Verso la transizione ecologica, a partire dai Cam edilizia

Schermatura apribile, per garantire protezione dalla radiazione solare (fonte: Costruire in Laterizio 191)

Nel 2024, a livello europeo, importanti aggiornamenti normativi introducono ulteriori regole, più stringenti in termi­ni di sviluppo sostenibile del patrimonio edilizio.

In particolare, la revisione della direttiva sulla prestazione energetica in edilizia, Epbd (cosiddetta di­rettiva case green) disciplina ora anche la decarbonizza­zione degli edifici, e il nuovo Regolamento sui prodotti da costruzione, Cpr, impone l’obbligo di soddisfare il requisito dell’uso sostenibile delle risorse naturali per le opere e prescrive di conseguenza la dichiarazione di indicatori ambientali per tutti i prodotti da costruzione immessi sul mercato europeo.

L’ultima versione della direttiva europea, Epbd4 (Ener­gy Performance of Buildings Directive), al fine di adeguare i contenuti rispetto agli ambiziosi obiettivi fissati dal Green Deal europeo, dopo un lungo iter legislativo del Parlamento europeo e del Consiglio, è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale Ue l’8 maggio scorso[1].

Il nuovo Regolamento Prodotti da Costru­zione, che sostituirà il Regolamento (Ue) n. 305/2011 [2,3], attualmente vigente, è stato approvato lo scorso aprile dal Parlamento europeo. Il Consiglio dell’Unio­ne europea dovrà riunirsi, probabilmente in autunno, per adottare formalmente il testo, che sarà quindi pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell’Ue.

Entrambe le normative europee orienteranno la transi­zione ecologica in edilizia che, allo stesso tempo, dovrà coniugare la mitigazione delle emissioni climalteranti con gli altri aspetti fondamentali dello sviluppo so­stenibile, come la salubrità e il benessere, la sicurezza, il bilancio costi/benefici e il principio di neutralità tecnologica, la durabilità e l’approccio circolare dei prodotti e dell’intero edificio.

In Italia, i Cam Edilizia per gli appalti pubblici, in vi­gore dalla fine del 2022, hanno già tracciato una strada virtuosa verso gli obiettivi del Green Deal europeo (piano europeo per la transizione verde) per ridurre al minimo l’impronta ambientale degli edifici, e in linea con la direttiva Epbd4 e il nuovo Cpr ne hanno, di fatto, anticipato l’applicazione dei principi basilari e di diversi requisiti tecnici.

I prodotti da costruzione nei Cam edilizia

Il dm 23 giugno 2022 Criteri ambientali minimi per l’affidamento del servizio di progettazione ed esecu­zione dei lavori di interventi edilizi, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 6 agosto 2022 [4], rientra nell’am­bito della strategia nazionale degli appalti verdi (Gpp – Green Public Procurement) e rappresenta lo strumento con cui la pubblica amministrazione italiana gestisce la progettazione e la realizzazione di nuove costruzioni e la ristrutturazione di quelli esistenti.

La finalità prioritaria dei Cam è incentivare la sosteni­bilità ambientale nel settore della pubblica amministra­zione che, con il rispetto dei requisiti ambientali per le varie fasi del processo di acquisto, punta a individuare la soluzione progettuale, il prodotto o il servizio mi­gliore sotto il profilo ambientale lungo il ciclo di vita, tenuto conto della disponibilità di mercato.

A tale scopo, è fondamentale definire correttamente e complessivamente la sostenibilità ambientale, che nei nuovi Cam Edilizia viene opportunamente descrit­ta a partire sia dall’essenziale valore della salubrità, sia dall’attenzione alla qualità e al comfort abitativo.

Nell’ottica dell’economia circolare vengono richiamati poi altri aspetti importanti della sostenibilità ambien­tale degli edifici e dei prodotti da costruzione, come la durabilità, il mantenimento delle prestazioni tecniche nel tempo, l’economicità e il potenziale di riciclo, re­cupero e riuso.

