Il maestro internazionale del design e dell’architettura Emilio Ambasz, considerato pioniere dell’architettura green, è stato premiato con il President’s Award dal CSU – Consortium for Sustainable Urbanization, istituzione con base a New York impegnata a promuovere, anche in ambito Nazioni Unite, progetti e iniziative a livello globale sui temi della sostenibilità, insieme ai propri partner, tra cui AIANY – The American Institute of Architects – l’Agenzia ONU UN-Habitat e la Columbia University.
Premiato per il suo impegno sui temi dell’urbanizzazione, pianificazione e progettazione sostenibile, responsabile e resiliente, Emilio Ambasz è stato celebrato anche come grande inventore di oggetti di design ormai presenti in case, uffici e città in ogni continente del globo (Ambasz vanta oltre 220 brevetti industriali e meccanici). «Vedere molti altri utilizzare la materia vegetale nei loro progetti mi fa capire che la mia missione sta cominciando a dare i suoi frutti. Udire alcuni di loro affermare la paternità di queste idee mi fa sentire come un personaggio mitologico, ma so che è solo il caso di un destino freudiano annunciato», ha affermato l’architetto. «Ogni costruzione costituisce un’intrusione nel regno vegetale, ed è una sfida alla natura: dobbiamo concepire un’architettura che si erge come l’incarnazione di un patto di riconciliazione tra natura e costruzione, progettare edifici così intrinsecamente legati al paesaggio circostante che è impossibile che si disimpegnino l’uno dall’altro».
Durante la cerimonia di premiazione, il presidente e membro del consiglio fondatore del CSU, Lance Jay Brown ha ricordato la figura pionieristica di Emilio Ambasz nell’ambito del rapporto tra architettura e ambiente, la sua filosofia progettuale ispirata al Green over the grey (‘il verde sopra il grigio’) che ha dato forma e sostanza a progetti e realizzazioni divenuti esempi fondamentali per le architetture verdi in tutto il mondo. Alcune delle sue opere pluripremiate, a distanza di decenni, rimangono al centro del dibattito della poetica e della disciplina progettuale e che hanno suggestionato alcuni dei più noti nomi dell’architettura contemporanea, da Renzo Piano a Jean Nouvel, a Tadao Ando:
• il centro ACROS di Fukuoka (1995), il poderoso edificio-piramide di 100.000mq in centro città che ha restituito alla comunità il terreno su cui sorge;
• la Casa de retiro espiritual a Siviglia (1972), stupefacente e onirico richiamo alla nozione primordiale di casa, miraggio ottico tra i più celebrati al mondo;
• il Lucille Halsell Conservatory in Texas (1982), opera straordinaria che si snoda tra percorsi sotterrati ed esplosioni tettoniche di cristalli polimorfi.
Durante la cerimonia, inoltre, è stato ricordato il ruolo di Ambasz come curatore di Architettura e Design al Museum of Modern Art of New York (MoMA), dove organizzò la mostra «Italy: the new domestic landscape» (1972) portando alla ribalta mondiale gli oggetti del design italiano, come la seduta Vertebra (1975), la prima sedia ergonomica automatica al mondo, sviluppata con G. Piretti, da cui è nata una nuova industria per tutto il settore (Compasso d’oro del 1981).
Lance Brown ha infine ricordato la donazione di 10 milioni di dollari da parte della fondazione Legacy Emilio Ambasz Foundation-LEAF al MoMA per la creazione dell’Emilio Ambasz Institute for the Joint Study of the Built and the Natural Environment [Istituto Emilio Ambasz per lo studio congiunto dell’ambiente costruito e naturale], dedicato all’indagine dell’interazione tra Architettura e Natura alimentando il dibattito globale sulla urgente necessità di una ricalibrazione ecologica.