchitettura.com; www.ladoarchitetti.it; www.lamber.net
Programma: spazi di culto e di supporto all’attività parrochiale
Area di progetto: 4.935 mq
Superficie costruita: 1.056 mq
Fine lavori: 2019
Foto: Simone Bossi