Tutte note e consolidate prerogative dei laterizi, che nelle diverse declinazioni merceologiche e applicazioni costruttive (manti di copertura, pavimen­tazioni e rivestimenti, murature e solai) permettono di soddisfare numerosi requisiti Cam.

Nell’introduzione all’approccio dei Cam, oltre ai prin­cipi cardine, viene finalmente esplicitamente identifi­cata l’analisi Lca (Life Cicle Assessment – analisi del ciclo di vita) come il metodo di valutazione accurata della sostenibilità degli edifici, con riferimento alle prestazioni ambientali dei prodotti da costruzione e dei relativi subsistemi, fino alla misura ambientale completa alla scala di edificio [5].

Scala di valutazione del profilo ambientale: prodotto, subsistema e edificio
Scala di valutazione del profilo ambientale: prodotto, subsistema ed edificio

A questa basilare visione d’insieme, che ottimizza l’analisi del ciclo di vita e permette una misura coerente del profilo ambientale in edilizia, si contrappongono tuttavia a seguire nello stesso paragrafo della premessa ai Cam le ripetute e irragionevoli citazioni a favore di alcuni materiali.

Rimane così un’impostazione alquan­to contraddittoria, che da una parte enfatizza l’approc­cio prestazionale e complessivo, dall’altra scivola in un’aperta e ingiustificata promozione di materiali di origine biologica, a palese svantaggio di tutti gli altri prodotti e sistemi costruttivi.

I principi di imparzialità materica e di neutralità tec­nologica risultano apertamente violati, pregiudicando la leale concorrenza del mercato senza peraltro nessun valido fondamento scientifico [6,7].

Da notare che tale inaccettabile impostazione è in piena contraddizione anche con la proposta di direttiva, Gre­en Claims, sull’attestazione e sulla comunicazione delle asserzioni ambientali da parte delle imprese, che vieta l’informazione ambientale fuorviante e ingannevole, attraverso cui un determinato prodotto o procedimento viene presentato ai consumatori con caratteristiche non veritiere o non scientificamente provate dal punto di vista ambientale [8].

Il testo dei Cam, a prescindere dalle indicazioni di carattere generale, è organizzato in tre capitoli che raccolgono i criteri per l’affidamento:

  • del servizio di progettazione di interventi edilizi;
  • dei lavori per interventi edilizi;
  • congiunto di progettazione e lavori per interventi edilizi.

La tabella 1 riporta nella prima colonna i capitoli che costituiscono il testo normativo e i paragrafi principali, e nella seconda colonna gli specifici criteri di interesse diretto o indiretto dei prodotti in laterizio. I criteri rilevanti per i laterizi non sono solo quelli obbligatori ma anche quelli premianti, che possono potenzialmen­te rivelarsi uno strumento strategico per operazioni volontarie virtuose [9, 10].

I servizi di progettazione ed esecuzione dei lavori trattati nei tre capitoli dei Cam ripercorrono tutte le fasi del ciclo di vita di prodotti ed edifici. In particolare, relativamente ai prodotti da costruzione è utile richiamare la Uni En 15804 Sostenibilità delle costruzioni.

Dichiarazioni am­bientali di prodotto (Epd) – Regole per categoria di pro­dotto (Pcr) e specificare come i criteri Cam interagiscono con le 5 fasi del ciclo di vita: produzione, costruzione, uso, fine vita e recupero delle risorse.

Le 5 fasi del ciclo di vita del prodotto da costruzione (Uni En I5804)
Le 5 fasi del ciclo di vita del prodotto da costruzione (Uni En I5804)

Per meglio approfondire i criteri ambientali obbligatori e premianti elencati nella tabella 1, a seguire vengono analizzati e descritti i vari contributi applicavi dei laterizi rispetto alle 5 fasi del ciclo di vita, indicando il riferimento al capitolo o al paragrafo dei Cam.

