Piantare alberi, fare boschi, moltiplicare il numero delle piante lungo le strade, nelle piazze, nei cortili, sui tetti e sulle facciate delle nostre città, significa incrementare il capitale naturale ed è un modo efficace, economico e coinvolgente per mitigare gli effetti del cambiamento climatico e offrire alla città nuovi servizi ecosistemici.
La forestazione urbana è oggi in cima alle agende delle grandi metropoli del pianeta (da New York a Melbourne, da Singapore a Parigi) e la Grande Milano, con Forestami, vuole essere una delle metropoli motore di questo cambiamento. Il progetto nasce da un protocollo d’intesa siglato nel 2018 tra Città Metropolitana, Comune di Milano, Parco Nord Milano, Parco Agricolo Sud Milano ed Ersaf, che hanno condiviso gli obiettivi sottesi a una ricerca applicata affidata al Politecnico di Milano. La grande ambizione del progetto, che prevede di piantare 3 milioni di nuovi alberi nella Città Metropolitana entro il 2030, riguarda la necessità di apportare un vero cambiamento nelle nostre città, fisico, ambientale e culturale, riconsiderando la natura come parte strutturale degli ambienti urbani.
Per immaginare questo cambiamento, abbiamo innanzitutto studiato lo spazio della Città Metropolitana, attraverso la definizione della Tree Canopy Cover esistente (essenzialmente l’area occupata dalla chioma degli alberi). Attraverso immagini satellitari combinate e verifiche sul campo sappiamo ora che nella Città Metropolitana il 16% della superficie è occupata dalle chiome degli alberi. Abbiamo anche studiato i vuoti e i loro usi reali (per esempio, pubblico, residenziale, infrastrutturale, agricolo) attraverso mappe satellitari, per definire dove fossero gli spazi potenziali che potessero ospitare nuove superfici vegetali e per guidare in tal modo lo sviluppo del progetto.
Per implementare il progetto, abbiamo lavorato con diversi comuni, (l’intera Città Metropolitana ne comprende 133) definendo disponibilità, priorità e capacità di sviluppo del territorio sui diversi anni. Finora (settembre 2020) abbiamo raccolto 153 diverse aree, pronte ad accogliere nuove piantagioni.
Ma i comuni non sono l’unico stakeholder di Forestami. Il progetto deve avere tutti dalla parte degli alberi. Pertanto, abbiamo discusso con agricoltori, proprietari terrieri, membri di associazioni ambientaliste, aziende private (per nominare solo alcuni tra i molti attori coinvolti) che potessero contribuire, mettendo a disposizione aree, capacità tecniche di messa a dimora e manutenzione o finanziamenti per l’acquisto e manutenzione delle piante stesse.
Con Forestami apriremo la strada al cambiamento. Un nuovo modello che integra la natura nel denso ambiente costruito della città, un nuovo modo di collaborare con i cittadini, con le associazioni, con le istituzioni, con le comunità verso lo stesso obiettivo. D’altronde, il 2020 ci ha più che mai dimostrato quanto l’integrazione dello spazio verde al costruito possa determinare sostanzialmente il benessere psicofisico del nostro vivere.
di Maria Chiara Pastore, ricercatore presso il Politecnico di Milano (da YouBuild n.18)