Nella ex chiesa di Santa Rita di Amsterdam c’è spazio per 304 persone. Non, però, nel ruolo di partecipanti a celebrazioni religiose, bensì come clienti pernottanti. Nasce così il secondo Bunk Hotel in Olanda, che ospita oggi 107 camere e 52 pod privati. Progettato dall’architetto Alexander Kropholler e costruito negli anni ’20 del Novecento, l’edificio monumentale è stato riqualificato e riconvertito in albergo, dove le Bunk Room possono ospitare da 1 a 5 persone, mentre i pod (singoli o doppi) sono l’opzione più economica con il lusso garantito della privacy: una soluzione perfetta per chi viaggia con piccoli budget.
Il progetto
Il progetto, firmato dall’architetto Rob Salemans (Raumkultur) con il proprietario Robin Hagedoorn e una squadra di creativi olandesi, rispetta profondamente l’architettura originale: l’esterno è rimasto intatto così come gli archi in mattoni e le capriate in legno. Le camere del Bunk Hotel Amsterdam sono ricavate all’interno di blocchi bianchi che sembrano galleggiare nella struttura: un cielo di nuvole prefabbricate con pareti in HPL che è il cuore della struttura ricettiva.
Per rendere onore alla storia della chiesa (bombardata nel 1943) è stato posto un monumento commemorativo a cielo aperto, e una biblioteca accoglierà i viaggiatori e la gente del posto. Tra le altre sezioni ricavate all’interno della navata, una scala segreta che conduce a una collezione di vinili e uno studio di registrazione/stazione radio (Untold Radio). Una terrazza, infine, si affaccia sul quartiere Nord della capitale olandese.
Sostenibilità e tecnologia
Bunk Hotel Amsterdam si distingue per gli spazi divertenti e funzionali, con sostenibilità e tecnologia come firme distintive. Nelle camere si trovano materassi di prima qualità e sistemi di illuminazione a basso consumo; in bagno ci sono docce a nebulizzazione ad alta pressione per risparmiare acqua, shampoo biologico e teli in cotone equo e solidale; il check-in è automatizzato e il wifi è gratuito per tutti, come le prese di ricarica e usb. Gli spazi comuni chiamano alla condivisione, con bagni gender-neutral e grandi tavoli comuni nell’area ristorante. Infine, un intenso calendario culturale e un programma di artisti-in-residence darà vita a eventi sociali inclusivi ogni settimana.