Verso la transizione ecologica, a partire dai Cam edilizia
Struttura dei Cam edilizia, tabella riassuntiva

Requisiti ambientali e circolarità dei laterizi

Fase di produzione. Le specifiche tecniche per i prodotti da costruzioni (§ 2.5) indicano alle stazioni appaltanti i criteri obbligatori, in conformità all’art. 34 (Criteri di sostenibilità energetica e ambientale) del dlgs n. 50 del 18/4/2016, e stabiliscono che il valore percentuale di contenuto di materia riciclata ovvero recuperata ovvero di sottoprodotti impiegati in produzione sia dichiarato e dimostrato attraverso uno schema di certificazione. Gli schemi di certificazione ammessi dai Cam e che possono essere utilizzati dalle aziende produttrici di laterizio sono:

  • la dichiarazione ambientale di Prodotto di tipo III (Epd, Environmental Product Declaration), con­forme alle Uni En 15804 e Uni En Iso 14025 (Epd o Epditaly) con apposita nota sulla percentuale di materiale riciclato ovvero recuperato ovvero di sot­toprodotti, e sulla metodologia di calcolo;
  • la certificazione ReMade in Italy;
  • la certificazione di un organismo di valutazione della conformità, basata su tracciabilità e bilancio di massa;
  • la certificazione di un organismo di valutazione della conformità, basata sulla prassi Uni/PdR 88 “Requisi­ti di verifica del contenuto di riciclato e/o recuperato e/o sottoprodotto, presente nei prodotti”;
  • l’asserzione ambientale auto-dichiarata, conforme alla Uni En Iso 14021, solo fino a scadenza del cer­tificato esistente.

Da precisare che il contenuto di materia riciclata ovvero recuperata ovvero di sottoprodotti può derivare sia dal medesimo processo di produzione, e quindi nello stesso stabilimento, che provenire da un altro processo/stabili­mento esterno, sempre con l’intento di responsabilizzare la gestione e assicurare alla fonte la riduzione dello smal­timento dei rifiuti in discarica.

In tale contesto, i limiti specifici che devono rispettare i produttori di laterizi risultano perfezionati. La novità (§ 2.5.5) è l’aver uniformato l’utilizzo dei sottoprodotti a quanto previsto per gli altri materiali, laddove il rag­giungimento della percentuale da aggiungere all’impasto argilloso è data dalla somma delle 3 frazioni (recupero, riciclo e sottoprodotti) e non è escluso che una o più delle frazioni possa essere nulla.

È stato utile chiarire che la percentuale sale dal 10% al 15% (per laterizi strutturali) e dal 5% al 7,5% (per quelli a vista) nel caso dei sotto­prodotti, anche in assenza di recupero/riciclo di rifiuti, risolvendo in tal modo i casi che vedono il superamento del 15% di fatto con l’impiego dei sottoprodotti e con percentuali minime di recupero/riciclo.

Percentuali di materia riciclata, recuperata, sottoprodotti previste dal requisito Cam per laterizi strutturali e da rivestimento (fonte: [10] Costruire in Laterizio 192)
Percentuali di materia riciclata, recuperata, sottoprodotti previste dal requisito Cam per laterizi strutturali e da rivestimento (fonte: [10] Costruire in Laterizio 192)
Altro requisito di sostenibilità connesso alla fase produt­ tiva, che i Cam però non affrontano direttamente ma che certamente incide nelle analisi Lca e Lcc, è l’origine e la lavorazione del materiale: il laterizio è un prodotto a base di argilla, materia prima naturale, ampiamente disponibile e di provenienza locale; con estrazione respon­sabile, le cui cave esaurite vengono trasformate in riserve naturali; realizzato impiegando energia trascurabile in rapporto al suo efficace ciclo di vita.

