Il nuovo Polo della Memoria San Rossore 1938 dell’ateneo pisano, significativamente intitolato a un luogo (il 5 settembre del 1938, nella tenuta di San Rossore a Pisa, il re Vittorio Emanuele III appose la firma al primo provvedimento in «difesa della razza»), ospita le aule dell’area umanistica e i laboratori di biologia. Il progetto nasce dal felice incontro tra il timbro elvetico dello studio Diener&Diener e l’attenzione alla conoscenza del luogo e alle tematiche ambientali dello studio Helipolis21, che vede come socio fondatore Alessandro Melis, curatore del Padiglione Italia alla 17esima Mostra Internazionale di Architettura di Venezia, intitolato Comunità Resilienti.
L’edificio sorge a Pisa, all’incrocio tra gli assi di via Pisano e via Risorgimento e occupa il sedime precedentemente utilizzato dai laboratori della farmaceutica Guidotti. Lungo via Pisano il nuovo corpo di fabbrica fronteggia le duecentesche mura cittadine, particolare non certo trascurabile (e non trascurato) nelle scelte di inserimento nel ricco contesto pisano.
Questi due elementi ambientali, ovvero due aspetti diversi delle preesistenze, sono gli elementi alla base delle scelte del progetto: da un lato l’interrogarsi sul dialogo da instaurare con la storia consolidata, dall’altro provare nuovi approcci nel relazionarsi con le tematiche di riuso, rigenerazione urbana e ridotto impatto ambientale.
L’edificio dialoga con la città storica lavorando su due elementi: la volumetria e la matericità. La composizione complessiva è originata dalla somma di quattro volumi principali, che seguono planimetricamente il tracciato delle strade circostanti e si elevano con altezze leggermente diverse in base alle funzioni ospitate (le aule didattiche, l’ingresso, l’auditorium e i laboratori di biologia), richiamando la varietà di allineamenti e sovrapposizioni della città medievale.
L’aspetto materico è invece reso peculiare da un trattamento dei setti portanti in cemento a vista che fondono la parte strutturale e quella architettonica del progetto. Il calcestruzzo, utilizzato nella sua funzione portante, è finito con una particolare sabbiatura che mette a nudo gli inerti che compongono la miscela, in un’operazione mimetica con le antiche mura prospicienti non solo nel richiamarne l’aspetto, simile a pietra, ma anche la stessa essenza funzionale di elemento strutturale.
I prospetti su strada hanno un tono complessivo che ricorda una fortificazione, grazie anche al dosato utilizzo delle bucature, di piccole dimensioni e ben ritmate. Tale scelta, oltre che per ragioni compositive, permette anche un adeguato controllo delle dispersioni termiche, lasciando che abbondante luce naturale filtri zenitalmente dal generoso lucernario, schermato dalle lunghe travi portanti in cemento armato precompresso che scansionano l’ingresso.
Questo particolare dettaglio racconta con chiarezza i processi di interazione tra componenti compositive ed elementi tecnologici che non sono calati nel progetto come mero accessorio funzionale, ma in prospettiva di organismo, facendo interagire tutte le parti con armonia. Sono presenti numerosi altri aspetti, ben integrati, che svelano una particolare attenzione agli elementi tecnici.
L’impianto di climatizzazione prevede che riscaldamento e raffrescamento avvengano grazie a un sistema geotermico misto realizzato con tre pozzi e 38 sonde che alimentano due pompe di calore.
La corte interna che, come tutto il lotto, ha subito una profonda operazione di bonifica per eliminare le tracce di inquinamento da mercurio, è alimentata da un sistema di recupero dell’acqua piovana che viene distribuita tramite erogatori plastic-free. Il sistema di controllo delle luci artificiali, a basso consumo, è gestito da protocolli automatizzati che ottimizzano il dispendio di energia elettrica.
Il Polo della memoria racchiude una somma di fattori che hanno come risultato una bella architettura. Il suo racconto diventa esempio di come si possano coniugare specifici timbri stilistici della contemporaneità alle recenti necessità di far fronte alle evoluzioni climatiche del pianeta, proponendo questo sodalizio mediante un’operazione di sostituzione edilizia che, da un edificio generico e poco efficiente, restituisce alla città un edificio dal forte carattere, moderno, funzionale, aperto alla città e al quartiere e che possa essere pietra di base per fenomeni più estesi di rigenerazione urbana.
di Riccardo Maria Balzarotti, Politecnico di Milano (da YouBuild n.20)
LA SCHEDA
Cliente: Università di Pisa
Luogo: Pisa, Via Risorgimento 19
Anno: 2020
Progettista: Diener & Diener Architeknen, Heliopolis 21 Architetti Associati, ARX srl
Impianti: OBERMEYER PLANEN + BERATEN
Strutture e antincendio: A&I Progetti srl
RUP: Fabio Bianchi
Direzione Lavori: Carla Caldani
Interior Design: Carla Caldani, Laurene Dubuis, Ilaria Fruzzetti
Superficie: 3.000 mq
Importo: € 5.545.000
Info: www.heliopolis21.it e www.dienerdiener.ch
Fotografie: Andrea Testi