Blower Door Test: come si misura la tenuta all’aria in un edificio

La tenuta all’aria in un edificio è un aspetto molto importante, e spesso sottovalutato, nella progettazione di edifici virtuosi dal punto di vista del risparmio energetico e quando vengono installate macchine per la ventilazione meccanica controllata. Il test che serve per valutare eventuali perdite d’aria nell’edificio rapportate al volume complessivo dell’involucro è il Blower Door, un test che ha l’innegabile vantaggio di essere di tipo non distruttivo e quantitativo, cioè non qualitativo.


Blower Door Test: il parametro n50

La legge italiana non richiede il rispetto di alcun limite, ma altri enti certificatori invece lo fanno, come l’agenzia CasaClima. Di seguito i valori massimi consentiti:

Valori Limite Bloweb door test

Il parametro n50 è il risultato finale del Blower Door test ed è un valore che rappresenta il numero di ricambi orari dovuti alle perdite sulla «pelle esterna» del volume testato nella condizione di una differenza di pressione di 50Pa (sovra-pressione o sotto-pressione).

blower-test-parametro-n50dove V50 rappresenta il flusso d’aria in m³/h che passa dalla ventola in condizioni di equilibrio a una differenza di pressione di 50Pa. Il volume testato è il volume netto interno della zona oggetto del blower door test.

Che cosa succede se non si rispettano i valori richiesti per n50? Al di là delle questioni legate specificatamente alla normativa, in cantiere inizia una fase che può risultare molto complessa ovvero la ricerca delle perdite. Questa operazione può richiedere molto tempo e non necessariamente porta a una soluzione.

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Perdite d’aria attorno a un serramento tra anta e telaio. Da notare la forma «a fiamma» della zona raffreddata dallo spiffero (a1 – a2). Perdite d’aria lungo la fuga delle perline in prossimità di un abbaino in copertura (b)


Ricerca delle perdite d’aria: manuale e strumentale

Come si effettua la ricerca? Essenzialmente le modalità si possono dividere in due: ricerca manuale e ricerca strumentale. Durante entrambe le fasi si crea una pressione negativa e si utilizza la “modalità cruise” sulla strumentazione; cioè il computer si occupa di mantenere costante la differenza di pressione interno/esterno così da dare modo all’operatore di misurare eventuali miglioramenti e/o peggioramenti. In modalità cruise lo strumento permette infatti di leggere istantaneamente un valore approssimativo, ma al tempo stesso piuttosto vicino a quello reale, del parametro n50.

La ricerca manuale è la parte più rudimentale ed empirica del blower door test, perché comporta avventurarsi nei locali cercando le perdite affidandosi all’esperienza e alla sensibilità della mano. Dal momento che il locale è in depressione si percepisce in maniera chiara l’aria in ingresso ovvero le perdite si manifestano sotto forma di un soffio d’aria che si muove verso l’operatore. Naturalmente la ricerca va effettuata partendo da punti critici noti come serramenti, prese elettriche, porte di ingresso, etc… Questo metodo permette di localizzare facilmente le perdite a portata di mano, ma non consente di raggiungere agevolmente zone poste in alto. Inoltre, costringe l’operatore ad analizzare manualmente tutte le zone critiche.

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Generatore di fumo in azione prima che l’ambiente sia completamente saturo

La ricerca strumentale viene solitamente effettuata con due dispositivi che possono essere utilizzati anche contemporaneamente: termocamera e generatore di fumo. La prima può essere utilizzata essenzialmente solo durante la stagione invernale e permette di «vedere» l’aria fredda in ingresso attraverso gli spifferi. In realtà si vede la zona raffreddata dall’aria che entra che avrà una forma tipicamente a fiamma come mostratonelle immagini. Il generatore di fumo può invece essere utilizzato durante tutto l’anno e consiste in una macchina che crea artificialmente una cortina molto densa, simile a quellausata per gli effetti speciali in pub e discoteche. In questo caso la zona oggetto del test è saturata e messa in sovra pressione, così che il fumo sia spinto verso l’esterno. Le perdite si manifesteranno sotto forma di sbuffi di fumo facilmente rilevabili da fuori l’edificio. Questo secondo metodo può rivelarsi molto utile quando vi sono problemi di infiltrazioni d’aria tra due appartamenti riscaldati confinanti tra loro, dato che la termocamera sarebbe inutilizzabile.

Una volta individuate le perdite con uno dei metodi sopra menzionati si potrà utilizzare un anemometro a filo caldo per quantificare la velocità del flusso d’aria in m/s.


Come intervenire per eliminare le perdite d’aria

La fase di ricerca perdite può durare anche diverse ore e al suo termine la domanda è: come si procede ora? Si devono individuare gli interventi da realizzare per eliminare la perdita alla fonte cercando, per quanto possibile, di scartare quelli di tipo invasivo che comporterebbero problemi estetici e disagi per gli occupanti. Per questo motivo è importante siano presenti al momento del blower door test gli artigiani che hanno lavorato nel cantiere oltre naturalmente al direttore lavori. In questo modo è spesso possibile risolvere molti problemi in poco tempo come regolazione serramenti, sigillatura su impianti elettrico e idraulico.

Vale la pena spendere poi alcune parole sulla controparete: la fotografia mostra la misura di una perdita sul foro dell’impianto per il termosifone.

Da sinistra, perdita d’aria su una presa elettrica e la misurazione della velocità di flusso d’aria attraverso un foro nella controparte in cartongesso

Chi ha sbagliato? L’idraulico o il cartongessista? Il blower door test non permette di stabilire il colpevole in maniera univoca in quanto, come mostra l’immagine, lo spiffero viene rilevato ormai a valle, ma la causa va ricercata a monte, ovvero dietro la controparete, in una zona non accessibile. In virtù di questo è preferibile fare dei pre-test durante la costruzione per individuare e risolvere i problemi di tenuta quando tutti gli interventi sono facilmente attuabili.

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