Tutte le prestazioni ambientali migliorative dei prodotti da costruzioni ven­gono premiate dal criterio (§ 3.2.3) che in fase di progetto esecutivo dell’opera prevede la sostituzione dei materiali a parità delle altre prestazioni tecniche.

Esempi di siti produttivi dell’industria italiana dei laterizi: rapporto tra ecosistema naturale, uso delle risorse naturali, lavorazione e salvaguardia dell’ambiente a conclusione dell’attività estrattiva, con ripristino delle cave per protezione e tutela della biodiversità
Esempi di siti produttivi dell’industria italiana dei laterizi: rapporto tra ecosistema naturale, uso delle risorse naturali, lavorazione e salvaguardia dell’ambiente a conclusione dell’attività estrattiva, con ripristino delle cave per protezione e tutela della biodiversità

La produzione dei laterizi soddisfa anche la premialità come industria che ottempera le stringenti regole dell’E­mission Trading System (§ 3.2.9), garantendo forniture in linea con l’Accordo di Parigi e con gli obiettivi di de­carbonizzazione previsti dal Green Deal del Parlamento europeo. Questo criterio premiante, quindi, favorisce l’approvvigionamento nelle opere pubbliche dei laterizi fabbricati in Italia.

Rispetto alle specifiche tecniche per i prodotti da costru­zioni, inoltre, è opportuno fornire una precisazione che riguarda gli isolanti termici e acustici. Con i nuovi Cam, viene puntualizzato che il requisito inerente gli isolanti (§ 2.5.7) non si applica ai prodotti in laterizio.

Pratica­mente i laterizi, anche se possono essere caratterizzati da prestazioni termiche e acustiche idonee a contribuire alla riduzione dello scambio di calore e alla protezione dai rumori, non vanno verificati secondo i criteri ambientali minimi specifici dei materiali isolanti.

Fase di costruzione. È noto che l’industria dei laterizi italiana si contraddistingue rispetto ad altri comparti produttivi del settore edile per le limitate distanze di tra­sporto dagli stabilimenti ai cantieri, con ricadute positive su consumi, costi e contenimento delle emissioni di CO2.

I laterizi da installare nell’edificio possono contribuire così, in proporzione al loro peso, al conseguimento del punteggio premiale Cam (§ 3.2.5), eventualmente pre­visto nel bando della Pubblica Amministrazione. Risulta palesemente favorito da questo criterio l’impiego dei late­rizi, in considerazione dei siti di produzione diffusamente distribuiti sul territorio nazionale, e collocati a distanza marginale dal cantiere di destinazione e utilizzo.

Ulteriore peculiarità dei manufatti in laterizio è la sem­plice e collaudata installazione, che risulta premiata dai Cam con riferimento alla capacità tecnica dei posatori (§ 3.2.6). Ad esempio, gli esperti della posa di tegole e coppi in laterizio sono certificati sulla base della norma Uni 11418-1 per le coperture discontinue, redatta proprio per la qualificazione professionale a garanzia dell’opera da realizzare.

Fase d’uso. Sono ovviamente diversi i criteri Cam che, in fase d’uso, possono essere soddisfatti con l’impiego dei laterizi nelle opere a livello territoriale-urbanistico, nei complessi edilizi e nei singoli spazi abitativi.

A livello territoriale-urbanistico, i Cam prevedono per ogni nuova costruzione che almeno il 60% della superficie non edificata sia permeabile, con un deflusso inferiore a 0,50 (§ 2.3.2), e tale condizione può essere ottenuta utilizzando adeguatamente pavimentazioni in cotto per esterni.

Un’importante novità è stata poi introdotta dai nuovi Cam per la riduzione dell’effetto “isola di calore estiva” e dell’inquinamento atmosferico: al tetto ventilato viene direttamente riconosciuto il soddisfacimento del criterio (§ 2.3.3), senza necessità di verifica della Sri (So­lar Reflectance Index). Questo risultato è stato ottenuto anche grazie agli esiti dei progetti europei Life Herotile e Superhero [11].

