In vista dei grandi temporali d’estate si accende il dibattito sulla gestione del territorio. Prevenire ondate di piena attraverso forme di drenaggio sostenibile. Progettare sistemi di gestione delle acque meteoriche urbane. Ideare nuove strategie e impiegare nuove tecnologie per ridurre i fenomeni di allagamento urbano. Ridurre il degrado qualitativo delle acque. Rileggere il territorio sotto la lente della gestione sostenibile delle acque meteoriche puntando su prevenzione e pianificazione. Sono queste le sfide al centro del tavolo tecnico che ha visto riuniti Regione Lombardia, Ato Città metropolitana di Milano, Gruppo Cap e i Comuni dell’hinterland milanese per misurarsi sulle nuove normative in tema di sistemi di drenaggio urbano.
“I cambiamenti climatici impongono nuove sfide su fronti solo apparentemente opposti: la necessità di tutelare la risorsa idrica dai fenomeni siccitosi, e l’urgenza di trovare soluzioni agli eventi metereologici estremi”, ha sottolineato durante l’incontro Michele Falcone, direttore generale di Gruppo Cap. “Sono temi che è possibile gestire e affrontare solo attraverso una governance del territorio su scala più ampia del singolo comune o città. In questa prospettiva è centrale il superamento della settorializzazione e della frammentazione delle competenze e l’avvio di un processo di integrazione tra pianificazione urbanistica comunale e previsioni del piano d’ambito a scala di agglomerato”.
Gruppo Cap, il gestore del servizio idrico integrato dell’area metropolitana di Milano, mette a disposizione delle amministrazioni comunali e degli uffici tecnici le proprie competenze e le risorse necessarie nella redazione di documentazione e studi che andranno inseriti nei Piano di Governo del Territorio, partendo dalla costruzione di una pianificazione territoriale che tenga nella giusta considerazione la gestione delle acque meteoriche in un’ottica soprattutto di prevenzione di fenomeni come alluvioni o bombe d’acqua.
La base di partenza è il Regolamento Regionale 7/2017 sull’invarianza idraulica, che stabilisce un principio fondamentale per la pianificazione urbanistica e territoriale: se una porzione di territorio, prima di realizzare un intervento di trasformazione, produce una certa quantità di acqua in occasione di precipitazioni meteoriche, dopo la trasformazione urbanistica dovrà mantenere costante la quantità di acqua prodotta.
Questo significa che se si impermeabilizzano o disboscano porzioni di territorio, riducendo quindi le naturali capacità del terreno di ritenere e smaltire le acque piovane, è necessario realizzare opere di immagazzinamento delle acque di pioggia, per poi restituirle alla natura successivamente alla piena dell’evento meteorico, in modo da evitare i danni da alluvione. Come? Attraverso le diverse forme di drenaggio urbano sostenibile. Le aree metropolitane diventano così laboratori di sostenibilità dove, a partire dalla consapevolezza dell’interdipendenza sui temi idrici delle aree urbane e di quelle agricole, è necessario costruire sinergie volte alla migliore gestione quantitativa e qualitativa della risorsa.