Nella lettera enciclica Laudato Si’ scritta nel 2015 da Papa Francesco sulla cura della «casa comune», metafora dal valore universale per definire il nostro pianeta, troviamo un passaggio dedicato all’ecologia culturale.
Quasi cinquant’anni fa, pensatori come Edgar Morin e Gregory Bateson con i concetti di pensiero ecologico e mente ecologica avevano indagato l’agire e l’apprendere dell’uomo contemporaneo come l’organizzazione dell’equilibrio di fronte al nuovo e all’ignoto, nel rispetto di un mondo fondato su sistemi complessi in cui egli è ospite. Papa Francesco sembra continuare questa riflessione e scrive della necessità di una cultura intesa nel suo senso più dinamico e partecipativo per ripensare la relazione dell’essere umano con l’ambiente.
L’installazione, progettata da Mario Cucinella Architects per le celebrazioni dell’Anno Speciale Laudato Si’ nel Parco del Delta del Po in collaborazione con Artemide, materializza questa ricerca di una nuova consapevolezza. L’architetto ha disegnato una cappella a cielo aperto, ispirata a San Francesco d’Assisi, alle parole di Papa Bergoglio e agli obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, attraverso la semplicità del gesto compositivo.
Con un cerchio di luce a simboleggiare sia la «luce del mondo» sia «Sora madre Terra», la leggerezza della struttura (una serie di paline) e l’iconicità dei materiali (una pedana lignea per evocare il bosco del Cansiglio, antica foresta a cavallo tra Veneto Orientale e Friuli da cui si ricavava il legname per le navi della Serenissima e al contempo dare una nuova vita agli alberi abbattuti dalla tempesta Vaia), è suggerita un’immagine di cappella inedita in cui la preziosità dell’atto del raccoglimento, dell’isolarsi per ritrovare la quiete avviene grazie all’osservazione della natura che circonda l’architettura.
L’anello di luce sospeso, con i suoi 8 metri di diametro e solo 6 centimetri di sezione, che dimostrano la grande competenza e la grande attenzione ai consumi di Artemide, inquadra uno spazio intangibile in cui i riflessi luminosi e i suoni più evocativi rimangono quelli del fiume Po, che scorre accanto.
Nella sua essenzialità The Living Chapel rimanda ai padiglioni dei giardini rinascimentali. Architetture effimere il cui disegno spesso si costruiva su geometrie pure e integrava nelle sue forme fiori e arbusti rampicanti dall’alto valore simbolico, come la vite. In fin dei conti, il desiderio di riconciliazione tra uomo e natura non ha mai abbandonato l’architettura, per nostra fortuna.
di Rossella Locatelli (da YouBuild n. 18)