Inoltre, i manti di copertura in laterizio, come anche tutti i rivestimenti a vista in cotto, per le loro caratteri­stiche tecniche possono ben integrare pannelli solari e fotovoltaici per l’approvvigionamento energetico da fonti rinnovabili, contribuendo quindi ad assolvere al criterio (§ 2.3.7).

Per le aree di nuova edificazione o di ristrutturazione urbanistica, infatti, i Cam richiedono che il fabbisogno energetico complessivo degli edifici sia coperto, possibilmente, da impianti alimentati da fonti rinnovabili che producono energia in loco o nelle vicinanze.

Integrazione del sistema solare termico e fotovoltaico per sovrapposizione su manto di copertura in laterizio (Rostagno -To)
Integrazione del sistema solare termico e fotovoltaico per sovrapposizione su manto di copertura in laterizio (Rostagno -To)

A livello di edificio, in relazione al consumo di energia, il requisito di prestazione energetica (§ 2.4.2) non va più verificata attraverso la capacità termica areica, sostituita ora dal valore minimo di massa superficiale dell’involucro verticale, Ms > 250 kg/m2.

I nuovi Cam valorizzano in tal modo le soluzioni massive, ovvero le murature in late­rizio strutturale o di tamponamento in grado di favorire l’efficientamento energetico sia in termini di isolamento che di elevato comfort termico abitativo.

Tuttavia, va segnalato che gli stessi Cam in alternativa alla verifica della massa superficiale indicano come seconda opzione il valore massimo della trasmittanza termica periodica, 0,09 W/m2K, assolutamente non coerente con la prima opzione e che non può realmente garantire adeguati livelli di comfort interno.

La terza opzione si riferisce, invece, alla temperatura operativa che va verificata anche per il criterio del benessere termico (§ 2.4.6); è dimostrato che la temperatura operativa risulta sempre più bassa in strut­ture massive che si comportano termicamente meglio di quella leggere [12], assicurando stabilità delle condizioni di comfort e consentendo riduzione significativa dell’im­pianto di condizionamento [13].

Le strutture massive risultano altresì favorite per il rispetto del criterio delle prestazioni e comfort acustici (§ 2.4.11). Come dispositivi di ombreggiamento, i sistemi di schermatura in laterizio possono offrire valide soluzioni per l’adempimento del criterio (§ 2.4.8), anche con elementi frangisole di design innovativo di ultima generazione.

Schermatura apribile, per garantire protezione dalla radiazione solare (fonte: Costruire in Laterizio 191)
Schermatura apribile, per garantire protezione dalla radiazione solare (fonte: Costruire in Laterizio 191)

A livello dei singoli spazi abitativi, il criterio inerente alle emissioni e l’inquinamento negli ambienti confinati (§ 2.5.1) fissa prescrizioni obbligatorie sui limiti delle sostanze pericolose contenute nei materiali da costru­zione. Viene qui esplicitato che i laterizi, insieme alle piastrelle ceramiche, sono escluse da queste prescrizioni, in quanto riconosciuti come materiali inerti che non ri­lasciano emissioni nocive.

Un paradosso da evidenziare, comunque, è presente al criterio (§ 3.2.8) che concede un punteggio premiante ai materiali che dimostrano, attraverso apposite prove, il rilascio di emissioni nocive al disotto di limiti più restrittivi rispetto a quanto stabilito al criterio obbligatorio, tenendo irragionevolmente fuori dal premio laterizi e piastrelle, nonostante garantiscano per natura l’assenza di sostanze pericolose.

