Cna Lombardia ribadisce la sua posizione contraria nei confronti della patente a crediti in edilizia per le imprese. Anche in virtù delle regole ufficiali entrate in vigore dopo la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale n. 221 del 20 settembre del decreto del ministero del Lavoro n.132 del 18 settembre.
Un decreto attuativo che non prevede un necessario e utile periodo di transizione. E che non tiene per nulla conto della realtà lavorative delle imprese. A livello nazionale sono quasi un milione le imprese colpite dal provvedimento della patente a crediti in edilizia. Mentre in Lombardia saranno 150mila, di cui circa 90mila sono di stampo artigiano.
Giovanni Bozzini | Presidente Cna Lombardia
Giovanni Bozzini | Presidente Cna Lombardia
Cna Lombardia conferma di nuovo una posizione di netta perplessità sullo strumento della patente a crediti. Non è uno strumento utile a ridurre la mortalità e l’incidentalità sul lavoro.
Dobbiamo essere sinceri e non alterare la verità dei fatti: si tratta di un onere puramente burocratico, che non produrrà più sicurezza sul lavoro ma più adempimenti e più carta. Le imprese, infatti, entro il 31 ottobre dovranno inviare una Pec all’Ispettorato del lavoro contenente una serie di autocertificazioni per il nuovo sistema.
Paolo Panciroli | Responsabile settore costruzioni Cna Lombardia
Paolo Panciroli | Responsabile Cna Costruzioni Lombardia
Da tempo la nostra Confederazione chiede a Governi e Parlamento di mettere in campo una legge per l’accesso alla professione edile.
Si tratta di selezionare imprese qualificate e di basare il mercato su effettivi meccanismi che innalzano la qualità delle opere e del lavoro, non di gravare sui piccoli imprenditori con oneri realmente inutili.
Stefano Binda | Segretario Cna Lombardia
Stefano Binda | Segretario Cna Lombardia
Non esiste nulla di pronto, nemmeno l’infrastruttura telematica. Bisogna ricondurre urgentemente il confronto sulla sicurezza del lavoro entro i binari della realtà: cosa serve davvero per lavorare in sicurezza, infrastrutture, dispositivi, cultura e formazione sia sul versante datoriale sia sul versante dei lavoratori. Parliamo di cose vere e concrete, non strumenti solamente burocratici.
