Riqualificazione: il primo oratorio in Italia nZEB (energia quasi zero)

Immobili che consumano pochissima energia, quasi zero appunto. Ecco cos’è lo nZEB

Introdotti dalla Direttiva Europea 31/2010/CE, seguita in Italia dal D.Lgs. 192/2005, gli edifici nZEB non sono altro che immobili dove i riscaldamenti, la produzione di acqua calda , l’illuminazione, la ventilazione consumano poca energia.
Dal 2021 gli edifici pubblici e dal 2019 tutti i nuovi edifici dovranno essere obbligatoriamente costruiti in nZEB secondo la normativa.

 

Un oratorio realizzato secondo lo nZEB

La trasformazione degli spazi urbani si compie anche attraverso quei luoghi di comunità rispondenti alle nuove esigenze aggregative, come gli oratori e i centri di socializzazione. Dove l’architetto è chiamato alla riqualificazione dell’esistente nel segno di un’architettura fortemente condivisa ed ecosostenibile. È in questa prospettiva che ha preso forma il progetto del nuovo oratorio di Rezzato, in provincia di Brescia, curato dallo Studio associato di architettura Pietrobelli e Zizioli. Un’unica struttura sostenibile per le tre parrocchie presenti sul territorio comunale.

Il dato distintivo del nuovo oratorio di Rezzato è proprio la sostenibilità ambientale, perseguita attraverso scelte tecnologiche, costruttive e impiantistiche all’avanguardia: impiego di un sistema costruttivo a secco, pannelli fotovoltaici, tetti verdi e serre solari. Che rendono l’oratorio un edificio ad energia quasi zero. I dispositivi ad elevate prestazioni tecnologiche si coniugano con l’uso di materiali naturali ed ecologici come la locale Pietra di Botticino per la pavimentazione dei portici, il legno per le strutture delle pareti dell’involucro edilizio e per la facciata e i.idro Drain di Italcementi, conglomerato cementizio per pavimentazioni esterne continue con altissima capacità drenante.

 

riqualificazione oratorio rezzato sostenibilità nZEB
La struttura realizzata coniuga due differenti tipologie di prefabbricazione: calcestruzzo armato per il telaio portante e legno per le pareti perimetrali altamente isolate

 

“La configurazione e la soluzione architettonica di un progetto è sempre il frutto di una profonda analisi dei bisogni della committenza, dello studio del luogo e delle inderogabili esigenze di funzionalità del sistema edificio”, hanno spiegato gli architetti Laura Pietrobelli ed Emanuela Zizioli. “La configurazione planimetrica dell’oratorio è il risultato di una lunga analisi preliminare di funzioni e spazi necessari alla attività ed è stata realizzata non solo attraverso riunioni con la committenza e con i vari referenti ma anche attraverso questionari, sopralluoghi e assemblee pubbliche”.

 

Il progetto

Con una superficie fuori terra di circa 2.700 metri quadrati, il progetto ha riqualificato un’area precedentemente urbanizzata, non ha comportato consumo di suolo e non ha modificato i caratteri tipologici, materici e costruttivi dell’insediamento adiacente. Profili, materiali e colori risultano, infatti, congruenti con quelli dei fabbricati adiacenti. I nuovi collegamenti pedonali e ciclabili contribuiscono a valorizzare i beni culturali presenti nelle vicinanze e risolvono molte delle criticità attuali del sito.

 

riqualificazione oratorio rezzato sala polivalente
Il rivestimento esterno della sala ovale è rivestito con listelli di 5 x 10 cm in legno lamellare di abete

 

Molte soluzioni architettoniche derivano da esigenze funzionali o di sostenibilità ambientale e il progetto ha privilegiato una tecnologia costruttiva prefabbricata e a secco che è stata oggetto di una lunga analisi. “La struttura realizzata”, ha spiegato Pietrobelli, “coniuga due differenti tipologie di prefabbricazione: calcestruzzo armato per il telaio portante e legno per le pareti perimetrali altamente isolate. Tale soluzione risulta idonea a questa destinazione d’uso perché la struttura portante in calcestruzzo ha consentito di realizzare solai con grandi luci e carichi di progetto, liberando gli spazi interni. Il rivestimento esterno della sala ovale”, ha poi aggiunto Pietrobelli, “è rivestito con listelli di 5 x 10 cm in legno lamellare di abete (Picea Abies) e impregnato con 3 mani di finitura protettiva color Weng: una seconda pelle che cela la fitta rete di canalizzazione impiantistica predisposta all’esterno. Questo secondo involucro permeabile, consente inoltre l’accesso in sicurezza agli addetti della manutenzione senza sottrarre spazio utile all’interno dell’edificio”.

La distribuzione planimetrica di progetto procede in continuità con quella del preesistente oratorio: il fabbricato principale, su due livelli, ospita le aule di catechismo, sale di ritrovo, bar con cucina ed area amministrativa, mentre un grande portico connette due bassi volumi alla grande sala ovale della comunità. Negli spazi esterni sono state realizzate aree a verde e ampie aree drenanti a cui grande attenzione è stata posta alla scelta del materiale della pavimentazione esterna che si è concretizzata con l’utilizzo di i.idro Drain, un’innovativa formulazione di calcestruzzo per pavimentazioni continue con un’altissima capacità drenante, sviluppata da Italcementi. L’utilizzo di un materiale drenante, per oltre 800 metri quadri di superficie continua, ha permesso anche di annullare la realizzazione e la relativa manutenzione di caditoie e tubazioni che sono invece necessarie per la raccolta di acqua quando vengono utilizzate pavimentazioni impermeabili.

 

Con nZEB, sostenibilità a energia quasi zero

Quello di Rezzato è il primo edificio in classe A del territorio comunale e della Diocesi di Brescia ed è il primo oratorio NZEB a livello nazionale. “L’obiettivo è stato la realizzazione di un oratorio sostenibile, a servizio dei giovani e delle famiglie, che prevedesse la realizzazione di uno spazio moderno, flessibile e accogliente per la collettività”, ha sottolineato Zizioli, che ha poi concluso: “La sostenibilità è stata il filo conduttore che ha guidato ogni scelta progettuale e l’intervento ha potenziato la qualità ecologica complessiva raggiungendo alte prestazioni energetiche. Essendo un edificio ad energia quasi zero, anche la parte impiantistica ha svolto un ruolo fondamentale e la progettazione coordinata sin dalle prime fasi ha permesso la migliore integrazione con le soluzioni architettoniche nel segno della riduzione dei costi di gestione”.

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