Sempre nell’ambito dell’uso delle opere edilizie, rilevanti ai fini della sostenibilità ambientale, sono le fasi di ma­nutenzione, riparazione, sostituzione e ristrutturazione rispetto a cui la durabilità dei laterizi gioca un ruolo indiscusso e difficilmente paragonabile con altri materiali per l’edilizia; ai laterizi è attribuita una vita utile di almeno 150 anni [14]. Tanto è vero che i prodotti in laterizio sono particolarmente idonei a:

  • mantenere inalterati nel tempo le molteplici pre­stazioni con ridotta manutenzione/riparazione/ sostituzione;
  • minimizzare, conseguentemente, i consumi di ma­terie prime, energie e impatti ambientali associati alle parti sostituite ed anche al loro trasporto, in­stallazione e smaltimento;
  • ammortizzare nel tempo i costi economici ed am­bientali della produzione, beneficiandone con un bilancio positivo.

Per il piano di manutenzione dell’opera, i Cam (§ 2.4.13) nello specifico richiedono la verifica dei livelli di presta­zione; quindi, durabilità e stabilità delle prestazioni sono condizioni indispensabili per ottimizzare le operazioni e i costi attinenti a tale fase.

Fine vita. Il disassemblaggio a fine vita è regolamentato dai Cam (§ 2.4.14), che indicano almeno il 70% in peso dei componenti edilizi sia smantellabile e sottoponibile a operazioni di riuso, recupero e riciclo. Anche nelle spe­cifiche di cantiere per la fase di demolizione è sostenuta la selettività dei rifiuti non pericolosi (§ 2.6.2) classificati secondo il catalogo europeo, ai fini della tracciabilità.

I rifiuti in laterizio delle attività di demolizione possono essere recuperati e/o reimpiegati quale aggregato. Un potenziale scenario di fine vita per i blocchi vede, ad esem­pio: il 95% di riciclo e 5% di conferimento in discarica.

Per gli elementi in laterizio posati a secco oppure quando previste apposite lavorazioni di smontaggio c’è un’effet­tiva possibilità di riutilizzo tal quale in nuovi cantieri. Vale la pena pertanto sottolineare che a fine vita, il riuso di un prodotto da costruzione tal quale risulta efficace quando lo stesso prodotto è sufficientemente durevole e resiliente da poter essere reimpiegato per una seconda vita, adeguatamente longeva.

Recupero delle risorse. L’economia circolare in edilizia è funzionale alla sostenibilità solo se interessa cicli di vita lunghi. Il laterizio è dunque protagonista dell’economia circolare [15], in considerazione delle numerose opportu­nità di riuso, recupero e riciclo sia nella fase produttiva sia a fine vita. Mattoni faccia a vista e tegole possono essere reimpiegati direttamente; blocchi e altri prodotti in laterizio possono essere agevolmente riciclati anche fino al 100% del volume di demolizione.

Riuso di facciata in mattoni a vista. Fasi del processo realizzativo: taglio, applicazione della cornice, trasporto e installazione (fonte: Costruire in Laterizio 193)
Riuso di facciata in mattoni a vista. Fasi del processo realizzativo: taglio, applicazione della cornice, trasporto e installazione (fonte: Costruire in Laterizio 193)

Life cicle assesment e life cicle cost

I nuovi Cam riservano alle metodologie Lca e Lcc tre appositi criteri premianti (§ 2.7.2, § 3.2.4, e § 4.3.1) da assegnare per l’applicazione delle analisi ai diversi livelli del processo progettuale:

  • fattibilità tecnico-economica per l’offerta di gara;
  • esecutività con varianti sostitutive per il progetto a base di gara;
  • progetto definitivo con scelte migliorative finali.

Lo scopo è l’ottimizzazione delle soluzioni progettuali per la sostenibilità ambientale ed economica dei servizi da appaltare. A tale proposito, i laterizi possono forni­re un notevole valore aggiunto sia in termini di profilo ambientale sia di contenimento dei costi globali.

