Greta Thunberg o semplicemente Greta non ha bisogno di presentazioni, è la ragazza svedese di 20 anni nota in tutto il mondo per le sue attività di denuncia, attivismo e divulgazione sui temi legati allo sviluppo del Pianeta.
Negli ultimi anni, in diverse realtà europee, e anche in Italia, centinaia di migliaia di giovani si sono più volte mobilitati con scioperi e azioni dimostrative seguendo il suo esempio e i contenuti del suo messaggio. Il suo volume più famoso, La nostra casa è in fiamme, è stato tradotto e pubblicato in italiano (da Mondadori) e in diverse lingue in tutto il mondo.
Equilibri e ri-equilibri
Greta, nella sua semplice logica, porta argomentazioni che sono difficili da smentire e che appaiono perfino banali per chi, da diversi punti di vista e con diversi approcci, si occupa di sostenibilità. In sintesi, ella dice: le risorse del pianeta sono limitate e alcuni processi di crescita non possono andare avanti all’infinito.
La popolazione non può continuare a crescere ancora (e con questo ritmo di aumento dei consumi) perché non ci saranno le risorse disponibili per tutti. Secondo Greta, bisogna essere cauti e solo politiche di equilibrio (e riequilibrio) a livello globale ci possono salvare.
Questo messaggio è sicuramente condivisibile ed è un messaggio positivo per sensibilizzare le nuove generazioni a desiderare un mondo migliore, il grande pregio non è stato solo parlarne, è stato spingere l’acceleratore su questo problema enorme e saperlo comunicare benissimo ad una generazione, la sua.
Crescita
I profondi mutamenti dell’economia mondiale hanno rimesso in gioco antichi equilibri e modificato logiche di crescita e di sviluppo dei territori. Questi cambiamenti stanno determinando grandi opportunità, ma contemporaneamente rendono molte aree più esposte alla crisi internazionale.
Molte attività che hanno vissuto e prosperato protette dai confini nazionali si trovano a operare in una situazione di nuova e acuta concorrenza. Secondo il Greta-pensiero occorre fare qualcosa per ridurre il tasso di crescita, se questo si facesse, si potrebbe arrivare a un modo di vita sostenibile, se così non fosse e lo sviluppo si esprimesse continuamente in senso quantitativo, si arriverebbe alla catastrofe.
Secondo Greta e i suoi seguaci, l’attuale paradigma dominante della crescita economica, alla base di molti modelli di consumo, dovrebbe essere sostituito con il paradigma dello sviluppo sostenibile, al fine di ri-orientare il sistema economico intorno a un duplice obiettivo: la salvaguardia e la tutela dell’integrità ecologica e il perseguimento del principio dell’equità sociale (equità inter e intra generazionale, equità nella distribuzione e nell’accessibilità alle risorse).
Sviluppo
Riassumendo, queste posizioni richiamano quindi a nuove politiche di sviluppo economico e sociale e alla necessità di sostituire al paradigma della crescita (riferito ad un’espansione quantitativa del sistema economico) con il paradigma della sostenibilità (riferito a un cambiamento qualitativo del sistema economico e alla ricerca di un equilibrio dinamico con l’ambiente).
Il rischio di un applauso acritico a Greta c’è, una mancanza di fiducia nelle capacità umane e nei progressi della scienza e della tecnica, le risorse disponibili “limitate” vanno correlate alla tecnologia in uso per sfruttarle e su questo non siamo in grado di fare previsioni per il futuro, è opportuno un richiamo ai giovani alla necessità dello studio per acquisire una dotazione di strumenti che permettano di comprendere i reali problemi e i processi di scelte e decisioni di politiche pubbliche di stati nazionali e governi locali, ma senza lasciarsi trascinare in catastrofismi che ciclicamente riappaiono.
Speriamo che la fine del mondo non sia così vicina come molte previsioni di Greta hanno preconfigurato