I soldi non sono un problema. Il problema sei tu. È il titolo di un libro scritto da Gary Douglas e Dain Heer che ha come obiettivo indicare sistemi facili e sicuri per creare una nuova e diversa realtà, che consenta di avere un rapporto sano con il denaro. Per quanto riguarda il mondo delle costruzioni e della progettazione, però, il libro dei due super consulenti è arrivato in ritardo. Il titolo aggiornato, infatti, dovrebbe essere I soldi li mette l’Europa. Ma il problema sei tu.
Siamo di fronte, infatti, a un’irripetibile coincidenza astrale, di quelle che passeranno alla storia come la cometa di Halley, che ritornerà vicino alla Terra solo nel 2061: si tratta, infatti, della distribuzione di 2,8 miliardi destinati a infrastrutture e rigenerazione urbana. Quando mai ricapiterà? Infatti, sono scesi in pista studi professionali di fama nazionale e internazionale, come Carlo Ratti, Studio Land, Ipostudio, Alfonso Femia.
Il programma che prevede la spesa di questa montagna di soldi, sulla carta, sembra essere alquanto affollato. Comprende periferie da riqualificare, edifici pubblici da riconvertire, case popolari da ristrutturare, rigenerazione di aree degradate, maggiore sicurezza nei quartieri, servizi urbani, viabilità e accessibilità, spazi pubblici, senza dimenticare bonifiche e riqualificazione dei centri storici. Il tutto in sintonia con la richiesta di sostenibilità.
Sindaci e amministrazioni locali, infatti, si sono affrettati a presentare progetti, non sempre di semplice attuazione, tenendo conto che il 40% delle risorse è destinato alle regioni del Sud. Non tutte le proposte, però, passeranno alla fase due, quella operativa. Per quanto ingenti, le risorse a disposizione non avrebbero potuto essere spalmate su centinaia di progetti, con il rischio di destinare solo poche briciole a ognuno.
Sul tavolo del ministero, infatti, sono atterrate le 290 proposte presentate da tutta Italia nel 2020. Per attuarle tutte, sperando di mantenere i costi previsti dai progetti, sarebbero occorsi 4,6 miliardi. Troppi. La commissione incaricata di valutare le proposte, quindi, ne ha ammesse 271, per una richiesta di finanziamento di 4.266 milioni, fra cui otto progetti pilota ad alto rendimento per 655 milioni riservati ai comuni maggiori e a forme di sperimentazione più complessa. Da quella scrematura è stato poi selezionato un pacchetto di 159 progetti. Sono i prescelti, quindi, che si divideranno i 2,8 miliardi di fondi del Pnrr, più altri 21 milioni di residui di fondi nazionali.
Va aggiunto che nel passaggio dal governo Conte 2, che aveva mosso i primi passi per la gestione dei fondi Ue, all’esecutivo Draghi, sono avvenuti cambiamenti sostanziosi. Un anno fa si parlava del Pinqua, che non è un animale esotico, ma il Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare introdotto dall’ex ministra Paola De Micheli. A un anno di distanza la rigenerazione urbana è stata assorbita dal Recovery Plan dal ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili, Enrico Giovannini. E ora, con i fondi europei, può iniziare l’assegnazione delle risorse tra Comuni e Regioni.
Ma, per equità bisogna aggiungere che il lavoro di selezione, frutto della collaborazione fra ministero, Regioni e Comuni, era già partito prima dell’approvazione del Pnrr. Il via libera di Bruxelles al piano presentato dal governo Draghi, insomma, non ha trovato il Paese impreparato. Anche perché non c’è molto tempo da perdere: l’Europa concede i fondi, ma chiede (giustamente) che siano spesi in tempi certi.
Questo significa che quello che è stato messo nero su bianco nel Pnrr deve essere tradotto in mattoni e cemento entro tempi certi. E visto che l’obiettivo corrisponde alla realizzazione di circa 10 mila alloggi, tra quelli nuovi e riqualificati, oltre a 800 mila metri quadrati di spazi pubblici riconvertiti o riqualificati, perdere tempo sarebbe rischioso.
