Il 2025 ha compiuto poco più di un mese e mezzo di vita, ma per gli analisti politico-economici è già tempo di bilanci a livello globale.
Ceresio Investors ha pubblicato il mensile rapporto – l’Osservatorio febbraio 2025 – dal titolo illuminante: Economia mondiale a prova di Trump. Un’analisi profonda del panorama economico mondiale che deve fare i conti con le incertezze americane. Provocate da un continuo alternarsi di proposte e controproposte, dazi e controdazi, vincoli posti e poi tolti.
Il mondo sta cambiando
Trump è la variabile a volte indecifrabile che rende difficile dipinge un quadro previsionale preciso. Ma gli economisti hanno comunque tratteggiato situazioni e ipotesi per il futuro più prossimo.
Sotto il profilo squisitamente economico il mondo appare diviso da una linea verticale che separa Stati Uniti ed Europa: da una parte il trumpismo con le sue nuove politiche economiche, con i dati in crescita e con un’inflazione abbastanza stabile, dall’altra il passo lento europeo zavorrato da una Germania debole e dai tassi di interesse in continuo fiducioso abbassamento da parte della Banca centrale europea.
Il quadro dunque presenta notevoli chiaroscuri che hanno radici ben individuate. Negli States il binomio salari-consumi sostiene l’economia e la Federal Reserve contribuisce al momento positivo perseguendo una politica di stabilità dei tassi. Indici che in Europa non sono presenti.
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La Germania invertirà la rotta?
Si attendono però possibili cambiamenti; le attese elezioni tedesche si sono svolte portando ad un cambio di rotta politico che si trasformerà sicuramente in nuove politiche economiche. I cui esiti sono ancora tutti da scoprire. Le difficoltà della Germania, in particolare nel settore dell’automotive (a braccetto con quelle francesi nel medesimo settore) hanno frenato il continente.
Secondo semestre difficile per l’Italia
Nel quale non brilla purtroppo neppure l’Italia. Le previsioni sull’occupazione indicano uno stop da agosto in poi, rendendo ancora più impegnativo questo periodo già contrassegnato da una evidente stagnazione.
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A Est maggiore stabilità
Spostando lo sguardo a est la situazione cambia radicalmente: la Cina avanza (pur se piano), l’India rallenta (ma già la sua velocità è di gran lunga superiore a quella Europea), il Giappone accoglie immigrati per coprire il fabbisogno di personale lavorativo.
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In attesa delle politiche trumpiane
Sul quadro generale appena tratteggiato aleggiano le politiche (o si dovrebbero definire minacce?) di Trump nelle quali la parola dazio ha ripreso un ruolo da protagonista.
Se le promesse si tradurranno totalmente in realtà i contraccolpi saranno forti sui bilanci di paesi esportatori come il nostro, ma certamente anche i consumi in America ne risentiranno ed allora i bilanci potrebbero cambiare.
Non resta che attendere gli sviluppi, sperando si mostrino presto perché nuoce di più ai mercati della costante incertezza.