Tra norme, professionisti e progetti: a che punto è la Smart City?

Il punto di partenza è stato lo Zero Energy Building, in verità a energia quasi zero (Nearly Zero), perché nella realtà l’edificio è caratterizzato da un livello di prestazione energetica correlato a un’ottimizzazione del costo globale, inteso come spesa di investimento sommato alla spesa di esercizio. Questo è quindi il riferimento sia per le nuove costruzioni sia per il recupero e il rinnovo di edifici esistenti. La realtà, però, sembra giunta a un punto di stallo, in cui le tecnologie edilizie energetiche utilizzate oggi non si sanno più evolvendo. In altre parole, nessuno ha più inventato qualche sistema termodinamico in grado di aumentare l’efficienza. Sarebbe sì possibile amplificare la copertura delle energie rinnovabili, ma l’incremento di costo per la spesa di investimento risulterebbe molto, troppo elevato.

 

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Locandina del convegno Smart District, Smarter City organizzato da Anie e Csi

 

Un po’ di norme

L’unica soluzione possibile è dunque quella di diminuire la spesa di esercizio, attraverso sistemi di automazione e controllo. In questo senso le tecnologie smart possono operare su diversi campi: climatizzazione, involucro edilizio, produzione di acqua calda sanitaria ecc. Lo Smart Building e il concetto di indicatori di intelligenza dell’edificio sono introdotti in una nuova direttiva del 2018 in cui si parla di certificazione volontaria, come quella Leed, decisa dal committente. In quest’ambito, la meno recente norma UNI EN 15232 definisce delle classi (dalla A alla D) in base all’esistenza di funzioni di controllo e automazione nell’edificio, oltre a stabilire quelli che sono i possibili risparmi energetici nel momento in cui si usa un certo tipo di dotazione relativo a una determinata classe. La norma distingue poi i BACS (Building Automation Control System) dai TBMS (Technical Building Management System), dove i primi sono sistemi di automazione e controllo che gestiscono gli impianti, mentre gli ultimi costituiscono sistemi di monitoraggio e diagnosi.

 

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L’intervento di Marco Filippi di Aicarr al convegno Smart District, Smarter City

 

Sulla base di questi concetti, nell’ambito del Comitato Termotecnico Italiano è stata scritta la norma UNI TS 11651 del 2016, che riguarda la procedura di asseverazione della classe di un BACS. Che tiene conto di un mercato sempre più attento alle opere di finanziamento verso gli edifici smart. Nella grande varietà di classi e certificazioni, risulta fondamentale creare un nuovo processo consapevole di progettazione per poter concepire l’edificio intelligente, in cui le tecnologie non si devono solo sovrapporre, ma integrare e ibridare. Attualmente manca proprio questa capacità di lavorare insieme. Per esempio, tra informatica e impiantistica meccanica. È fondamentale che le figure professionali siano competenti e aggiornate. La norma UNI CEI TS 11672 ha cercato di migliorare la situazione attraverso l’introduzione di due nuove figure professionali, contro le criticità del sistema: l’esperto BACS e il System Integrator, fondamentali per la manutenzione dello Smart Building. In più, per venire incontro a queste problematiche Aicarr e Anie Csi hanno firmato un protocollo di intesa la cui prima iniziativa sarà un vademecum per gli impiantisti, scritto insieme a tutti gli esperti del settore dello Smart Building.

 

Dallo Smart Building alla Smart City

Il domani delle città risiede nei servizi digitali integrati e connessi in rete per rispondere alle esigenze delle comunità, dove l’evoluzione delle tecnologie è utilizzata per aumentare la qualità della vita e l’ecosostenibilità. I punti fondamentali per l’avvento della Smart City sono i seguenti: misure di riqualificazione energetica di edifici residenziali pubblici e privati, infrastrutturazione della rete di illuminazione pubblica con sensoristica di vari tipi, servizi per la mobilità condivisa e sostenibile, monitoraggio e gestione energetica delle risorse rinnovabili integrate nelle misure implementate, condivisione federata di dati a disposizione dei cittadini e dell’amministrazione attraverso una piattaforma digitale, e infine misure di coinvolgimento della comunità locale e di incentivazione di comportamenti virtuosi in termini di sostenibilità.

 

Concept Smart District

 

Su questo tema il Comune di Milano si è aggiudicato il premio Sustainable Cities Cresco Award 2018 per la categoria Miglior progetto in partnership pubblico/impresa. Grazie alla forte regia pubblica e alla collaborazione tra mondo della ricerca, società private e terzo settore, il progetto Sharing Cities sta infatti sperimentando nell’area pilota di Porta Romana/Vettabbia una serie di interventi, con un elevato potenziale di mercato, mirati a creare un quartiere ad emissioni climalteranti quasi zero. Finanziato dal programma Horizon 2020 – Smart Cities Lighthouse, il progetto europeo Sharing Cities che coinvolge Londra come capofila, Milano e Lisbona a cui spetta sperimentare soluzioni intelligenti e integrate, e tre città follower: Bordeaux, Burgas e Varsavia, che replicheranno i modelli proposti dalle città a guida del consorzio.

Il progetto mira a rendere Milano una città più inclusiva, sicura e sostenibile, rafforzare il sistema d’investimento pubblico-privato per promuovere iniziative a lungo termine nel mondo del lavoro, della ricerca e dell’innovazione. Attraverso la collaborazione internazionale tra mondo della ricerca, società private e amministrazioni pubbliche, il progetto mira a creare aree a emissioni climalteranti quasi nulle, caratterizzate da soluzioni intelligenti e integrate per trasformare l’approccio Smart City in realtà.

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