Le esigenze connesse alla diversa destinazione d’uso degli organismi edilizi e all’utilizzazione dei singoli ambienti necessitano di una corretta definizione degli elementi tecnici interni, capaci di rispondere, in termini prestazionali ed espressivi, ai requisiti sempre più circoscritti e articolati dell’utente contemporaneo. Questo è possibile attraverso l’adozione di soluzioni tecniche precise e appropriate alle attività svolte all’interno di ogni singola unità ambientale.
A tal proposito gioca un ruolo nodale l’unità tecnologica «partizione interna» verticale, orizzontale e inclinata, ovverosia l’insieme delle unità tecnologiche e degli elementi tecnici del sistema edilizio, aventi funzione di dividere e conformare gli spazi interni del sistema edilizio stesso (Uni 8290-1:1981). Un elemento fisico in grado di separare spazi, disarticolarli, contenerli visivamente e fisicamente.
Delle partizioni interne, quella «orizzontale», ovvero l’intradosso del solaio superiore e l’estradosso del solaio inferiore, assume una particolare rilevanza dovuta alla sua frequente presenza negli edifici, qualunque sia la loro destinazione d’uso. Fornisce inoltre prestazioni di carattere fisico-tecnico, generate dalle funzioni e dall’uso prolungato nel tempo, e di integrabilità con gli aspetti di morfologia strutturale e impiantistica dell’edificio stesso.
Degli strati funzionali primari, il controsoffitto, il rivestimento o finitura inferiore, si è affermato come layer di grande interesse per progettisti e proprietari di immobili.
«Soffitto sospeso mediante: una sospensione e una sottostruttura, o una cornice perimetrale, direttamente fissata alla struttura portante a una distanza dal pavimento o dal tetto sovrastante», questa la definizione secondo la Uni En 13964:2014. È a tutti gli effetti, uno strato con funzione di finitura a vista dell’intradosso del solaio, che contribuisce a riflettere e diffondere la luce naturale e artificiale. Può partecipare al controllo della riflessione dei rumori aerei e quindi del livello sonoro nell’ambiente sottostante. Infine, può assumere indirettamente la funzione sia di chiusura (anche solo parziale e mimetica alla vista) del vano attrezzato superiore, sia di supporto per i terminali degli impianti in esso alloggiati, come punti luce, bocchette di mandata, griglie ed elementi di ripresa, per l’impianto di climatizzazione e condizionamento.
Le principali componenti riconducibili al controsoffitto sono la sottostruttura, il sistema di fissaggio e la membrana del soffitto. La sottostruttura è un’intelaiatura, sospesa, di tre tipi (a vista, nascosta e seminascosta) che supporta la membrana (pannelli/lastre) del soffitto. A questa si aggiunge la componente della sospensione, ovvero la parte della sottostruttura che la collega alla struttura portante.
Il sistema di fissaggio si distingue in quello superiore, che collega i componenti della sospensione o della sottostruttura direttamente alla struttura portante, e quello della cornice perimetrale, che collega la cornice perimetrale direttamente alla struttura portante. A questo sistema vanno previsti il collegamento substrutturale, l’elemento di supporto, la componente di supporto trasversale, la cornice perimetrale, la componente di accesso e il giunto. Infine, la membrana del soffitto, ovvero un pannello o una lastra dalla forma qualunque (solida, aperta, ondulata o a rete).
Generalmente i controsoffitti possono essere in aderenza, sospesi o autoportanti. Quello in aderenza, è costituito da un’orditura metallica, fissata puntualmente al solaio mediante apposito sistema di fissaggio, a cui vengono fatte aderire le lastre prescelte per la controsoffittatura.
Il controsoffitto sospeso è una struttura leggera, collegata all’intradosso del solaio mediante il sistema di pendinaggio e non beneficia dell’appoggio alle pareti perimetrali. Il pendinaggio è il sistema che consente di regolare il ribassamento del controsoffitto, attraverso il sistema di sospensione, affidato all’abbinata pendino-gancio, facendosi carico allo stesso tempo di sostenere il peso in virtù della sua classe di carico e della distanza di interasse fra un pendino e l’altro.
Infine, i controsoffitti autoportanti, si realizzano laddove non si rende possibile l’ancoraggio della struttura al solaio esistente. Dal momento che l’intero carico del controsoffitto è trasferito all’elemento costruttivo adiacente, è indispensabile che sia garantita la resistenza dei raccordi. Saranno le pareti perimetrali attraverso dei profili guida perimetrali a sostenere il carico totale.
La morfologia dello strato superficiale dei controsoffitti è riconducibile a una serie di alternative tecniche, tra cui: pannelli piani/ondulati, doghe/lamelle piane/ondulate, grigliati e cassettoni, che possono essere realizzati in differenti materiali per rispondere a funzioni e prestazioni diverse.
Per una messa in sicurezza del solaio, a seguito del distacco e la successiva caduta della parte inferiore, fenomeno tipico dei solai in laterocemento (sfondellamento), il mercato mette a disposizione pannelli in lana di roccia, in grado di resistere (sottostruttura compresa) a un carico progressivo in caduta di oltre 250 chilogrammi per metro cubo, impedendo il passaggio di materiale e proteggendo persone e cose da eventuali danni.
Per un trattamento acustico ottimale di ambienti non residenziali (uffici, aule scolastiche, sale conferenze) è possibile adottare pannelli, lastre e doghe in gesso rivestito (forato e liscio), disponibili in diversi formati, installabili con vari sistemi di sospensione e accessoriati per l’ispezionabilità del plenum.
In ambienti con elevata umidità ambientale, sono disponibili lastre in cemento rinforzato (composte da inerti e cemento portland) e lastre armate sulle superfici (con rete in fibra di vetro a garanzia di una maggiore stabilità e resistenza). Se l’esigenza è di un controsoffitto tecnico attrezzato, alcune aziende hanno concepito dei sistemi che integrano, in un’unica soluzione monolitica, il sistema di sospensione, i pannelli e gli elementi tecnici lineari (tutti gli elementi collegati inclusi nella zona tecnica sono armonizzati alla membrana, a garanzia di un aspetto estetico uniforme).
Infine, se la richiesta è il comfort radiante e fonoassorbente magari ad alta resa, la risposta è possibile ottenerla attraverso l’adozione di un sistema a soffitto, composto da pannelli accoppiati in cartongesso forato e feltro acustico in grafite, con serpentina collocata nello spessore della lastra superiore. Sembra non esistere la parola «limite».
di Roberto Bolici, Politecnico di Milano (da YouBuild n. 25)