La pianta era composta da una trama di linee di varia lunghezza (…) che sembravano espandersi gradualmente verso un implicito infinito,
oppure condurre le viste lontane verso il cuore interno dell’edificio.
Le linee geometriche indicavano piani murari che si interrompevano in alcuni punti per permettere l’inserimento di aperture vetrate a tutta altezza”.
A guardare la pianta della Casa Henso di HW Studio realizzata in Messico, potrebbero venire in mente le parole con cui William Curtis descriveva il progetto non realizzato del 1923 per la villa in mattoni di Mies van der Rohe.
Casa Henso sembra aderire a molti dei principi inscritti nei disegni della villa in mattoni, come il forte radicamento al suolo enfatizzato dal prolungamento dei muri oltre le linee di gronda delle coperture piane che, più che segnare i bordi, sembrano innescare tensioni e compressioni di spazio e tempo.
Geometrie
La geometria è in questa casa l’atto fondativo, il principio di una misurazione che sembra rispondere solo ai propri principi funzionali e a un autoreferenziale rapporto tra interno ed esterno.
La forma che ne deriva infatti non reagisce al contesto, piuttosto lo assorbe e inquadra in una nuova domesticità. Più che racchiudere, il muro accompagna l’avvicinamento lungo tutto il suo percorso misurandone la durata del movimento e scandendone le pause.
Allo stesso tempo, orienta gli sguardi, non tanto verso punto precisi, ma in coerenza al tempo che scandisce la giornata, ai suoi momenti e ai suoi modi di abitare.
Le “vocazioni” delle quattro aree ricavate dall’incrocio dei muri rispondono proprio a questo. Vi è quindi un quadrante per entrare, il cui spazio aperto diventa giardino e spazio di accoglienza. Vi è il quadrante per le automobili, la cui vegetazione serve invece a ombreggiare i veicoli dal sole.
Tra questo spazio e la casa corre un lungo muro che separa i due ambiti e protegge da un’eventuale introspezione. Vi è il quadrante della casa vera e propria: spazio giorno e spazio notte divisi da un blocco servizi che ospita colonne cucina, bagno e cabina armadio.
Linee pure e essenziali organizzano gli spazi senza dividerli e lasciando l’interno e l’esterno intrecciarsi in una compenetrazione di materiali, luci, riflessi e ombre. Succede anche grazie all’utilizzo di serramenti con telai a scomparsa e al senso di continuità materica garantito dai muri in pietra.
Poetica compositiva
Vi è poi il quadrante con l’ufficio, l’unico volume a due piani che, nelle intenzioni dei progettisti allude alle miniere di Santa Brígida a Mineral de Pozos.
Rispetto alla villa in mattone di Mies, emergono però anche importanti differenze, prima fra tutte la poetica compositiva della pianta tanto nella transizione tra stanze diverse, dovuta anche a un programma residenziale più contenuto in Messico, quanto nella forte assialità, doppia a dire il vero, a ricordare il sistema cartesiano, che non traspare nel progetto degli anni Trenta.
Anche il rapporto tra concentrazione e rarefazione appare diverso nella casa di Mies, secondo Kenneth Frampton, ereditato dal dinamismo neoplastico vicino più in termini concettuali che negli esiti finali al filone architettonico che mirava a scomporre e disarticolare la scatola abitata, vedi la Casa Schroeder di Rietveld.
Rivestimento esterno
Vi è infine una fondamentale differenza, legata al materiale utilizzato, la pietra locale posata come rivestimento nella casa Henso, differenza che tuttavia conferma l’indissolubile rapporto con il terreno.
Come raccontato dai progettisti, la dispersione delle aree e delle funzioni della casa Henso costringe a un perpetuo pellegrinaggio tra gli spazi che fa entrare l’abitante in contatto con la terra, l’aria e le montagne come se si stesse in un antico monastero, inquadrando il paesaggio ma allo stesso tempo diventando parte naturale di esso.
LA SCHEDA
Luogo: San Miguel de Allende, Guanajuato. México
Cliente: Cem Turgu e Adriana Aleg
Progetto: Hw Studio (Rogelio Vallejo Bores con Oscar Didier Ascencio Castro e Nik Zaret Cervantes Ordaz
Superficie: 195,80 m
Realizzazione: 2022
Budget: 300.000 Usd
Fotografie: ©Cesar Bejar
Info: www.hw-studio.com