Renovate Italy è un’organizzazione che raccoglie diverse realtà imprenditoriali e no profit impegnate nella riqualificazione edilizia del patrimonio costruito in Italia. In occasione delle imminenti elezioni europee, ha sottoposto un questionario di 15 domande ai principali candidati italiani.
Una ricerca tesa a conoscerne la posizione rispetto a questi temi. Risposte importanti, infatti i documenti programmatici dell’Unione Europea (Green Deal e Renovation Wave Initiative) indicano la riqualificazione del patrimonio edilizio come una priorità politica, economica, sociale, ambientale.
I candidati che hanno partecipato
Sono stati contattati più di venti candidati di ogni forza politica, distribuiti nelle cinque circoscrizioni, via mail o via social network. L’invito è stato ripetuto ogni tre giorni per tre settimane, fino a quando non è arrivata una risposta. In totale, sono stati contattati 193 candidati, 53 dei quali hanno risposto. Queste sono le risposte ottenute:
- 10 di Alleanza Verdi e Sinistra
- 9 del Movimento 5 Stelle
- 9 del Partito Democratico
- 10 di Azione
- 5 di Stati Uniti d’Europa
- 3 di Forza Italia
- 4 di Fratelli d’Italia
- 3 di Lega Salvini Premier.
Il tasso di risposta è stato piuttosto elevato nei partiti dell’opposizione (vicino al 50%), mentre molto basso nei candidati dei partiti di maggioranza (circa il 15%).
Tutti concordi sui benefici, ma…
Dalle risposte emerge una sensibilità trasversale diffusa sul tema della riqualificazione energetica. Soprattutto sulla consapevolezza dei benefici conseguenti per quanto, tra forze di opposizione e forze al Governo, vi siano convinzioni diverse su quali siano questi vantaggi nel concreto.
Lo studio ha mostrato anche alcune significative differenze. Per ogni domanda, vi sono infatti almeno due partiti che non si dichiarano completamente d’accordo nelle affermazioni su cui fornire un parere. Si nota che gli schieramenti politici non sono granitici. A volte forze politiche appartenenti a schieramenti opposti condividono il medesimo punto di vista.
Qualche esempio
Il fatto che abitare in case riqualificate migliori la salute e consenta di vivere meglio, è fortemente percepito da tutti i partiti attualmente all’opposizione. Ma anche da Forza Italia.
Fratelli d’Italia e Lega hanno invece una visione differente (la Lega addirittura è più in disaccordo che in accordo).
Oppure, si nota che Alleanza Verdi Sinistra, Movimento 5 Stelle, Partito Democratico e Fratelli d’Italia sentono fortemente il nesso tra la riqualificazione e l’aumento dell’occupazione. Sul medesimo punto Azione, Stati Uniti d’Europa, Forza Italia e la Lega sono invece parzialmente d’accordo.
A livello globale tutti i benefici elencati sono associati al processo di riqualificazione del patrimonio edilizio, in quest’ordine:
- il miglioramento della sicurezza energetica (che vede parzialmente d’accordo solo Lega e Forza Italia)
- la conservazione dell’identità culturale (con parzialmente d’accordo solo Alleanza Verdi Sinistra e Partito Democratico)
- l’aumento di salute e benessere (dove Fratelli d’Italia si dichiara parzialmente in disaccordo e Lega parzialmente in disaccordo).
Benefici minori
Le correlazioni di benefici meno percepite sono invece quelle relative a:
- diminuzione dell’inquinamento locale e globale (sono completamente d’accordo le forze politiche di opposizione)
- la crescita economica (che vede completamente d’accordo solo Alleanza Verdi Sinistra, Movimento 5 Stelle, Partito Democratico e Stati Uniti d’Europa)
- l’aumento dell’occupazione (che vede completamente d’accordo solo Fratelli d’Italia, Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi Sinistra).
Le risposte sulle politiche da intraprendere
Tutti i candidati, con la sola eccezione di due (uno del partito Alleanza Verdi Sinistra e uno del Movimento 5 Stelle), ritengono che il percorso di supporto e promozione della riqualificazione energetica degli edifici condotto dalle istituzioni Ue fino ad oggi debba continuare.
In particolare, i candidati provenienti dalle forze di Governo, oltre a parte dei candidati di Azione, Stati Uniti d’Europa e uno del Pd, ritengono che ciò debba avvenire nel rispetto dell’autonomia e delle specificità degli Stati Membri.
La quasi totalità dei candidati appartenenti a forze dell’opposizione invece ritiene che accanto a norme comuni per tutti i Paesi membri, occorra attivare anche risorse economiche e finanziarie comuni.
L’efficentamento energetico mette d’accordo
C’è un elevato livello di accordo anche relativamente all’applicazione nel nostro paese del principio energy efficiency first. Si evince dalle risposte alla domanda se le attuali norme nazionali che obbligano a trasformare ogni intervento di rinnovo edilizio in un intervento di riduzione dei consumi energetici siano buone pratiche esportabili in Europa.
