Su YouBuild di gennaio la trasformazione dell’edilizia verso la resilienza e la rigenerazione

Il Convegno nazionale YouBuild 2024 si è concluso di recente, lasciandoci una messe di spunti, dati e considerazioni che vale la pena raccogliere ed elaborare in questo 2025.

Come leggerete nel report dell’evento, è emerso un quadro complesso, sfaccettato dell’industria delle costruzioni, da cui sembra possibile trarre nuove direzioni e rinnovate energie per una trasformazione dell’edilizia in chiave resiliente, circolare e, soprattutto, rigenerativa.

In un mondo che ha spesso visto l’architettura come un gesto di separazione dalla natura, questo numero di YouBuild invita a ripensare la costruzione come un atto di riconnessione.

Il cambiamento climatico ci offre non solo una sfida, ma una profonda opportunità di ritrovare un equilibrio tra l’uomo e il pianeta. Ogni progetto presentato in queste pagine è una risposta, un riflesso di come l’architettura possa essere il linguaggio attraverso cui dialogare con la natura.

Integrazioni tra architettura e biodiversità urbana

Immaginate un tempo in cui costruire significava dominare: innalzare muri per definire territori, sigillare la terra sotto strati di cemento. Questa visione appartiene al passato.

Progetti come il Nordhavn Masterplan di Copenaghen mostrano come l’architettura possa invece essere un ponte: un quartiere che intreccia energia rinnovabile, biodiversità e spazi per la comunità, trasformando l’urbanità in un sistema vivo, che respira.

Qui, non si tratta solo di mitigare gli effetti del cambiamento climatico, ma di rigenerare il tessuto urbano per renderlo parte integrante del paesaggio naturale.

La Scuola di Sundby è un altro esempio straordinario di questo cambiamento. Costruita con materiali naturali come la paglia, celebra il passato mentre guarda al futuro. Questo edificio, certificato con il Nordic Swan Ecolabel, è una dichiarazione poetica: non solo un luogo di apprendimento, ma un simbolo di come possiamo costruire con la natura, non contro di essa. Ogni fibra della sua struttura sembra raccontare una storia di riconciliazione con il territorio.

In Montenegro, il Parco delle Arti e della Cultura offre un modello d’integrazione tra architettura e biodiversità. Gli spazi verdi e gli edifici progettati per accogliere la vita dimostrano che l’architettura non è mai un’azione isolata, ma una parte di un sistema più ampio che abbraccia la terra, il cielo e le persone.

Analogamente, la riqualificazione dell’Hotel Ampezzo a Cortina è un esempio di come il design contemporaneo possa dialogare con la tradizione alpina, rispettando la natura circostante e rafforzando l’identità del luogo.

Tra i progetti che incarnano al meglio questo dialogo tra natura e città emerge Bosconavigli, un intervento che trasforma il concetto stesso di paesaggio urbano. Situato a Milano, Bosconavigli non è solo un progetto di architettura residenziale, ma una visione di come integrare il verde nella quotidianità cittadina.

Qui la natura non è un elemento accessorio, ma il cuore pulsante dell’intervento: dalle facciate verdi ai giardini pensili, ogni spazio è pensato per dialogare con l’ambiente circostante. Questo progetto dimostra che portare la natura in città non è solo una scelta estetica, ma un atto di rigenerazione culturale e ambientale.

La scelta di materiali e tecnologie

Questi progetti e cantieri, insieme a iniziative come la centrale a biomassa BIO4 di Copenaghen e gli spazi Supershine a Trieste, non sono solo risposte tecniche al cambiamento climatico, ma riflessioni profonde sulla nostra relazione con il pianeta.

Ogni dettaglio architettonico, ogni scelta materiale, ogni linea progettuale diventa un gesto di cura verso la natura. Non si tratta solo di ridurre l’impatto, ma di ampliare il beneficio: edifici che restituiscono, che arricchiscono, che rigenerano.

Il cambiamento climatico ci costringe a rivalutare la nostra stessa essenza culturale. Guardando al passato, vediamo come ogni crisi ambientale abbia sempre innescato una trasformazione: l’architettura delle cattedrali che cercava il cielo, i borghi medievali che rispettavano il territorio, le città moderne che cercavano di superare la natura. Oggi, però, il nostro compito è diverso. Non si tratta più di superare, ma di riconnettersi.

Come professionisti, il nostro ruolo è quello di facilitare questa riconnessione. Con questo numero di YouBuild invitiamo a considerare l’architettura come un atto di riconoscenza e umiltà. Costruire non è solo un processo tecnico, ma una narrazione che intreccia l’uomo, il tempo e la natura.

Gli edifici possono diventare testimoni di un rinnovato patto con il pianeta, simboli di speranza e di rigenerazione per le generazioni future. Non costruiamo solo per l’oggi, ma per un domani in cui la natura non sarà più vista come una risorsa da sfruttare, ma come un partner con cui collaborare.

Su YouBuild di gennaio si trova anche tanto altro: nuovi sviluppi tecnologici, profili d’impresa (di progetto e costruzione) e dati di mercato come il dossier con la classifica delle prime 100 imprese di costruzioni italiane che, complessivamente, presentano un giro d’affari di quasi 35 miliardi e una crescita che tra il 2022 e il 2023 è stata di oltre il 22%, con utili al 4,2%.

Un numero da leggere e conservare!

 

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