In più, i laterizi provvisti di Epd rendono facilitata la redazione dello studio Lca da parte dell’operatore economico, che molto probabilmente sarà orientato a selezionare questi prodotti provvisti di informazioni e indicatori necessari allo studio immediatamente disponibili e agevolmente impiegabili.

Progettazione Bim

Proprio in funzione dell’interoperabilità dei dati, l’ultima novità da segnalare dei Cam è il criterio (§ 2.7.3) che attribuisce un punteggio premiante all’implementazione del Bim (Building information modelling) nei servizi di progettazione, che ovvia­mente comprendono gli attributi di tipo ambientale.

Il comparto dei laterizi si è recentemente dotato di un “disciplinare Bim” [16] che mira a un approccio integrato, trasparente e circolare, che eleva l’affidabi­lità del mercato con un’offerta di prodotti di qualità garantita da prestazioni certe e durevoli, individuabili da informazioni accessibili, la cui conformità risulta semplicemente verificabile.

Il disciplinare Bim ha strutturato l’informazione digi­tale, non solo tecnica, articolata per ogni fase del ciclo di vita dei laterizi: estrazione della materia prima, fabbrica­zione, distribuzione, applicazione, esercizio, dismissione, riciclo, recupero e/o eventuale riuso. Il monitoraggio dei dati e, in particolare, degli indicatori di sostenibilità ambientale è un aspetto strategico su cui si basa il disciplinare.

Conclusioni

La sfida più complessa della transizione ecologica è sicuramente l’abbattimento delle emissioni di carbonio in capo a tutti i settori, oltre alle costruzioni. Il rapporto 2023 dell’Ipcc (Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico) afferma che solo con misure politiche adeguate, investimenti significativi e avanzamento tecnologico sarà possibile ottenere contenimenti profondi degli effetti del cambiamento climatico e individua gli ambiti d’intervento con i relativi potenziali di riduzione di CO2 [17].

L’edilizia può senz’altro fare la sua parte nella tutela del pianeta ma, dallo stesso rapporto Ipcc, non risulta tra gli ambiti potenzialmente più risolutivi e decisivi.

In tal senso, l’Epbd4, che mira appunto all’efficienza energetica e alla decarbonizzazione degli edifici, rappresenta un utile strumento normativo se correttamente inquadrato in un’unica specifica dimensione dello sviluppo sostenibile del patrimonio edilizio.

Infatti, la sostenibilità di un edificio (da realizzare o su cui intervenite) va verificata, piuttosto, analizzando e misurando complessivamente tutti i numerosi indicatori d’impatto ambientale previsti dalla metodologia standardizzata Lca, e soddisfacendo allo stesso tempo molti altri requisiti tecnici che devono imprescindibilmente caratterizzare la costruzione.

Per conseguire un’effettiva e solida transizione ecologica in edilizia è dunque necessario un approccio olistico, richiamato poi anche dall’Epbd4 stessa in più parti del testo normativo, dove si sottolinea l’attenzione da porre – congiuntamente alla prestazione energetica e alla decarbonizzazione – verso altri fondamentali aspetti tecnici da garantire agli edifici, come ad esempio:

  • la salubrità e il benessere degli ambienti interni;
  • l’accessibilità degli spazi;
  • la protezione antincendio;
  • la sicurezza sismica (in particolar modo nel nostro Paese).

Tali presupposti devono guidare le strategie progettuali e le scelte delle soluzioni costruttive, assicurando più prestazioni e caratteristiche funzionali in maniera stabile e duratura nel tempo, così da scongiurare il proliferare di un’edilizia apparentemente energeticamente efficiente, e forse decarbonizzata, ma che risulta invece manchevole rispetto a tutti gli altri aspetti, non certo secondari [18].