Il calendario è fitto e, in più, c’è il rischio che burocrazie e malaffare di vario genere si mettano di mezzo con i conseguenti blocchi magari per intervento della magistratura. La data di completamento dei progetti, infatti, in un primo tempo era quella prevista dai fondi nazionali del 2020, fissata per fine 2033. Ma ora il termine previsto per il completamento dei progetti è stato anticipato al 2026, in linea con i termini del Pnrr.
E che i tempi di esecuzione non siano derogabili lo testimonia l’agenda: solo quei progetti che avevano fissato un termine in linea con le scadenze previste nel piano entrano automaticamente nel finanziamento. Gli altri, invece, si devono adeguare riformulando un nuovo programma che rispetti il termine del 2026. I paletti sono fissati per decreto e sono da considerarsi «obbligatori e vincolanti», pena l’esclusione dai finanziamenti.
Non solo: ci sono solo 15 giorni per dire sì o no. In caso affermativo, quindi, si accettano i termini da rispettare. E questo comprende anche la modalità di progettazione. Tutti gli interventi, infatti, devono essere compatibili con le linee guida per la progettazione di fattibilità tecnica ed economica approvate lo scorso luglio dal Consiglio superiore dei lavori pubblici. Si tratta, in sostanza, della filosofia che deve guidare la realizzazione delle opere, che mette al centro la sostenibilità ambientale.
Giro d’Italia con il Pinqua
Sono molti gli interventi ammessi al Programma nazionale della qualità dell’abitare (Pinqua) e quasi tutti hanno risvolti interessanti da un punto di vista progettuale. I progetti ammessi al programma nazionale della qualità dell’Abitare hanno coinvolto studi di architettura e società immobiliari. Eccone alcuni.
Brescia. Nel 2020, grazie al bando Pinqua, Redo sgr si è aggiudicata il progetto per la Torre Tintoretto di San Polo dell’Aler, nell’ambito del programma di sostituzione edilizia, periferie, abitare sociale. Il complesso prevede 320 appartamenti, oltre a 2 mila metri quadrati di servizi e retail. Di questi, 120 alloggi erano inizialmente previsti per essere messi in vendita, mentre altri 200 dovevano essere concessi in locazione. Con il Pinqua, invece, saranno tutti dati in affitto. L’operazione di rigenerazione prevede la demolizione della torre e della piastra esistente, operazione già in corso, oltre all’apertura degli spazi al quartiere.
Messina. Nel mirino della città siciliana c’è il risanamento del cosiddetto Fondo Fucile, un pudico nome che indica l’area su cui sorge una baraccopoli degna di Calcutta, che per fortuna da pochi mesi non risulta più abitata. L’area va completamente rigenerata, con la realizzazione di fognature, scuole e asili. Il Comune di Messina, inoltre ha presentato altri tre progetti per 45 milioni di euro che prevedono housing sociale in sette aree critiche della città.
Vercelli. Nella città piemontese i fondi per la rigenerazione urbana saranno impiegati per un progetto che riguarda il lungofiume che la attraversa, il Sesia. Il progetto è stato firmato dallo studio Land e prevede la creazione di spazi attrezzati per la fruizione, il gioco, lo sport e il tempo libero, ma anche un processo di pedonalizzazione del centro storico e la riconversione di edifici di industrie dismesse, oltre che di un’area ferroviaria dismessa.
Pesaro. La città marchigiana ha presentato un progetto architettonico dello studio romano Startt, affiancato da Esa engineering per la sostenibilità e l’energia. Il piano prevede il recupero di nuclei storici della fascia collinare e pre collinare. In questa area, infatti, si trova una porzione del patrimonio edilizio storico di proprietà pubblica, da riqualificare. Inoltre, sono previsti spazi pubblici e servizi di comunità dislocati in ogni borgo e il potenziamento di una rete di inclusione sociale che serva a collegare i borghi alla citt e ai suoi servizi.
Livorno. L’area indicata come Dogana dell’Acqua, con spazi abbandonati e scheletri di edifici mai completati, sarà recuperata nell’ambito di un programma che comprende la realizzazione di spazi per i giovani e le famiglie, luoghi pubblici irrorati dall’acqua, ma anche alloggi e un grande parco. In questo contesto saranno realizzate anche due piazze: una dedicata all’acqua vista come elemento ricreativo, mentre un altro spazio trover posto nella ex caserma Lamarmora.