I ministeri dell’Ambiente e della Sicurezza energetica e delle Infrastrutture e dei Trasporti hanno inviato alla Commissione europea il testo definitivo del Pniec – Piano Nazionale integrato Energia e Clima. Il Pniec conferma gli obiettivi raggiunti nella prima proposta trasmessa a giugno 2023. In alcuni casi superando anche i target comunitari, in particolare sulle energie rinnovabili.
Obiettivi da raggiungere
Nell’aggiornamento del Piano è stato seguito un approccio realistico e tecnologicamente neutro, che prevede una forte accelerazione su alcuni settori. Oltre alle fonti rinnovabili elettriche, si punta su:
- produzione di combustibili rinnovabili come il biometano e l’idrogeno insieme all’utilizzo di biocarburanti (che già nel breve termine possono contribuire alla decarbonizzazione del parco auto esistente),
- diffusione di auto elettriche,
- riduzione della mobilità privata,
- cattura e stoccaggio di CO2,
- ristrutturazioni edilizie ed elettrificazione dei consumi finali (in particolare attraverso un crescente peso nel mix termico rinnovabile delle pompe di calore).
Nell’ambito dell’efficienza energetica, grazie alle misure previste, si registra un’importante riduzione dei consumi di energia primaria e finale. Ma per il raggiungimento degli obiettivi, innalzati in considerazione dello scenario di crescita del prodotto interno lordo, bisognerà continuare a lavorare. È traguardato invece l’obiettivo relativo ai risparmi annui cumulati nei consumi finali tramite regimi obbligatori di efficienza.
Sul fronte della sicurezza energetica, si registra una netta riduzione della dipendenza da altri Paesi. Favorita dalle azioni di diversificazione dell’approvvigionamento e dall’avvenuta pianificazione di nuove infrastrutture e interconnessioni.
Energia e nucleare sostenibile
Per quanto riguarda la dimensione del mercato interno dell’energia, si prevede di potenziare le interconnessioni elettriche e il market coupling con gli altri Stati membri.
Nonché lo sviluppo di nuove connessioni per il trasporto di gas rinnovabili. Rafforzando il ruolo dell’Italia come hub energetico europeo e corridoio di approvvigionamento delle rinnovabili dell’area mediterranea.
Inoltre, il Pniec dà priorità agli obbiettivi nazionali di ricerca, sviluppo e innovazione. Ciò al fine di accelerare l’introduzione sul mercato di quelle tecnologie necessarie a centrare i target definiti dal Green Deal nonché rafforzare la competitività dell’industria nazionale.
Il Pniec prevede infine, per la prima volta, una specifica sezione dedicata ai lavori della Piattaforma nazionale per un nucleare sostenibile. La piattaforma ha sviluppato delle ipotesi di scenario in cui si dimostra da un punto di vista tecnico-scientifico la convenienza energetica ed economica di avere una quota di produzione nucleare. In sinergia e a supporto naturalmente delle rinnovabili e delle altre forme di produzione di energia a basse emissioni.
Lavoro a più mani
Per elaborare il Piano, il Mase ha lavorato in stretto confronto con le altre amministrazioni competenti, coinvolgendo Mef, Mit, Mmit, Mur e Masaf. Si è avvalso del supporto tecnico di Enea, di Gse, di Rse per la simulazione degli scenari energetici e di Ispra per quelli emissivi, mentre hanno collaborato Politecnico di Torino e di Milano per la parte di ricerca e innovazione. Una nuova consultazione nel 2024, dopo quella già svolta nell’anno precedente, ha coinvolto 133 soggetti tra imprese, istituzioni, associazioni e singoli cittadini.
Gilberto Pichetto Frattin | Ministro ambiente e sicurezza energetica
Oggi il nostro Paese si dota di uno strumento programmatorio che traccia con grande pragmatismo la nostra strada energetica e climatica, superando approcci velleitari del passato.
È un Piano che abbiamo condiviso con i protagonisti della transizione, che non nasconde i passi ancora necessari per colmare alcuni gap, ma si concentra sulle grandi opportunità derivanti dallo sviluppo di tutte le fonti, senza preclusioni.
Cito in particolare lo scenario sull’energia nucleare, sia da fissione nel medio termine (a partire dal 2035) che da fusione (a ridosso del 2050), che ci fa guardare avanti a un futuro possibile. Voglio ringraziare le strutture del Ministero, tutti i dicasteri e le società che hanno collaborato a questo prezioso lavoro.