Tra luci (poche) e tante ombre, la Cop26, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che si è tenuta fra il 31 ottobre e il 12 novembre 2021 a Glasgow, in Scozia, si è chiusa con un sostanziale impegno per tagli alle emissioni di gas serra del 45% al 2030. Emissioni che sono dovute in gran parte agli edifici: il patrimonio edilizio inefficiente e con impianti vetusti è infatti responsabile del 36% delle emissioni nell’UE, del 40% negli Stati Uniti e del 42% nel Regno Unito.
Ma le persone sono veramente interessate a ristrutturare e rendere più efficienti le proprie abitazioni? Secondo il nuovo rapporto ‘Scoprire i vantaggi della riqualificazione‘ realizzato da Rockwool Group e Cambridge Econometrics, sembrerebbe proprio di sì.
Prendendo in considerazione i dati emersi dal sondaggio, effettuato su 14.000 persone in Danimarca, Francia, Germania, Italia, Polonia, Regno Unito e Stati Uniti, il rapporto conferma l’interesse del pubblico per gli edifici energeticamente efficienti e evidenzia nello stesso tempo la necessità che i governi sviluppino programmi di ristrutturazione finalizzati a questo obiettivo.
Il sondaggio di OnePoll mostra che otto persone su 10 (79%) sarebbero disposte a ristrutturare la loro casa, se ricevessero la giusta assistenza. Ancora più significativo è l’interesse a rendere più green il patrimonio edilizio esistente: il 73% ritiene che i miglioramenti in termini di efficienza energetica dovrebbero essere resi obbligatori, a condizione che si possa disporre di un supporto finanziario e amministrativo. Il 62% è convinto che sia una loro precisa responsabilità sociale rendere le loro case più rispettose dell’ambiente, nel caso si potesse accedere a questo sostegno.
«Il problema non è il denaro. Mentre ci sarà sempre un dibattito sui costi delle azioni per il clima – e speriamo anche sui costi della mancanza di azioni – è un dato di fatto che ci siano molti soldi disponibili da destinare alla ristrutturazione degli edifici e ad altri investimenti green. E la ristrutturazione in sé non è fantascienza. Richiede infatti l’uso di materiali e pratiche edilizie ben note, e questo è un grande vantaggio. Il problema è collegare le fonti di finanziamento con i progetti in loco e assicurarsi di disporre della manodopera qualificata» commenta Jens Birgersson, ceo del gruppo Rockwool, specializzato in soluzioni in lana di roccia per l’isolamento e il rivestimento di facciata.
Aumentare il numero degli interventi di ristrutturazione degli edifici è fondamentale per raggiungere gli obiettivi di carbon zero.
Jon Stenning, direttore associato di Cambridge Econometrics, dichiara: «La riqualificazione del patrimonio edilizio esistente è una leva decisiva per raggiungere la decarbonizzazione delle nostre economie. Il sondaggio condotto tra i consumatori, in questo report mostra che c’è un sostanziale interesse per la riqualificazione da parte della gente, ma che si deve fare molto di più per associare i finanziamenti ai progetti di ristrutturazione. Una politica ben studiata può svolgere un ruolo importante nel tenere insieme l’intera catena del valore, assicurando che le risorse siano finalizzate in modo corretto e aiutando a costruire capacità e interesse a livello locale, per garantire che si possano effettivamente ottenere benefici nella riqualificazione energetica».
Nel rapporto Rockwool e Cambridge Econometrics esortano i politici a sviluppare programmi di riqualificazione a lungo termine in modo tale che i produttori possano pianificare la capacità produttiva e un’adeguata attività formativa per i loro installatori; e ancora a collaborare con le banche per combinare sovvenzioni pubbliche e prestiti a basso interesse; e rendere più facile per le famiglie richiedere sovvenzioni e trovare operatori qualificati.