Si è tenuto lo scorso venerdì a Roma il convegno Riprogettiamo l’italia promosso dall’Intergruppo parlamentare Progetto Italia.
L’evento ha messo intorno a un tavolo politica, categorie economiche, ordini professionali, imprese e professionisti della filiera delle costruzioni per discutere di lavori pubblici, edilizia e urbanistica.
Modernizzare l’Italia
È questo l’obiettivo dell’Intergruppo parlamentare Progetto Italia che nel dibattito romano ha messo sotto la lente i temi tecnici e politici degli appalti, del testo unico delle costruzioni, della digitalizzazione e del partenariato pubblico-privato con l’intento di rendere perseguibile e concreta un’idea diversa d’Italia, moderna, connessa, più vicina al cittadino e più aperta agli investitori per coinvolgerli con la velocità necessaria a rendere le iniziative perseguibili in tempi utili.
I lavori sono stati aperti dall’on. Erica Mazzetti, presidente dell’intergruppo Progetto Italia e tra i relatori, anche Paola Marone, presidente Federcostruzioni.
L’on. Mazzetti ha annunciato la pubblicazione a breve di una bozza del nuovo Testo Unico: «… che nasce per ricomporre un quadro frammentato, per uniformare le troppe norme inutili. Un testo che dev’essere chiaro e autoapplicabile, sull’esempio del nuovo codice degli appalti».
On. Erica Mazzetti | Deputata di Forza Italia
È indispensabile abrogare le norme precedenti, visto che molte di queste si sono dimostrate inutili. Il caso di Milano, tutto sommato, ha avuto un lato positivo: farci aprire gli occhi su un’emergenza reale che, come politici, dobbiamo affrontare.
Il nuovo testo deve portare a una nuova qualità dell’abitare. Presto saranno disponibili anche i correttivi al nuovo codice degli appalti che individua nel partenariato pubblico-privato una pratica virtuosa ed efficiente, aperta al mercato». L’on. Mazzetti ha concluso il suo intervento auspicando l’organizzazione di un G7 anche sulle costruzioni.
Paola Marone, presidente Federcostruzioni, ha ricordato che «la legge del 1942 nacque in un periodo storico in cui la pianificazione urbanistica era cruciale per lo sviluppo dell’Italia. Oggi, invece, c’è bisogno di promuovere processi di rigenerazione urbana, esaltando la qualità progettuale e concentrandosi sulla sicurezza del costruito, sia in chiave sismica sia idrogeologica.
Paola Marone | Presidente Federcostruzioni
È necessario operare verso un “consumo di suolo zero” e puntare all’efficientamento energetico del patrimonio immobiliare, come richiesto dalle direttive europee, favorendo inclusività sociale e promuovendo sempre di più partenariati pubblico-privati.
Il riferimento normativo in materia edilizia è il dpr 380/2001, integrato recentemente dal cosiddetto Salva Casa. Tuttavia, emerge l’esigenza di creare un quadro normativo sistemico e moderno, che includa urbanistica, edilizia e sicurezza, sotto un unico Testo Unico delle Costruzioni.
L’obiettivo è disciplinare il settore in maniera organica, abrogando le leggi obsolete e introducendo una normativa più adatta ai tempi contemporanei. In tal senso, è fondamentale lavorare sul miglioramento di definizioni importanti, come quella di manutenzione straordinaria e sull’ampliamento dell’edilizia libera.
Snellire i procedimenti amministrativi, infatti, significa ampliare le attività che potrebbero rientrare nell’edilizia libera, agevolando così sia i professionisti del settore che i cittadini.
Siamo consapevoli delle difficoltà che l’introduzione del Testo Unico delle Costruzioni comporterà, specialmente per le amministrazioni locali, chiamate a studiare, modificare e applicare le novità introdotte.
A tal proposito, si potrebbe ipotizzare un periodo transitorio di 18 mesi prima dell’effettiva entrata in vigore delle nuove norme, per tutelare anche le domande già presentate e non ancora esaminate.
Un passo importante verso questo traguardo è rappresentato proprio dal lavoro del Comitato Tecnico Scientifico Intergruppo Parlamentare “Progetto Italia, Lavori Pubblici, Edilizia, Urbanistica”, presieduto dall’on. Erica Mazzetti.
Questo comitato, coinvolgendo tutti i soggetti interessati al settore delle costruzioni, sta lavorando per favorire un dialogo costruttivo tra Parlamento, tecnici, operatori del settore e professionisti, con l’obiettivo di modernizzare il comparto e far emergere proposte concrete per il Paese.
L’Italia si trova ora di fronte a una sfida cruciale, che richiede una visione politica ambiziosa: definire un modello di sviluppo urbano in linea con le esigenze contemporanee, capace di rispondere al mercato senza perdere di vista l’identità delle città e il benessere dei loro abitanti.
In conclusione, è giunto il momento di prendere decisioni coraggiose, che puntino alla modernizzazione del Paese e alla creazione di un sistema urbanistico e edilizio più vivibile, sostenibile e competitivo.
I temi rilevanti da rivedere
Tra i temi di maggiore rilevanza per il settore secondo Federcostruzioni spiccano la semplificazione normativa, la gestione dei costi dei materiali, la digitalizzazione, l’innovazione e la coesione sociale.
Il nuovo codice dei contratti ha introdotto diverse novità che richiedono un monitoraggio costante, per garantire un’applicazione corretta e bilanciata delle norme e prevenire squilibri in un settore vitale per il Paese.
La realizzazione delle grandi opere e l’attuazione del Pnrr necessitano di tempistiche rapide e di uno sforzo congiunto del sistema Paese per garantire risultati tangibili.
In quest’ottica, l’introduzione della digitalizzazione delle procedure, operativa dal 1° gennaio di quest’anno, per Federcostruzioni rappresenta una rivoluzione significativa nella gestione delle gare e degli appalti pubblici.
Le proposte Federcostruzioni
- L’istituzione, a livello provinciale o regionale, di un Nucleo di analisi e valutazione per i partenariati pubblico-privati. Questo nucleo, composto da esperti in ingegneria, architettura, geologia, diritto, economia e finanza, sociologia, potrebbe svolgere funzioni di supporto nella realizzazione di opere pubbliche attraverso strumenti di partenariato. Questo organismo, a supporto delle amministrazioni locali, potrebbe essere istituito presso i grandi comuni o, in alternativa, obbligatoriamente a livello regionale.
- Un’altra misura di grande importanza è l’obbligo espresso di formazione per i vigili del Servizio Antiabusivismo e condono edilizio. Spesso, infatti, le attività di controllo nei cantieri risultano rallentate o ostacolate dalla mancanza di conoscenze aggiornate in materia di edilizia e urbanistica. Una formazione continua e mirata potrebbe prevenire l’attivazione di procedimenti inutili e costosi.
- In merito al tema del condono edilizio, proponiamo l’istituzione di un titolo edilizio in sanatoria sub-condizione. Questo permetterebbe di rilasciare un titolo provvisorio, con l’obbligo di eseguire miglioramenti sismici ed energetici entro due anni, pena la decadenza della sanatoria.
- Anche lo Sportello Unico per l’Edilizia necessita di riforme. Un vero sportello unico dovrebbe essere in grado di gestire contemporaneamente sia le pratiche di condono che le nuove richieste, semplificando l’intero processo per i cittadini.
- Infine, i Siti di Interesse Nazionale (Sin) richiedono una semplificazione nelle procedure di bonifica. Sarebbe opportuno istituire un unico interlocutore locale, ad esempio obbligando l’Accordo di Programma, per facilitare e accelerare le operazioni di bonifica e riqualificazione.