Nel Rapporto sulla competitività dell’economia europea, presentato il 9 settembre scorso a Bruxelles, Mario Draghi esplora la direzione futura della competitività economica in Europa anche sotto il profilo delle importazioni. Propone inoltre strategie per rafforzare la posizione dell’Unione Europea nel contesto globale.
Nel Rapporto si sottolinea l’importanza della politica commerciale per combinare gli obiettivi di decarbonizzazione Ue con il mantenimento della competitività dell’industria europea al livello mondiale.
In quest’ottica, una delle priorità chiave è quella di uniformare il level playing field nei settori più esposti alla concorrenza sleale dall’estero e/o che devono affrontare obiettivi di decarbonizzazione più severi rispetto ai loro concorrenti internazionali – anche applicando tariffe e altre misure commerciali, ove giustificato.
Politiche restrittive
In altre parole, Draghi suggerisce alle istituzioni europee di adottare politiche o applicare dazi che facciano sì che a livello globale i settori europei fortemente esposti alla concorrenza internazionale (come l’industria italiana delle piastrelle di ceramica – leader del Made in Italy, che esporta l’83% del proprio fatturato) possano competere ad armi pari in una situazione che di fatto equa non è: confrontarsi con produttori di paesi che non solo non hanno un livello di sostenibilità ambientale e sociale comparabile con quella europea, ma che sono anche già stati sanzionati per pratiche di commercio sleale.
Focus sul settore ceramica
Per quanto riguarda il settore delle piastrelle di ceramica, infatti, il mancato rispetto delle regole del commercio internazionale riguarda non più solo la Cina ma anche l’India, che ha sviluppato negli ultimi anni un’industria ceramica estremamente aggressiva. Il paese che negli ultimi 5 anni ha avuto la crescita maggiore di esportazioni in UE è, infatti, l’India (+235% dal 2018 ad oggi, periodo nel quale il consumo europeo di piastrelle di ceramica è aumentato del solo 2%).
Pratiche sleali
Nel 2023 la Commissione europea ha riconosciuto le pratiche sleali indiane con l’imposizione di dazi antidumping. Questi, come dimostrano i numeri sopra riportati, non hanno minimamente contrastato l’aggressiva penetrazione indiana nel mercato europeo: a seguito dell’imposizione dei dazi, le importazioni indiane in Ue sono cresciute di circa il 67% (dato 2023), in un contesto di mercato in calo (intorno al 20%).
Di fronte a questo dato le stesse istituzioni europee hanno riconosciuto l’inefficacia delle misure in vigore e si sono dette pronte ad esplorare azioni di contrasto alle pratiche scorrette indiane.
Un problema che va oltre l’Europa
Nell’ultimo decennio la capacità produttiva indiana di piastrelle di ceramica è passata da 1,2 a 3,7 miliardi di metri quadrati/anno, e sta conquistando quote di mercato significative non solo in Ue, ma in Usa e nel resto del mondo.
Alla luce della prossima la pubblicazione in Usa dei dazi provvisori anti-sussidi ed antidumping contro le importazioni indiane, che si prevedono essere tra il 328% ed il 489%, l’industria europea delle piastrelle di ceramica chiede alla nuova Commissione europea l’imposizione di adeguate misure di contrasto alla concorrenza sleale anche a livello Ue