Ben 50 su 53 candidati sono d’accordo con questo principio. Anche se per motivazioni diverse: 35 su 53, di diverse forze politiche sia di destra sia di sinistra, vedono la motivazione nella necessità che la riqualificazione edilizia migliori effettivamente la qualità dell’abitare. Altri 10, invece, (per lo più di Forza Italia e Azione) ritengono che la motivazione sia assicurare la redditività dell’intervento.
Quali misure e quali tecnologie?
Un’altra domanda verteva su quali siano le misure legislative da promuovere per accelerare il processo di riqualificazione edilizia del patrimonio edificato. I candidati, in maniera trasversale tra i partiti, sono propensi principalmente a due tipologie di interventi:
- per 24 candidati la soluzione è aumentare gli investimenti in ricerca e sviluppo (al fine di ridurre i costi delle riqualificazioni)
- mentre per 18 la strada prioritaria è aumentare il numero delle riqualificazioni grazie all’apertura di sportelli unici informativi per cittadini e tecnici (gli One Stop Shop).
Le tecnologie da privilegiare
Infine, risultano interessanti le risposte generali connesse a quali siano le tecnologie d’intervento da privilegiare nelle riqualificazioni energetiche degli edifici:
- 21 candidati ritengono fondamentale investire nella riduzione dei consumi, senza favoritismi tecnologici (che è poi la risposta che come Renovate Italy riteniamo essere più corretta)
- mentre la proposta di favorire le fonti rinnovabili ha accolto 16 preferenze.
Dare priorità alla coibentazione dell’involucro ha poi raccolto 12 preferenze; mentre il privilegiare le soluzioni impiantistiche solo quattro.
Quesito conclusivo
In ultimo, l’analisi chiedeva ai candidati quale sia l’indirizzo principale del piano di incentivazione europeo per l’efficienza energetica. Ben 19 candidati su 53, trasversalmente a tutti i partiti (100% Lega, 75% FdI, 66% Fi, 60% Pd, 30% Azione) ritengono che pur trattandosi di un piano europeo, ogni Paese membro debba stabilire l’indirizzo in autonomia.
Invece 13 candidati, tutti appartenenti a partiti dell’opposizione, ritengono che tali incentivi comunitari debbano essere orientati alla prima casa. Inoltre 12, anche questi tutti di partiti dell’opposizione, considerano prioritario destinare i fondi alle riqualificazioni che portano l’edificio ad essere a consumo zero. Infine, 7 candidati di tutti i partiti, con eccezione di Lega e Pd, darebbero priorità alla riqualificazione di edifici pubblici.
Il contesto di riferimento
La riqualificazione del parco edilizio è un settore che in Italia muove circa 223 miliardi di euro annui, pari al 77% del totale dell’industria delle costruzioni. Questi investimenti rappresentano l’11,3% del PIL Italiano e generano oltre 400mila posti di lavoro (fonte: Il valore dell’abitare, Cresme, Symbola, 2024). Questa industria fiorente è un’autentica eccellenza italiana. Il tasso virtuale di riqualificazione energetica oggi in Italia è dello 0,85% (fonte: Pniec, 2023), oltre quattro volte quello europeo (0,2%).
Questo è dovuto, da una parte, alle caratteristiche del nostro parco edificato, costruito in gran parte nel dopo guerra e che presenta condizioni di comfort, accessibilità e sicurezza sotto standard. Dall’altra all’elevato tasso di edificazione del nostro territorio, nel quale esistono oltre 310 km2 di costruzioni non utilizzate. Nello stesso tempo, le direttive Ue hanno guidato la crescita in qualità e quantità dell’industria delle riqualificazioni edilizie negli ultimi dieci anni. Queste hanno promosso regolamentazioni nazionali e regionali per indirizzare la manutenzione straordinaria degli edifici alla sostenibilità ed efficienza energetica degli stessi.
Cecilia Hugony | Portavoce Renovate Italy
La nuova direttiva europea Epbd (conosciuta come direttiva case green), integrata nel pacchetto Fit-for-55, offre un percorso chiaro per il futuro della riqualificazione edilizia. Un percorso prezioso per tutta la filiera. Adesso, occorre lavorare per metterlo a terra. A livello nazionale, siamo desiderosi di collaborare ad un recepimento ambizioso della direttiva, che dia fiducia agli investitori, mettendo da parte ogni pre-concetto; a livello Europeo, occorre mantenere e aumentare l’impegno economico e finanziario sulle attività strategiche per promuovere la riqualificazione energetica: formazione, supporto tecnico alle Pa, ricerca e sviluppo.
Abbiamo voluto sondare l’opinione dei candidati al Parlamento Ue visto che questo tema, nonostante rappresenti l’11,3% del Pil nazionale, è presente solo in pochi programmi elettorali dei partiti interrogati. Le risposte ottenute ci confortano sul fatto che tutti i candidati sono in realtà consapevoli del forte impatto sociale, economico ed ecologico della riqualificazione edilizia e della necessità che la questione sia affrontata anche a livello europeo. Ci auguriamo quindi che la rappresentanza italiana al prossimo Parlamento Ue lavorerà per sviluppare politiche chiare e coerenti per il nostro settore.