di Alfonsina Di Fusco, ingegnere,
funzionario tecnico in Confindustria Ceramica

Bibliografia
  1. Epbd4 – direttiva (Ue) 2024/1275 del Parlamento europeoe del Consiglio del 24 aprile 2024 sulla prestazione energetica nell’edilizia
  2. Regolamento (Ue) n. 305/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 9 marzo 2011, che fissa condizioni armonizzate per la commercializzazione dei prodotti da costruzione e che abroga la direttiva 89/106/Cee
  3. Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che fissa condizioni armonizzate per la commercializzazione dei prodotti da costruzione, modifica il regolamento (Ue) 2019/1020 e abroga il regolamento (Ue) n. 305/2011
  4. Decreto ministeriale 23 giugno 2022 n. 256, Criteri ambientali minimi per l’affidamento del servizio di progettazione di interventi edilizi, per l’affidamento dei lavori per interventi edilizi e per l’affidamento congiunto di progettazione e lavori per interventi edilizi
  5. Lavagna, Percorsi di applicazione del Life Cycle Assessment nel settore edilizio, in: M. Lavagna (a cura di), Lca in Edilizia. Ambiti applicativi e orientamenti futuri della metodologia. Life Cycle Assessment nel settore delle costruzioni, Maggioli Editore (2022)
  6. Dossier “Il principio di neutralità dei materiali da costruzione per la sostenibilità dell’edificio nel ciclo di vita” – Febbraio 2022, a cura di Caterina Gargari e Fabio Fantozzi, promosso da Confindustria Ceramica e Federbeton www.laterizio.it/images/Contents/Articles/ Ricerca/2022/188/Positionpaper_04032022_Def.pdf
  7. Dirk-Jan Simons Gerwin Beukhof, Harry Croezen, Hilko van der Leij, Els Ribbers, Matthew Doe, Jeannette Levels, David van Nunen, Susanne Visch. Carbon Accounting for Building Materials An assessment of Global Warming Potential of biobased construction products, 2022 www.ca4bm.org
  8. Proposta 2023/0085 (Cod) di direttiva del Parlamento e del Consiglio sull’attestazione e sulla comunicazione delle asserzioni ambientali esplicite (direttiva sulle asserzioni ambientali)
  9. Guida di Confindustria Ceramica: I prodotti ceramici nei nuovi Cam Edilizia. Valorizzazione di laterizi, piastrelle e sanitari negli appalti verdi nel dm 23 giugno 2022. gennaio 2023 http://www. confindustriaceramica.it/site/home/eventi/articolo9543.html
  10. Alfonsina Di Fusco. Il contributo dei laterizi nei nuovi Cam Edilizia. Costruire in Laterizio n.192, 76-83. 2023
  11. Progetti di ricerca Life Herotile (www.lifeherotile.eu.it) e Life Superhero (www.lifesuperhero.eu) finanziati dalla Commissione europea
  12. Di Perna, S. Summa, G. Remia. Vantaggi delle strutture massive sul comfort termico in fase estiva, Costruire in Laterizio n.191, 64-69. 2023
  13. Indicatore Level(s) 4.2: Tempo al di fuori dell’intervallo di comfort termico, JRC – Level(s) framework
  14. Tiles & Bricks Europe (Tbe). Tbe Pcr for clay construction products https://www.tiles-bricks.eu/news-events/tbe-pcr-for-clay-construction-products
  15. Jacopo Andreotti. Approcci circolari – Innovazione di procedimento, processo e prodotto nel settore dei laterizi. Costruire in Laterizio n.191, 78-83. 2023
  16. “Disciplinare Bim” dei laterizi, a cura del Centro Ceramico e Cadline Software e promosso da Confindustria Ceramica.
  17. Ipcc – Intergovernmental Panel on Climate Change. AR6 Synthesis Report. Climate Change 2023 www.ipcc.ch/report/ar6/syr
  18. Position paper di Confindustria Ceramica. La transizione ecologica in edilizia. Oltre la direttiva EPBD. Giugno 2024 https://laterizio. it/images/Newsletter/2024/06_giugno/Paper_la_transizione_ ecologica_in_edilizia.pdf

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