di Gerardo Semprebon, Shanghai Jiao Tong University – Politecnico di Milano
Lo studio di architettura italiano MoDusArchitects, diretto da Sandy Attia e Matteo Scagnol, ha recentemente completato TreeHugger, un nuovo edificio che ospita l’Ufficio di Informazioni Turistiche di Bressanone (Bolzano). L’operazione nasce da un concorso a inviti del 2016, che prevedeva in prima fase l’abbattimento del precedente padiglione realizzato nel 1968 su progetto di Othmar Barth, autore altoatesino conosciuto per audacia e innovazione nella cultura architettonica locale del secondo Dopoguerra.
Attia e Scagnol si sono dichiarati critici rispetto a tale scelta, affermando che la demolizione non è altro che l’ultimo episodio di una serie «omicidi premeditati di architetture che si sono susseguiti sin dal 1800». Da questo punto di vista, la nuova realizzazione risarcisce la perdita, proponendo un’architettura che, nell’esaltare il carattere pubblico dell’edificio, diventa un importante tassello nello scacchiere culturale della città.
La rilettura
Il progetto rilegge i tratti salienti dell’opera precedente, quali la leggerezza delle strutture, attraverso la deformazione plastica di un volume di cui si riconosce chiaramente la morfogenesi. Scavando, arretrando, bucando, aggettando, chiudendosi, staccandosi e aprendosi, l’Abbraccia-Albero è un dispositivo urbano che ricuce importanti relazioni spaziali e visive in un contesto già fortemente caratterizzato da materiali di pregio, non solo con l’edificio principale del Palazzo Vescovile, ma anche con i due padiglioni cinese e giapponese, di dimensioni più contenute, disposti agli angoli dei giardini signorili.
Appare significativo che, in un sito già ricco, l’edificio imposti una relazione formale così forte, come quella di un vero e proprio abbraccio, con il platano monumentale preesistente, a suggellare un’unione indissolubile tra natura e architettura. Sfruttando il tronco come fulcro, le cinque campate ad arco librano la massa dell’edificio che avvolgendosi attorno all’albero ne incornicia la chioma. Al fine di ottenere continuità con il guscio esterno in cemento, le pareti a tutt’altezza sono state gettate con un’unica colata e in sezioni successive, formando, così, un anello continuo alto 9 metri.
I contrasti
Le due ruvidezze, quella del calcestruzzo bocciardato a vista e quella della corteccia del platano, poste una di fronte all’altra, aprono un dialogo sensoriale intenso e in divenire che riecheggia lo spostamento proporzionale decantato da Nicola Emery nel suo L’architettura difficile. Come le 7 mila querce di Beuys a Kassel, TreeHugger rivela «la relazione proporzionale fra il manifesto e il nascosto e prendendo in cura l’orizzonte energeticofenomenologico- topografico della physis, il suo costruire realizza una forma di poesia».
Per consentire la massima trasparenza e permeabilità, il piano terra, che ospita gli spazi pubblici e i banchi informativi, è quasi interamente vetrato. L’ingresso, individuato nettamente dalle finestre rientranti e dal grande aggetto, si apre verso la nuova piazza. Mentre la sequenza di pareti convesse dona al piano superiore, che contiene gli uffici amministrativi, un carattere introverso ed ermetico. Sospeso tra quel carattere di autonomia formale che contraddistingue gli oggetti scultorei e quello di forte radicamento spaziale, culturale e ambientale con il contesto, il padiglione assume il ruolo di nuova porta urbana al centro storico. È con le sue curve sinuose, immobilizzate dell’espressività plastica del cemento, che Attia e Scagnol accendono un dialogo con il contesto storico, facendo di TreeHugger un nuovo fulcro dedicato alla condivisione della cultura locale.
LA SCHEDA
Luogo: Bressanone
Progetto: MoDusArchitects (Sandy Attia e Matteo Scagnol) – www.modusarchitects.com
Cliente: Associazione Turistica di Bressanone
Superficie costruita: 430 mq
Foto: Oskar Da Riz